Se non credete in questi principi, rinunciate ad essere capi
“Quando parli con un individuo ricorda: anche lui è importante”.
Così Michele Ferrero iniziava a declinare, oltre 40 anni fa, quello che era una sorta di vademecum per tutti coloro che rivestivano la funzione di "Capo". 17 principi, tutti fondati sul calore umano e sul valore dell'ascolto e della relazione. Oggi potremmo chiamare tutto questo Engagement, oppure capacità di fare Coaching o, meglio ancora, avviare processi di Team o Group Coaching. Leggendo questo vademecum forse ci si accorge come spesso, troppo spesso, ci sia la ricerca di "trovare nuovi abiti" a concetti che anche solo il buon senso dovrebbero ispirare. In ogni singola frase possiamo trovare la grandezza della semplicità, oserei dire della ricchezza di appartenenza ad un tessuto comunitario che, da solo, non può che ispirare attenzione verso l'altro, ascolto attivo e proattivo, senso di appartenenza. Certo il contesto storico è profondamente e radicalmente diverso. Quaranta anni fa li, ad Alba, non erano certo presenti i fenomeni di frammentazione sociale, di isolamento delle persone, del monadismo sociale. Il tessuto sociale e la comunità c'erano e, con essi, il vissuto quotidiano della coesistenza e non della liquidità. Credo che questi 17 punti meritino una attenta lettura e, forse, una sana autocritica di tutti coloro che continuamente vanno alla ricerca di un uovo vocabolario per nominare, infondo, le stesse cose.
Ecco dunque i 17 pricipi:
1-Nei vostri contatti mettete i vostri collaboratori a loro agio:
- -Dedicate loro il tempo necessario e non le “briciole”
- -Preoccupatevi di ascoltare ciò che hanno da dirvi
- -Non date loro l’impressione che siate sulle spine
- -Non fateli mai sentire “piccoli”
- -La sedia più comoda del vostro ufficio sia destinata a loro
2-Prendete decisioni chiare e fatevi aiutare dai vostri collaboratori, essi crederanno nelle scelte a cui hanno concorso
3- Rendete partecipi i collaboratori dei cambiamenti e discutetene prima della loro attuazione con gli interessati
4-Comunicate gli apprezzamenti favorevoli ai lavoratori, quelli sfavorevoli comunicateli solo quando necessario, in quest’ultimo caso non limitatevi a una critica, ma indicate ciò che dovrà essere fatto nell’avvenire perché serva a imparare
5-I vostri interventi siano sempre tempestivi: “Troppo tardi” è pericoloso quanto “Troppo presto”
6-Agite sulle cause più che sul comportamento
7-Considerate i problemi nel loro aspetto generale e non perdetevi nei dettagli, lasciate ai dipendenti un certo margine di tolleranza
8-Siate sempre umani
9- Non chiedete cose impossibili
10-Ammettete serenamente i vostri errori, vi aiuterà a non ripeterli.
11-Preoccupatevi di quello che pensano di voi i vostri collaboratori.
12-Non pretendete di essere tutto per i vostri collaboratori, in questo caso finireste per essere niente.
13-Diffidate di quelli che vi adulano, a lungo andare sono più controproducenti di quelli che vi contraddicono.
14-Date sempre quanto dovete e ricordate che spesso non è questione di quanto, ma di come e di quando.
15-Non prendete mai decisioni sotto l’influsso dell’ira, della premura, della delusione, della preoccupazione, ma demandatele a quando il vostro giudizio potrà essere più sereno
16-Ricordate che un buon capo può far sentire un gigante un uomo normale, ma un capo cattivo può trasformare un gigante in un nano
17-Se non credete in questi principi, rinunciate ad essere capi
farmacista con una vera passione: la farmacologia. A seguire sport outdoor.
5 anniIndubbiamente "essere a capo di" è la cosa più difficile che mi sia capitato di affrontare. Ho letto recentemente che alcune aziende in US sono gestite senza "capi": la Valve Software Corporation ad esempio, non ha "capi" dal 1996. L'amministratore delegato semplicemente amministra, ma le decisioni vengono prese da tutti. Scelta coraggiosa e che mi lascia affascinata, ma credo che un'azienda di questo tipo debba partire da zero, e attirare lavoratori che scelgano questa struttura organizzativa. Questa gestione mi ha fatto riflettere, e cercherò di coinvolgere tutti i "ragazzi" nella selezione del prossimo elemento che ci affiancherà. E non per farli lavorare di più, ma per il valore della loro visione.