Ricordando Tullio De Mauro
Nel libro “La classe”, un capitolo è dedicato alle parole. Quando si parla di organizzazioni, infatti, non ci viene quasi mai in mente di considerare questo loro fondamentale ingrediente. E nemmeno si pensa che le difficoltà in cui siamo impigliati abbiano a che fare anche con le parole che usiamo. Parole che apparentemente descrivono il mondo mentre in realtà lo costituiscono.
Un altro capitolo invece è dedicato ai libri. Alla constatazione che si legge sempre meno, soprattutto in età adulta, e che anche questo invece di essere considerato un problema di buona o cattiva volontà individuale potrebbe essere trattato come un problema di cattivo funzionamento delle organizzazioni con ripercussioni sulla nostra vita politica e personale.
Su questi temi ha lavorato per tutta la sua vita Tullio De Mauro, linguista di fama internazionale, scomparso all’inizio di quest’anno. Un paio di anni fa ho avuto il privilegio (il bello del lavoro che faccio) di incontrarlo nella sua casa a Roma. Ricordo le mie perline di sudore al cospetto di un gigante della cultura internazionale. Ma mi trovai davanti un uomo molto semplice, che usava un linguaggio piano. Un uomo che nonostante la fama e la cultura immensa trattava gli altri con rispetto, senza far pesare la sua statura. Questa secondo me è la caratteristica di chi è veramente grande: non aver bisogno di fare il grosso.
Quando finì la registrazione, un’ora spaccata, non un minuto di più come mi aveva promesso al telefono, sempre con lo stesso tono con cui aveva affrontato i temi che si possono ascoltare nel video, mi chiese se noi della Coop potevamo fare qualcosa per far ritornare in vendita i pomodori San Marzano. “Erano così buoni – disse – ma non si trovano più. La coop non potrebbe fare qualcosa?”.
Mi piace condividere questo video. Un modo per ricordare Tullio De Mauro, grande uomo da cui avremo da imparare per diverso tempo.
È un po’ lungo, lo so, ma si può anche vedere a pezzetti, senza troppo sforzo.