Scrivere un libro per conoscersi di più

Scrivere un libro per conoscersi di più

Da tre mesi sto scrivendo il mio libro. Ho iniziato per dire delle cose agli altri, ho scoperto che è innanzitutto un viaggio di consapevolezza per me.

E ho scoperto che questo è quello che succede a tutte le persone con cui ne ho parlato, e allora diciamolo, usiamola questa strada.

Scrivere un libro non è come scrivere un articolo

per quanto articolato e professionale possa essere. Bisogna pensare all'architettura generale, al collegamento tra le parti. Bisogna pensare prima a dettagli che altrimenti, dopo, diventano problemi mangiatempo (ad es., dove tenere tutti i riferimenti bibliografici se è un libro tecnico, dove le fonti delle immagini se prese in data base, chi sono gli autori delle foto e via discorrendo).

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Bisogna in generale DECIDERE PRIMA.

Questo ha un effetto potentissimo, almeno lo ha avuto per me: il fatto stesso di lavorare sulla struttura ha messo ordine, fatto chiarezza e fatto emergere parti del mio modo di vedere la vita di cui non ero minimamente consapevole prima. Per me le domande erano grandi come queste:

Come sta in relazione la dimensione dell'IO con quella del NOI?
Dove si collocano competenze e risorse individuali rispetto alle energie e ai movimenti del sistema in cui l'individuo si colloca?

La prima forma che aveva preso il mio modo di vedere le persone e le relazioni non è la forma che ha adesso, e man mano che ci lavoro la verifico e ne testo la tenuta.

Non è detto che rimanga questa fino in fondo, ma il fatto di doverci pensare mi ha aiutata moltissimo a farmi domande e cercare le mie risposte, nelle pieghe di molti modelli che apprezzo, ma che non sono il mio.

E dopo l'architettura, vengono le ispirazioni.

Io faccio così: metto tutti i tesori che ho insieme. Citazioni, idee, immagini, foto, canzoni, episodi... tutto in uno spazio da cui posso poi pescare ispirazione e contenuti quando servono.

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Tra l'altro stando vicine queste cose interagiscono tra loro, crescono, si collegano. Hanno una vita propria che genera nuove idee ancora.

Questa parte del lavoro mi aiuta moltissimo, ho scoperto, ha vedere i fili nascosti tra le cose che mi interessano, mi sorprendono e mi piacciono. Sono molto collegate, ci sono alla fin fine pochissimi, ma importantissimi, temi sottostanti, che collegano ciò che mi risuona.

L'ascolto, il coraggio, la curiosità.

Poche parole chiave che mi permettono di leggere le mie fonti di ispirazione traendone senso.

E poi si inizia a scrivere davvero.

E lì le cose che sono state messe vicine e magari agganciate ad una parte della struttura... sgorgano. Si manifestano in tutta la loro potenza.

Le cose hanno voglia di essere dette, e ci raccontano moltissimo di come siamo noi.

Qual'è il tono che prende il tuo libro? Che colori ha, è luminoso, è scuro?
Quali parole usi?
È molto scritto o molto grafico?

Tutte queste domande ci mettono davanti a uno specchio.

Scrivere un libro ci mette davanti a uno specchio e ci permette di vedere cose nuove di noi.

Ancora di più quando si parla di scrittura autobiografica: ci sono associazioni che realizzano sessioni intere, anche di una settimana, di scrittura autobiografica e allo stesso tempo collettiva. Credo che siano esperienze molto belle, io non ho ancora partecipato a nessuna ma penso proprio che lo farò.

Scrivere ci mette anche di fronte al nostro rapporto con la disciplina, perché non è tanto difficile iniziare a scrivere un libro. Ma è difficilissimo continuare, ricavarsi il tempo, darsi degli obiettivi e mantenere la scrittura anche quando non c'è ispirazione.

È un viaggio insomma, fatto di entusiasmi e piccole delusioni, di stalli e cascate. Di stare nel flusso che abbiamo in quel momento.

Ti auguro ti poter fare questo viaggio nella tua vita e scrivere il tuo libro.

Magari neppure pubblicarlo, ma scriverlo, sì. Tutto.

E ti auguro di farlo con la pazienza dell'elefante e la libertà del gabbiano pronto a volare.

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Buona scrittura!!

Scrivi nei commenti se stai scrivendo il tuo libro e cosa hai imparato su di te, o se lo vorresti scrivere.

Marcella

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