Semplicità in cucina
I ristoranti di una volta, quelli che proponevano carne-pesce-pizza-aragosta-pasta, stanno scomparendo. Hanno ancora un senso al mare e nei quartieri popolari (nel senso buono della parola), ma come filosofia non piacciono e non tirano più.
I motivi sono tanti. Per prima cosa, la gente si è resa conto che nessun ristorante potrà mai eccellere sia con la carne sia con il pesce e il resto: nessuno può essere specializzato in più direzioni, non si può fare tutto da dieci e lode.
Poi piace molto di più andare, appunto, nei ristoranti specializzati: chi vuole la carne va dove fanno solo quello, idem per la pizza e il pesce, per gli hamburger pure: c'è più attenzione al dettaglio perché uno si concentra in una sola direzione e cerca di primeggiare sul mercato.
Infine, i menù infiniti dei ristoranti che propongono di tutto di più fanno venire l’orticaria. Venti pizze, trenta primi, venticinque secondi: poteva andare bene 20 anni fa e può ancora funzionare con i turisti tedeschi, oppure a Lignano Sabbiadoro e Rimini, Misano Adriatico e Cattolica (quando si va con le famiglie è tutto diverso).
Stanno scomparendo anche perché i ristoratori stessi si sono resi conto che è una follia tenere nelle celle tante materie prime: si finisce per buttare tanta merce e in cucina c’è il caos più totale.
Morale, vince chi ha un menù snello, molto snello: cinque antipasti, cinque primi e cinque secondi, ma straordinari. E’ segno di grande senso imprenditoriale e di serietà, di praticità e capacità di capire il cliente. Che apprezza e torna.