Se ti aspetti poco, ottieni poco

Se ti aspetti poco, ottieni poco

COMPITO MODESTO, PRESTAZIONE MODESTA?

di Edoardo Lombardi

Nei primi anni Settanta la mia azienda di allora, una grande multinazionale di beni di largo consumo, mi trasferì negli Stati Uniti con l’incarico di dirigere la progettazione e l’avviamento di un nuovo grande impianto per la produzione di detersivi sintetici in Messico. Molto saggiamente mi organizzò alcune visite agli stabilimenti, perché mi aggiornassi sulle innovazioni tecnologiche e organizzative che erano state fatte negli ultimi tempi.

Andai in una ventina di fabbriche in diverse città degli Usa, e oltre a vedere i macchinari e i processi, feci l’esperienza straordinaria di partecipare a dei colloqui con il personale, a tutti i livelli.

Fra gli interlocutori che avevano pianificato di farmi incontrare nelle unità produttive, c’erano molto spesso anche gli addetti alla pulizia degli impianti e degli uffici.

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La cosa mi sorprese molto: ero un giovane ingegnere chimico, laureato con 110 e lode, avevo lavorato alcuni anni nella filiale italiana, ma non avevo mai preso in considerazione l’idea di mettere in contatto i visitatori esterni con chi puliva gli ambienti della fabbrica.

Le visite al personale americano furono uno dei momenti di maggior valore che vissi in quel periodo negli Stati Uniti. Ti chiederai perché. Proverò a spiegartelo dopo averti raccontato la breve storia che segue, scritta nel suo blog da Bob Perks, scrittore motivazionale che ho riscoperto con molto interesse.


Se un uomo è chiamato a fare lo spazzino,
dovrebbe eseguire il suo compito
con la stessa qualità con cui Michelangelo dipingeva,
Beethoven componeva la musica
e Shakespeare scriveva poesie.
Dovrebbe spazzare le strade così bene
che tutte le milizie del cielo e della terra
si debbano fermare per dire:
“Qui vive un grande spazzino che fa un lavoro eccellente”
(Martin Luther King, attivista)


LEZIONI DA IMPARARE

C’è ancora un’idea abbastanza diffusa nella nostra cultura: se il compito è modesto, non c’è da aspettarsi niente di più che una prestazione modesta.

Nei Paesi anglosassoni non è così: forse dipende dall’influenza del calvinismo, forse è culturale, ma qualunque sia il compito, più o meno importante, ci si aspetta che chi lo fa fornisca una prestazione di alto livello. Negli stabilimenti americani che visitai, gli addetti alle pulizie lavoravano ricercando l’eccellenza.

Come Tom Peters, il noto consulente di business, ha spiegato nel suo libro intitolato The Excellence Dividend (in italiano Alla ricerca dell’eccellenza):

L’eccellenza può essere ottenuta se tu:
prendi a cuore le cose più di quanto gli altri ritengano saggio;
rischi più di quanto gli altri pensino che sia sicuro;
sogni più di quanto gli altri considerino pratico;
ti aspetti più di quanto gli altri ritengano possibile.

Per esempio, nello stabilimento di Iowa City il team leader degli addetti alle pulizie mi mostrò che avevano una vision, nero su bianco, di come dovesse apparire l’impianto, quali rischi economici potessero essere accettati, quale fosse l’obiettivo del gruppo nel breve e nel lungo termine. Risultato? Le sale erano più pulite e accoglienti di quelle di un reparto ospedaliero!

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LESSON LEARNED

L’approccio del team degli addetti alle pulizie di Iowa City non era diverso da quello del Ceo dell’azienda: entrambi miravano all’eccellenza.

Forse è questo il gap culturale che parte dell’industria italiana dovrebbe colmare, per essere ancora più competitiva.

Maria Bietolini

Parole Strategiche - Copywriter, Business Writer, Partner - "Risolvo merdoni"

1 anno

... a proposito della mancanza di senso nel voler lavorare bene.

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