SE HAI TEMPO NON PERDERE TEMPO!
Solamente 1,4 lavoratori per ogni pensionato è il dato allarmante con cui da mesi governo e parti sociali si stanno confrontando per trovare soluzioni di breve e di lungo periodo che mettano il sistema in sicurezza.
Meno di tre lavoratori ogni due pensionati.
Mancano all’appello, per raggiungere almeno il punto di minimo equilibrio di 1,5 lavoratori per ogni pensionato ( o tre lavoratori ogni pensionato) 1,2 milioni di lavoratori in più. Oppure, rovesciando la questione, dovremmo "far fuori" circa 800mila pensionati. In soldoni, trenta miliardi che servirebbero in pochi anni per colmare il gap.
Le previsioni non sono rosee.
L’aspettativa di vita, appena appena ridotta nel periodo del covid, torna a crescere e gli ottantenni di oggi hanno alta probabilità di raggiungere i novanta. Il numero dei centenari cresce in continuazione: dal 2009 al 2021 sono cresciuti da 10mila unità a circa 17mila.
Secondo le previsioni dell’Ocse e dell’Inps il rapporto tra lavoratori e pensionati è destinato a raggiungere 1:1, un pensionato per ogni lavoratore, entro il 2050 in assenza di interventi strutturali.
Non sono banali le scelte politiche da mettere in campo per aumentare la popolazione attiva, dal trattenere i giovani al favorire il rientro di quelli che sono fuori Italia, dall’attuare politiche migratorie adeguate senza demonizzare il fenomeno ma favorendolo in sicurezza e legalità e l’elenco potrebbe continuare.
Ma una cosa è certa: la coperta è corta e tale è destinata a restare perché immaginare una inversione di tendenza rapida è poco o per niente verosimile.
In assenza di un riequilibrio, siccome è impensabile allungare ancora l’età pensionabile sia di anzianità che di vecchiaia, la ricetta più probabile è un taglio futuro dei coefficienti di conversione. Tradotto:
a parità di contributi pensioni future più basse.
Nell'immagine sopra la decrescita costante in base all'attuale normativa dei coefficienti di trasformazione.
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Chi ha rimandato o sottovalutato la costruzione di un adeguato progetto per la pensione complementare ed ha ancora anni per raggiungere i requisiti per il pensionamento non deve perdere altro tempo.
Se sei un lavoratore dipendente o un manager, non farti troppi scrupoli: mantenere il tfr in azienda non fa bene a te e non fa bene nemmeno all’azienda. Scrivimi per verificare il tuo fondo pensione o per costruire il progetto più adeguato in base alla tua età e alla tua situazione personale e familiare.
Se sei un titolare d’azienda chiediti (o chiedimi) quali sono i vantaggi dal mettere il tfr dei tuoi dipendenti nel loro fondo pensione. Ci sono vantaggi per la tua azienda (puoi leggerli qui nel link ) e ci sono vantaggi per i tuoi dipendenti che, come dici sempre, sono il principale valore per la tua impresa.
Se sei un autonomo o un professionista non hai il tfr, non hai un fondo di categoria e non hai nemmeno un sindacato che ti supporta in queste faccende. Quindi scrivimi perché tu davvero non puoi permetterti di perdere altro tempo. Magari hai un fondo pensione dove ci metti qualcosa giusto per un minimo rimborso fiscale ma insieme possiamo verificare la qualità e l’adeguatezza del progetto.
Un serie progetto deve prevedere, oltre al fondo pensione, anche un piano per la longevità e la long-term care visto che, sicuramente, è tua intenzione vivere a lungo e in salute e che il sistema sanitario pubblico da anni riduce gradualmente le prestazioni portandole sul privato.
Sei un giovane autonomo o professionista in regime fiscale forfettario? Flat tax 5% o 15% e ti hanno detto che non puoi dedurre il fondo pensione? C’è il modo di sfruttare lo stesso i vantaggi fiscali del fondo pensione e al tempo stesso costruire la tua serenità futura.
Scrivimi per parlarne insieme.
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