Quello che la Realtà non dice
L'ottimizzazione del tempo e dello spazio con una resa superiore ad ogni aspettativa.
Questa potrebbe essere la frase su cui basare la strutturazione di un programma aziendale incentrato sull'utilizzo della Realtà Virtuale. Parliamo di VR con piena consapevolezza di quello che significhi avere a che fare con un prodotto differente per qualità e posizionamento. La televisione, la radio, i cartelloni pubblicitari, i trafiletti sui quotidiani? Queste sono solo "visioni" che appartengono ormai al passato. Perché è così difficile comprenderlo? Dove se ne vanno i brand? Cosa pensano di comunicare se restano ancorati a questo modo di strutturare la loro comunicazione? E le aziende? E la parte industriale che crea e produce? La Realtà Virtuale non è soltanto il futuro, ma è una possibilità. Possibilità di poter esprimere al massimo grado un messaggio, nel riportare il valore di un marchio, nel cercare di fare arrivare alla mente del consumatore (ma forse ormai dovremmo utilizzare unicamente il termine "utente") quello che la sua stessa mente richiede. Personalizzare un prodotto, la sua vendita, il suo futuro non troppo breve, perché legato unicamente alla fruizione che oggi se ne fa.
Costruire un pacchetto in VR vuol dire vedere oltre e dare a tutti, o almeno a quanti ne comprendano il valore, la possibilità di sperimentare ciò che si nasconde dietro una semplice immagine che rappresenti un prodotto finale.
Entrare in ciò che è vivo e può essere tangibile per un tempo prolungato, osservando da vicino ciò che accade, questa è una delle prime chiavi di lettura per chi utilizza la Realtà Virtuale. Abbiamo tutto ciò che serve per entrare nella nuova dimensione della condivisione ottimizzata, e non farne uso, vorrebbe dire chiudere la porta in faccia al futuro.
Non solo produzione di contenuti che raccontino quello che ugualmente (anche se in maniera ridotta) potremmo osservare, ma creare situazioni che portino ad una conoscenza approfondita di qualunque materia o argomento. Oggi attraverso un visore per AR si possono apprendere lingue, imparare a superare i proprio limiti (linea legata alla psicologia), istruire tecnici, conversare durante meeting, guardare il mondo, esplorare il corpo umano, costruire edifici, vincere anche la paura dell'aereo e delle altezze, imparare a dialogare con chi non è in grado di farlo. La Realtà Virtuale non è un gioco, ma è una seria rappresentazione di un approfondimento tecnico e diretto di qualunque forma professionale, artistica ed espressiva.
Non parliamo solo di metaverso, anche quello ha i suoi punti importanti di sviluppo, ma discorriamo intorno alle diverse possibilità di rimodulare e arricchire la comunicazione, non quella del futuro, ma quella quotidiana che si evolve in ogni istante. Per crescere bisogna conoscere.