Relazione e presenza (ai tempi del Covid)

Relazione e presenza (ai tempi del Covid)

Il fascino dell'ignoto permette di immaginare nuovi scenari senza confini.

Come cambierà il nostro modo di lavorare? Come cambierà il nostro modo di relazionarci al prossimo? Non lo sappiamo. Certo possiamo fare delle ipotesi, ma con tante incertezze e molti dubbi, perché nulla di simile o di confrontabile è avvenuto in passato e nessun modello organizzativo ha previsto uno scenario condizionato da una distanza fisica e sociale come quello che coinvolge oggi la nostra società.

Oggi le relazioni si costruiscono più in assenza che in presenza, più sui contenuti che sulla forma, più sulla percezione che sul contatto. E domani?

Si tornerà a lavorare in presenza? Certamente, e molti lo hanno già fatto (1). Alcuni avranno fatto tesoro dei vantaggi del lavorare in remoto, a distanza, da casa. Altri, purtroppo pochi, avranno addirittura sviluppato uno modo di lavorare "agile" (2), che fa di tale distanza un punto di forza e di miglioramento delle prestazioni.

E come si lavorerà in presenza? Quale impatto sulla qualità della relazione avranno il distanziamento fra gli uffici, l'alternanza in presenza, le procedure da seguire durante l'ingresso, le riunioni, le pause caffè e l'utilizzo degli spazi comuni?

Siamo così occupati nella gestione e nella prevenzione quotidiana che dimentichiamo l'effetto che tutto questo sta provocando nel nostro modo di vivere e, di conseguenza, di lavorare. Un impatto che paradossalmente continuerà ad influire sul nostro comportamento anche quando l'emergenza, o la stessa pandemia, sarà superata.

Sì, perché nessuno pensi che un vaccino potrà toglierci dalla mente l'idea che un estraneo, un non "congiunto" possa trasmetterci qualche virus con un abbraccio o una stretta di mano, e magari attaccarci qualche nuova malattia!

Nessuno si illuda che il non poter stare accanto alle persone, il non potersi avvicinare agli sconosciuti, il non poter frequentare nuovi luoghi e persone con disinvoltura non influenzi in futuro il nostro modo si conoscere, esplorare, apprendere!

Già, il futuro. Forse la sfida più grande allora non è quella di saper gestire il futuro ma quanto di saperlo affrontare, coraggiosamente, trasformando la paura dell'ignoto nella curiosità di vedere ciò che di strano, diverso, inimmaginabile accadrà al tramonto (3).

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1) "Smart working, permessi, congedi per genitori: le novità da settembre. Cosa cambia" 15/09/2020, Piero Ballanti per LeggiOggi.it

2) Lavoro agile o smart working nella definizione data dal Miur. Si noti che nel testo così come nella legge 81/17 di riferimento non compaia in alcun modo l'espressione "lavorare da casa"

3) Nella lingua araba la radice غرب accomuna in unico significato le parole di "strano", "tramonto" e "lontano"

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