Riflessioni ed alcune proposte nel post elezioni (cantonali ticinesi)

Riflessioni ed alcune proposte nel post elezioni (cantonali ticinesi)

Da anni seguo, come un orso solitario nei miei boschi, la partitica ticinese, soprattutto da quando mi hanno chiaramente spiegato che la partitica elettiva non era né mio vestito, né un lavoro per me. Ma costantemente seguo e mi occupo di politica ed esprimo sempre il mio voto.


Alcune evidenze saltano all’occhio da queste votazioni:

·        L’aumento delle liste, con soprattutto le nuove che fanno riferimento a temi mirati di attualità.

·        Palese, non trascurabile e non ignorabile il volume delle schede senza intestazioni.

·        Una dovuta evoluzione dell’elettore nel rapportarsi, entrare in contatto con i partiti e rispettivi candidati.


Per quanto attiene all’importanza del “partito senza intestazione”; che pur rappresenta una bellissima forma democratica dove viene messo al centro il profilo del candidato (che ricordo è pur sempre proposto da un partito), si dovrebbe premiare con maggior peso modificando il sistema di attribuzione dei seggi. Ossia, assegnando tanti seggi quanto spetta alla lista SI ai più votati della stessa e poi (senza riconsiderare i preferenziali) ridistribuire i seggi mancanti con l’attuale sistema. Esempio: Lista SI ottiene il 25% dei voti. Quindi ha diritto a 22 seggi (che devono andare ai più votati della lista SI). Poi si procede assegnando i 68 seggi mancanti con l’attuale sistema (peso della lista di partito espresso e dei voti espressi e non espressi, ecc…).


Per quanto attiene ai “partitini” e ai voti che hanno ricevuto; sono chiaramente un’altra espressione di buona democrazia, soprattutto molto correlato allo spirito elvetico. Mettere un “barrage” ? si..no.., un minimo può starci (premesso che con la proposta precedente sul come considerare la Lista SI, già si avrebbe una soluzione sulla rappresentanza del “valido e ben visto/considerato candidato” ed un aumento di soglia minima), ma un 2% di “barrage” può essere considerato. Quello che c’è da risolvere è la “voce”, rappresentanza, nelle commissioni parlamentari. Qui manterrei i valori attuali (correttamente calcolati secondo chi ne ha diritto) e permetterei a chi non rientra nella possibilità di presenza nelle commissioni, pur senza diritto di voto, di potersi esprimere sui temi in discussioni trasmettendo un documento di merito, con le proposte e posizioni, prima delle sedute ed avendo diritto di seguire/ricevere le registrazioni/verbali dettagliati delle sedute stesse.


Per quanto attiene alla proliferazione delle liste e quindi dei partitini; questo è frutto della politica comunque “populista”, che rivolge la sua attenzione ai problemi dell’oggi, non considerando delle visioni strategiche a medio-lungo termine. La capacità di definire visioni strategiche dovrebbe essere dei “partiti storici” però affiancata al chinarsi sui problemi del breve, fornendo soluzioni che siano correlate con la strategia. Purtroppo i “partiti storici”, oramai divenuti con uno “spettro politico” troppo ampio e poco profilato, sono più impegnati a gestire “le correnti interne” con una situazione che porta a proporre soluzioni troppo minimaliste ed “adacquate” di scarso impatto sulla sensibilità dell’elettorato/popolazione.


La questione relativa al contatto/comunicazione tra partiti ed elettorato; oggi soffre di almeno tre situazioni d’“imbarazzo”. I media classici, che per “par conditio” non riescono a dare importanti spazi a tutti i partiti e quindi risultano o dispersivi o poco completi. I “social media”, che potrebbero rappresentare la soluzione; non sono ancora utilizzati in modo corretto e completo sia da parte dei partiti/candidati che da parte dell’elettorato (forse solo un 30-40 % li usa e li sa utilizzare), ma in futuro questi strumenti e metodologie di contatto, aumenteranno sensibilmente di peso, ne deve essere migliorato l’uso. I tradizionali “comizi” sono strumenti in via di estinzione.

Quello che riterrei, è che i partiti possano formare le liste dei candidati già un anno prima delle elezioni e presentare i candidati all’interno dei partiti nei primi mesi, mentre negli ultimi 4-5 mesi che sia la “società civile” (associazioni di categoria, clubs, associazioni del territorio, etc..) a dar voce ai candidati, tramite eventi, occasioni, prese di posizione ed informazione; questo in modo trasversale ed interpartitico, permettendo un maggior e miglior confronto tra i candidati e coinvolgimento dell’elettorato.    

Monica Giannini

Collaboratrice ufficio e Maestra Yoga bimbi

1 anno

Auguri per una Serena Pasqua gentile Enrico 🙏

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