In ricordo di un amico: Gianni Longatti, un pioniere e innovatore dell'automazione industriale in Italia.

Un messaggino ieri notte mi ha gelato: è mancato Gianni Longatti.

E stamane, eravamo in tanti  nella Chiesa Parrocchiale di Gorle, poco fuori Bergamo,  a tributargli un ultimo saluto.  Non potevo mancare.

Per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo, non servono storie e presentazioni. Per chi ne ha solo sentito parlare o non lo ha incontrato, scrivo queste modeste righe, che certo non possono descrivere ciò che Gianni Longatti e la "sua TELCO" hanno rappresentato per me, ma anche per il mondo dell'Automazione Industriale italiana in questi ultimi 50 anni.

Gianni, da vero imprenditore illuminato nel settore dell'automazione industriale e dei sistemi di controllo di processo, ha creato TELCO alla metà degli anni '60 in piena era della "logica elettromeccanica" (relè e strumentazione analogica di processo, sinottici  mimici a tessere... per intenderci) per poi passare alla "logica cablata" nei primi anni '70 (a quei tempi io ero ancora al liceo...).

Ma a lui non bastava, nella sua TELCO voleva più innovazione per proporre ai suoi clienti sistemi di automazione evoluti per rendere gli impianti  sempre più flessibili ed efficienti.

Ecco allora a cavallo tra gli anni '70 e primi anni '80 dell'adozione dei primi PLC, che però facevano ancora troppo poco per la sua visione industriale: TELCO  prende la strada  dello sviluppo sui primi microprocessori (il mitico Z80, per capirci)  ed una serie di schede I/O per la gestione di ricette e processi Batch.

Ho conosciuto Gianni Longatti nel 1986: tra i primi in Italia ad adottare le architetture PLC+PC con i primi software SCADA per le applicazioni in fabbrica. Ciò che oggi è assolutamente normale, scontato, e se vogliamo, nei tempi in cui si parla di Industria4.0 ed Industrial Internet, anche un poco "stantio", in quegli anni non era poi così facile da far digerire a ingegneri responsabili dei progetti di automazione: ... ed io dovrei fidarmi ed usare sul mio impianto quelle "trappole" dei Personal Computer" ? e poi, come faccio a far entrare il mio bel quadro sinottico lungo quattro metri in un monitor largo due spanne?

Beh, la storia ci dice che aveva ragione Longatti e chi, come noi, la pensava come lui. TELCO diviene il fornitore di riferimento di soluzioni di automazione batch flessibili utilizzate da Aziende Leader globali nei settori industriali più importanti: dai pneumatici al cemento, dal farmaceutico alla plastica, vernici, ecc. Senza dimenticare la competenza nei sistemi di gestione di magazzini automatizzati, di carri-ponte e movimentazione, Building Automazione ed efficienza energetica. E' lungo l'elenco delle referenze. Ed anche quello di riconoscimenti e premi guadagnati in Italia ed in giro per il mondo (anche negli USA!) grazie alle sue intuizioni ed alle realizzazioni di TELCO.

Fin qui la parte "ufficiale" e "formale", Longatti collega, Cliente e Fornitore.

Poi c'era il Gianni Longatti "personale", amico, consigliere, guida.  Sempre corretto, aperto, leale, anche burbero, sempre disponibile al confronto (ed a volte, vi posso assicurare, che fior di confronti!).

Ci tenevo alla sua opinione. Ricordo con nostalgia le mattinate passate con lui, nel suo bell'ufficio, con la finestra a forma triangolare ("l'occhio di Dio che ti vede ovunque"), intorno alla sua vasta scrivania, intenti a tratteggiare scenari e trend futuri del mondo dell'automazione, di soluzioni da proporre ai Clienti, che sovente si sarebbero avverati  ed avrebbero risolto con soddisfazione problemi e reso più efficienti impianti e produzioni.

Quando ci siamo incontrati la prima volta, avevo da poco 30 anni, Gianni passato da poco i 50: un suo collaboratore, Adriano Marconi,  aveva "scoperto" ed aveva iniziato a lavorare con il software SCADA The Fix, da noi distribuito. Per quasi un ventennio mi sono rivolto a lui con un "lei" deferente, di rispetto. Fino al giorno in cui, a lui (mai mi sarei permesso, tale era la soggezione) è sfuggito un "tu": eravamo insieme, a metà anni novanta, a cena in un buon ristorante a Chicago, Illinois, durante un ISA Show, al quale lo avevo invitato per poterlo presentare all'amico Steve Rubin, fondatore e CEO di Intellution (TELCO era un System Integrator di riferimento a livello europeo nell'utilizzo della famiglia di prodotti software FIX, FIX DMACS, BOS , Batch, ecc.).  Quel "tu" mi ha fatto capire che la sintonia maturata in anni di collaborazione era sfociata in qualcosa di più, in una nuova fase della nostra frequentazione. Oggi darsi del "tu" è più facile, viene quasi spontaneo alla seconda volta che ci si incontra, forse retaggio dell'uso del "you" in inglese,  ma allora, con questo gentleman bergamasco,  l'ho vissuta come la conquista della sua fiducia. 

C'è stato un periodo che passavamo la maggior parte del tempo delle mattinate nei nostri incontri a parlare di giri in bici fatti nel weekend precedente, delle sue montagne, di sciate in val di Fiemme e Fassa che entrambi frequentavamo, per poi tenerci gli ultimi 10-15 minuti per parlare fitto-fitto ed aggiornarci sul business e di come andava il mercato. 

Negli ultimi anni i nostri incontri si sono diradati, ma sempre, almeno un paio di volte all'anno, ci tenevo ad andarlo a trovare e potermi ancora confrontare con lui, con le sue idee e posizioni: lo chiamavo e semplicemente gli chiedevo se potevamo vederci, non avevo bisogno di dirgli il perché. Era, se possibile, ancora più "saggio" e posato. Ed adesso ai nostri incontri partecipava anche Roberto, suo figlio, ingegnere, specialista di informatica industriale, ed ora, a sua volta, al timone della "loro"  TELCO.  

Grazie Gianni per la tua amicizia: per me è stata importante, una delle belle cose della vita, un ricordo che mi terrò stretto !