Romanzo su Valerio Verbano cerca casa (editrice)
Valerio Verbano

Romanzo su Valerio Verbano cerca casa (editrice)

Un garofano sul letamaio

22 Febbraio 1980, ore 12:20; suonano alla porta di casa Verbano:

-Chi è?
-Siamo amici di Valerio.
-Ma Valerio è a scuola.
-Signora ci faccia entrare, siamo stanchi…Dobbiamo chiedere una cosa a Valerio. Lo possiamo aspettare in casa? Tanto lei ci conosce, siamo amici.

Comincia così la storia vera di uno dei più crudeli tra gli omicidi degli anni di piombo, tutt’ora avvolto da misteri ed omissioni sui moventi, sui mandanti e sui sicari. L’omicidio di Valerio Verbano.

Conoscevo di vista Valerio, vivevamo in quartieri limitrofi e a volte l’ho incontrato nelle riunioni che tenevano i giovani politicizzati in quegli anni.

Forse è per questo che la sua vicenda mi ha ispirato alcuni anni fa, ora ne conto dodici, a scrivere un romanzo storico che ho intitolato “un garofano sul letamaio”.

La storia che ho immaginato è un intreccio di vicende umane, di contaminazioni tra mondi diversi, di infiltrazioni, di malaffare e d’intrighi internazionali; raccontati in un arco temporale che va dagli anni sessanta al 2010. La sequenza degli eventi non segue la cronologia dei fatti ma va balzi temporali; legando agli estremi le vicende di due madri.

  • Chi ha ucciso Valerio Verbano?
  • Perché?
  • Chi ha voluto o assecondato quell’omicidio?
  • Dove sono oggi gli assassini di Valerio (l’oggi narrativo è il 2010), e cosa fanno nella loro vita?
  • Quali intrighi e segreti ancora si celano dietro a quell’efferato assassinio?

Un Garofano sul Letamaio”, è la risposta immaginaria a queste domande, e seppur di totale fantasia, l’ho scritto attingendo a piene mani e con puntigliosa attenzione, alle cronache ed ai fatti storici reali.

Nel 2010 incontrai la madre di Valerio, un’eccezionale ottantenne che non aveva mai smesso di cercare gli assassini del figlio. Mi raccontò dettagli e condivise le sue riflessioni, ma soprattutto mi spronò a completare il mio racconto; lesse quello che avevo scritto fino a quel momento e lo apprezzò molto.

Sono passati cinque anni da quando mi sono messo alla ricerca, fino ad oggi infruttuosa, di una casa editrice interessata a pubblicare un garofano sul letamaio. Cinque anni di continui invii che cadono nel vuoto, di rifiuti, di proposte inaccettabili, anche da editori che ritenevo seri. Ora ho deciso di attendere fino al 2022 e poi deciderò per l’auto pubblicazione, l’unico modo per non lasciare il romanzo a marcire nel cassetto.

Quindi: “un garofano sul letamaio” sta cercando un editore, una casa editrice seria, non a pagamento, interessata alla pubblicazione.

Perchè ho scritto questo articolo? Perchè magari tra chi sta leggendo c’è un editore, o una persona che lavora per una casa editrice, oppure chi sta leggendo conosce una persona che ci lavora a cui girarlo. Insomma mi sono detto perchè non provare anche questa strada della rete, dei social, del passaparola digitale.

Vi lascio con una sintesi della tragica storia vera di Valerio Verbano

La morte di Valerio Verbano

Il 22 febbraio del 1980, ore 12.30. tre giovani si introducono in casa Verbano con l’inganno, facendo credere alla madre di essere amici di Valerio. Legano e imbavagliano i genitori di Valerio e li chiudono in camera da letto, e iniziano a rovistare per casa. Dopo un’ora arriva Valerio, c’è una colluttazione, i genitori sentono un primo colpo, un vetro che va in pezzi, e poi un secondo colpo; quello che ucciderà Valerio che avrebbe compiuto diciannove anni tre giorni dopo.

Valerio era un giovane militante dell’estrema sinistra, e viveva nel quartiere Montesacro. Nell’aprile del 1979 fu arrestato per porto illegale di una pistola e durante la perquisizione in casa, la polizia aveva trovato quello che poi sarà chiamato dossier Verbano. Si trattava di decine e decine di quaderni, agende, fitti di nomi, indirizzi, e abitudini degli esponenti neofascisti romani ed anche di poliziotti e politici, corredati da molte foto prese da lui e dai suoi compagni in attività di controinformazione tipiche dell’epoca.

Alla morte di Valerio i genitori richiedono indietro i documenti sequestrati in casa, ma la magistratura oppone il segreto istruttorio. Poi negli anni il dossier scompare per poi ricomparire notevolmente ridotto per poi riscomparire. Così come verranno distrutti o persi alcuni reperti lasciati in casa dagli assassini: una pistola, un silenziatore, un guinzaglio, un passamontagna.

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