Regole di conversazione
Tra i tanti interventi tenuti durante il Google I/O 2017 Daniel Padgett, Conversation Designer Lead di Google, si è distinto presentando le soluzioni per una corretta progettazione di UX associata alla Voice Interaction.
Nello specifico, la sfida di Google si basa su alcuni principi del Voice Interaction che non corrispondano al tradizionale design di interfacce desktop o mobile:
- Zero UI. Gli assistenti vocali non hanno una interfaccia utente grafica.
- Velocità. I comandi vocali sono estremamente veloci rispetto alle interfacce classiche. Niente icone, schermi, gesti, testo. Tutto si traduce in una domanda diretta.
- Semplicità. Partendo dal presupposto che le persone hanno un dispositivo con un microfono, una connessione Internet e la capacità di porre domande a voce, progettare soluzioni e buone esperienze di voice interactions significa, e dovrà significare, offrire la possibilità di dire quello che si vuole e erogare una risposta pertinente.
- Ubiquità. Essere sempre in ascolto e apprendere dalle conversazioni precedenti. L’apprendimento costante del machine learning è garantito dal sempre più alto numero di device sparsi nell’ambiente.
- Linguaggio. Parlare in linguaggio naturale è un altro valore importante. Una delle soluzioni per migliorare l’apprendimento delle intelligenze artificiali è porre domande per migliorare la risposta alla richiesta dell’utente.
- Apprendimento. A questo punto possiamo estrapolare l’assunto principe del modello del linguaggio rivolto alla progettazione del Conversation Design: riconoscere cosa gli utenti dicono e capire cosa gli utenti intendono dire.
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