Sentire o ascoltare?

Sentire o ascoltare?

Nella vita quotidiana si utilizzano in modo quasi indifferenziato i termini “sentire” ed “ascoltare”, nonostante abbiano un significato completamente diverso.

Perché è così importante operare una netta distinzione tra i due? E che caratteristiche deve assumere un ascolto competente?

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Antonello Lecis

Assistente Tecnico TeleComunicazioni

9 anni

Sono sordo, ti sento !

Antonella Brogi

Futuri della Formazione| Linkedin Top Voices| Senior Trainer Esperienziale | Executive Coach PCC ICF | Stanatrice di conflitti sommersi | giardiniera di feedback e assertività | facilitatrice di azioni di cambiamento

9 anni

Sempre un ottimo spunto di riflessione questa differenza; mi accorgo che negli ultimi anni in aula porto all'attenzione quanto il sentire abbia un ulteriore significato, rispetto a quello del semplice udire, con il quale viene confuso. Dato che l'ascolto è dato dall'udire più l'interpretare, mi chiedo se il sentire non sia l'ascoltare con il cuore e non solo con l'orecchio. Quella parte empatica che ci permette di sentire cosa prova l'altro, le emozioni di cui accenni nell'articolo. E mi fai ricordare del simbolo giapponese con cui è indicato l'ascolto :) lo conosci? ciao, grazie!

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