Scuola Osteopomarici

La postura, un sistema complesso.

Che cosa intendiamo per Postura? Una posizione del corpo che si adatta continuamente allo spazio circostante con il minor dispendio energetico possibile attraverso un equilibrio funzionale neuropsicomotorio. I sistemi di controllo motori operati dai centri superiori e dai sistemi posturali complessi, dalla formazione reticolata e non solo, all'insieme del sistema mio-fasciale e del sistema connettivale, sono i nostri pilastri neurofisiologici che mantengono e preservano la verticalità e l'equilibrio del corpo. La funzione statica del corpo è un sistema DINAMICO, in continuo adattamento e sempre alla ricerca di un baricentro funzionale che garantisce alla verticalità del corpo di oscillare continuamente all'interno della base di appoggio. Una "torre" che bascula tridimensionalmente nello spazio senza mai crollare. Immaginiamo, la Postura, come un "software", un sistema di elaborazione complesso, un componente logico che invia imput alla parte materiale (miofasciale) dello stesso sistema. Un network di interconnessioni. Il controllo motorio della postura, operato dai centri superiori, risente anche della componente psichica del soggetto (emotiva), la sfera psichica gioca un ruolo importante nell'equilibrio statico del corpo, molti vizi posturali sono lo specchio dell'io, ossia della struttura psichica dell'individuo. Il principio di UNITA' del corpo è ormai consolidato, anche nella medicina convenzionale. Siamo passati da un approccio ed uno studio ANALITICO e SEGMENTARIO del corpo, dai primi anni del '900, ad un approccio UNITARIO negli anni '50 (dopo la seconda guerra mondiale), grazie all'intuizione di una fisioterapista francese, F. Mezieres che introdusse la nozione di GLOBALITA'. Mezieres era una artista, amava il teatro, la danza, era una cultrice della bellezza fisica, ma anche della forma, intesa, questa, come espressione di perfezione e di armonia corporea. Introdusse concetti innovativi, considerando che a quell'epoca, quando si parlava di Postura s'intendeva un insieme analitico di muscoli segmentari, deputati al semplice controllo e al movimento, spesso troppo deboli oppure troppo forti. Erano gli anni '50, quelli della Ginnastica Svedese, tutti ricordano il famoso Quadro Svedese, ancora oggi presente nelle palestre delle scuole. Solo grazie a F. Mezieres s'incominciò a parlare di Globalita' delle funzioni, di Catene Muscolari Posteriori, di Belle Linee e in particolare, di Retrazione Muscolare. All'epoca in Francia, a Parigi, arrivò un nuovo vento scientifico, grazie ad un osteopata, il dr. P. Geny, che cambiò drasticamente il pensiero scientifico e non solo. Introdusse l'osteopatia in Europa, cosi nasce la prima scuola di osteopatia nel 1950 a Parigi. L'intelligenza di F. Mezieres è stata quella di saper ascoltare e mettere a frutto la nuova filosofia dell'osteopatia. Questa intuizione di F.Mezieres aprì la strada al Metodo Mezieres, ancora oggi utile strumento e approccio riabilitativo per le patologie della colonna vertebrale e della postura. Mezieres riteneva che molti disturbi o scompensi posturali non fossero causati da muscoli deboli o troppo forti, piuttosto da catene muscolari, in particolare, dalla retrazione della catena muscolare posteriore (antigravitaria). Non bisognava più rinforzare il singolo muscolo, troppo debole, ma allungare la catena muscolare retratta rispettando il principio di viscoelasticità proprio del sistema contrattile. Nasce la Ginnastica Posturale. Un nuovo concetto che sposa la globalità del trattamento, mai più analitico, attraverso la nozione di catene muscolari. Il metodo Mezieres, negli anni '90 fu modificato e semplificato da P. Souchard, che introdusse dei protocolli di trattamento standardizzati e di facile applicazione per il fisioterapista. La base del metodo RPG era comunque focalizzata principalmente sull'elasticità dei muscoli e sull'allungamento degli stessi attraverso esercizi esclusivamente posturali. La nozione di catena muscolare restava il pensiero preponderante, troppo spesso enfatizzato da trattamenti basati esclusivamente sull'allungamento della catena muscolare. La novità fu introdotta, prima da M. Bienfait, e successivamente da Busquet, che incominciarono a mettere in relazione il sistema contrattile con il tessuto connettivo, ossia il sistema mio-fasciale. Solo l'osteopatia parlava di tessuto connettivo, era quella la "rotta" che bisognava seguire. L'unità muscolare è l'insieme di miofilamenti di actina e di miosina e di un insieme connettivale costituito da membrane e tendini, alcuni autori suddividono questo insieme mio-fasciale descrivendo un'azione isolata per la parte contrattile del muscolo (contrazione e rilasciamento) il cui coefficiente di elasticità è più elevato ed è maggiormente implicato nell'aumento del tono muscolare di base, mentre le componenti connettivali, poichè hanno minore elasticità, invece, possono solo allungarsi o accorciarsi in base alla forza, alla durata e alla frequenza dello stimolo che subiscono. Questo meccanismo fisiologico, nel caso di contrazioni muscolari inappropriate e ripetute, può produrre una perdita di lunghezza del muscolo a carico della componente connettivale ed un aumento del tono muscolare di base a carico della porzione contrattile. A livello muscolare, l'accorciamento connettivale progressivo e l'aumento consequenziale del tono muscolare basale determinano un aumento della forza resistente del muscolo ma contemporaneamente la diminuzione di potenza muscolare. Se applichiamo questo principio fisiologico alla nozione di Postura ci accorgiamo che molti disturbi posturali sono il riflesso di compensi o adattamenti (tensione mio-fasciale) che possono generare sovraccarichi strutturali con perdita di mobilità. La nozione di ipo-mobilità articolare dovuta a una ipo-elasticità delle catene muscolari è l'esempio più concreto di come può nascere un sovraccarico adattativo articolare e uno squilibrio della postura. Non possiamo pensare di trattare un disarmonia posturale se non teniamo conto della nozione di globalità e di unità del corpo.

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