Questo...E'...LinkedIn!
Ormai non sono più social network, ma sono le Termopili. E' Civil War. E' il caos più totale. Ma se ne esce o no?
Ciao a tutti. Lo so siete in pochi a leggermi e io me la tiro come se avessi migliaia di followers. Ma sono uno che crede parecchio in se stesso.
Infatti da qualche parte devo pur cominciare. Anzi ricominciare, visto che ho riattivato il profilo e il blog e tanto altro ancora...
Oggi volevo pubblicare un altro articolo che potete leggere direttamente QUI, che è fighissimo tra l'altro ed ha un'immagine di copertina che...ma non è questo il discorso e in ogni caso andatelo a leggere.
Devo ammettere una cosa: non sono pronto. Pensavo di esserlo, ma non lo sono. In questi giorni, e non è solo un dato della mia rete di contatti che sto profilando e qualificando giornalmente, praticamente LinkedIn si è diviso in 2 fazioni: ma veramente siamo finiti in una specie di scontro generazionale su questa piattaforma? Ma che c'avete in testa?
Ebbene si mi ergo super partes perché tanto la ragione non ce l'ha nessuno. Ed ho anche fatto un test personale. E i numeri, care e cari lettori, non illudono mai.
Immagine 1
Ho volutamente pubblicato un post seguendo l'hype del momento, cioè cavalcando l'onda della protesta della fazione di LinkedIn che si oppone allo stile Facebook, ma molto più Badoo, che sta prendendo questa piattaforma. In effetti ho notato molte più persone che si lasciano andare a riflessioni personali rispetto anche solo a 6 mesi fa.
Su una rete complessiva di 443 followers, ma in realtà quando ho scritto quel post erano almeno 50 in meno, 4068 visualizzazioni del post. Non male. Richieste di contatto. Supporto tra i commenti. Maggior visibilità del mio profilo e delle mie attività.
Immagine 2
Un post di carattere lavorativo, in cui espongo la disponibilità di report relativi alla mia attività lavorativa: 137 views. Views che hanno portato a contatti importanti via posta privata, collegamenti interessanti e potenziali collaborazioni lavorative in divenire.
Con questo cosa intendo dire?
Ovviamente anche LinkedIn è diventata una piattaforma di più che personal branding, direi quasi autoreferenziale. Per questo tra l'altro spesso suggerisco di qualificare meglio le proprie reti di contatti.
Ma a prescindere da questo, penso sia anche giusto che in un profilo PERSONALE, ognuno sia libero di pubblicare anche i "buongiornissimo caffè" che gli pare. O post che invitano a lasciare un commento per trovare un contatto per un colloquio di lavoro (lo so, non era proprio così, ma il senso è quello dai...).
Poi ci sono quelli che da antagonisti, schifano e odiano le due categorie suddette e scrivono articoli, autoreferenziali ovviamente, criticando le due forme di espressione contrarie al loro modo di utilizzare la piattaforma. E va bene, che c'è di male in fondo?
E in mezzo a tutto sto casino ci siamo noi, quelli che, basiti, non sanno più cosa pensare, dove schierarsi, cosa fare???? Aiuto non voglio passare dal lato sbagliato perché poi perderò tutti i miei contatti ed è risaputo, su LinkedIn chi ce l'ha più grossa, la rete, vince sempre!
Allora facciamo così, vi lascio alle vostre bacheche alla Facebook, ma quello bruttino eh non quello divertente, ed io continuo per la mia strada. Ma almeno, mi tenete una simpatica compagnia!
Vi è piaciuto l'articolo? Si, no, forse? (ho anche dovuto cambiare la formula di chiusura perché qualche autoreferenziale se n'è appropriata e mi da fastidio). Fate voi, io sono qui, occhi e orecchie aperte.
Alla prossima!!! (si sono ben 3 punti esclamativi)
Imprenditore seriale e Founder di askjinn.ai
2 mesiDavide, Interessante, grazie per la condivisione!
🤖 Project manager |✍️ Copy for passion | 🗨️ Meme creator | from 0 to +1M (organic) followers on my Instagram pages (E.R. +6%) | Dad of 🧒🏼🧒🏼👶🏼Husband of 👱🏻♀️
7 anniBeh, io ci lavoro. Quindi direi di sì :)
Managing director and owner New Publimad Distribuzioni
7 anniMa perché, linkedin serve davvero a lavorare???