Recessione Gengivale: considerazioni

Recessione Gengivale: considerazioni

Possiamo definire recessione gengivale come lo spostamento apicale del margine gengivale rispetto alla giunzione smalto- cemento (CEJ); è associata ad una perdita di attacco clinico e all'esposizione della superficie radicolare del dente all'ambiente orale. In questi casi è necessario trattare tali recessioni tramite intervento di #ChirurgiaMucoGengivale, avendo un'idea dei vari tipi di classificazione di tali recessioni.

Un fenotipo parodontale sottile, l'assenza di gengiva aderente e lo spessore dell'osso alveolare ridotto, a causa della posizione prominente del dente a livello delle arcate dentarie, sono considerati fattori di rischio per lo sviluppo di una recessione gengivale.

Una classificazione attribuita a Miller (Willoughby Dayton Miller, che ha operato tra la fine dell'800 ed i primi del 900) utilizza tre variabili anatomiche, a seconda del grado di copertura: il margine gengivale, la linea muco-gengivale, l'integrità del supporto parodontale a livello mesiale, interprossimale e distale tra il dente e la recessione.

Recentemente è stata proposta dal Dott. Francesco Cairo . et all una nuova classificazione delle recessioni basata sulla misura del livello di attacco clinico interdentale (CAL):

•   Recessione tipo 1 (RT1): recessione gengivale senza perdita di attacco interprossimale. La CEJ angolare non è visibile sia mesialmente che distalmente all’elemento dentario.

•   Recessione di tipo 2 (RT2): recessione gengivale associata a perdita di attacco interprossimale. La CEJ angolare è visibile. La quantità di perdita di attacco interprossimale è inferiore o uguale alla quantità di perdita di attacco vestibolare.

•   Recessione di tipo 3 (RT3): recessione gengivale associata a perdita di attacco interprossimale. La CEJ angolare è visibile. La quantità di perdita di attacco interprossimale è maggiore della quantità di perdita di attacco vestibolare. 

Questa classificazione supera alcuni limiti della classificazione di Miller come la difficile distinzione tra Classe I e II e l'uso della "perdita di tessuto osseo o molle" come riferimento per far diagnosi di distruzione parodontale nell’area interprossimale.

La classificazione di Cairo dà inoltre indicazioni sul potenziale di copertura radicolare in seguito ad interventi di chirurgia muco-gengivale. Nelle recessioni tipo 1 (RT1) si può prevedere una copertura radicolare del 100%, nelle recessioni tipo 2 (RT2) la probabilità di raggiungere una copertura radicolare completa è influenzata dalla quantità di perdita di attacco, nelle recessioni tipo 3 (RT3) la copertura radicolare completa non è realizzabile ma non è controindicata in modo assoluto la chirurgia.

Più è profonda la recessione quindi più è bassa la possibilità di una copertura radicolare completa.   

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