Sindrome dell'impostore: cos'è e perché ti sta bloccando dal fare cose meravigliose

Sindrome dell'impostore: cos'è e perché ti sta bloccando dal fare cose meravigliose

Hai difficoltà ad iniziare un nuovo progetto perchè non ti senti mai abbastanza bravo?

Anche quando raggiungi un obiettivo ti senti come se non lo meritassi davvero?


Se ti capita o ti è capitato di sentirti così, potresti fare parte anche tu del - come lo chiamo io-  club degli impostori, di cui fa parte il 70% della popolazione.

Iniziamo  col dire che non è una patologia vera e propria. 

Con un nome così, il termine “Sindrome dell’impostore”, coniato nel 1978 dalle psicologhe Pauline Clance e Suzanne Imes , potrebbe far pensare ad un vero e proprio disturbo mentale: si tratta invece di un tratto della personalità, una condizione psicologica ben radicata che può condizionare la vita di una persona su più fronti ma che - fortunatamente - si può imparare a tenere a bada.


Cos’è la sindrome dell’impostore e cosa comporta?

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E’ considerata “Sindrome dell’impostore” la condizione psicologica per la quale si tende a non accettare i propri successi come prodotto del proprio talento.

Spesso le “vittime”  pensano che i loro traguardi personali e lavorativi siano frutto della fortuna e del caso e non si sentono mai abbastanza competenti nel proprio campo, proprio come se fossero degli impostori a rischio di venire scoperti da un momento all’altro.

Questo stato mentale,  se non viene analizzato e ridimensionato, può portare un profondo malessere e intaccare lo stile di vita di chi lo sperimenta.

Nei seguenti paragrafi troverai alcuni consigli e informazioni utili per aiutarti a riconoscerlo e far sì che esso non impatti la tua vita negativamente - tuttavia, ti consiglio di rivolgerti ad un professionista nel caso ne sentissi l’esigenza.

Bene, iniziamo!


Che impostore sei?


La sindrome dell’impostore può manifestarsi in diversi modi e può derivare da molteplici cause.

Nel suo libro “The Secret Thoughts of Successful Women” l’esperta Valerie Young cataloga le “vittime” della sindrome dell’impostore in cinque gruppi:


  1. Perfezionista: 

Non importa che il lavoro sia al 99% perfetto. Quell’1% rimanente è la prova lampante della sua inadeguatezza.  

Pretende il massimo da se stesso e tende ad ignorare i successi focalizzandosi sui più piccoli fallimenti.


  1. Esperto/a: 

Deve sentirsi perfettamente competente prima di mettersi in gioco.

Questo lo porta a perdere occasioni di lavoro perché sente che il suo profilo non rispecchi al 100% le caratteristiche richieste e trova grande difficoltà a iniziare nuovi progetti sui quali non si sente abbastanza esperto.


  1. Genio naturale:

Abituato ad ottenere buoni risultati, non si sente all’altezza se qualcosa gli richiede più sforzo del necessario. 

Spesso nel corso della sua vita si è sentito al centro di grandi aspettative, motivo per il quale tende a sentirsi inadeguato se i risultati non arrivano al primo tentativo.


  1. Solitario/a:

Vedono il chiedere aiuto come un segno di sconfitta e debolezza, motivo per il quale tendono a lavorare da soli. Il dover chiedere informazioni o aiuto provoca loro un forte stress.


  1. Supereroe/ Supereroina

Cerca di compensare il suo senso di inadeguatezza lavorando il doppio degli altri. Se non eccelle in ogni aspetto della vita si sente un fallimento e sente il bisogno di dare il massimo in ogni situazione - altrimenti tutti si accorgeranno che è un truffatore.


Se ti sei riconosciuto in uno di questi profili, non disperare. Come accennato in precedenza, la Sindrome dell’impostore non è una condizione eterna: sbarazzarsene o quantomeno tenerla sotto controllo è possibile!

Prima di procedere però voglio parlarti di alcuni personaggi famosi che dichiarano di averla sperimentata, per farti capire che tutto dipende dalla prospettiva da cui lo si guarda.


Impostori famosi 

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Pensare che Albert Einstein possa essersi sentito un “impostore” è strano, vero?

Ebbene, anche l’incredibile mente che ha partorito la teoria della relatività, poco prima di morire confidò ad un amico “La considerazione esagerata in cui viene tenuto tutto il mio lavoro, mi mette a disagio e talvolta mi fa sentire un imbroglione, anche se involontario”.

Quella che potrebbe essere a volte scambiata per modestia può nascondere un forte disagio e senso di inadeguatezza che non risparmia nessuno, neanche chi consideriamo essere persone di successo e all’apice della carriera.

Anche l’ex First Lady degli USA Michelle Obama ha spesso dichiarato di averne sofferto a partire da quando frequentava le prestigiose università di Princeton e Harvard a quando  è arrivata agli apici della carriera politica. 

Lei dichiara che quella sensazione derivava probabilmente dall’essere parte di una minoranza (quella delle donne afroamericane) che era storicamente ritenuta inadatta a ricoprire determinati ruoli.

Anche la più che nota star Lady Gaga ha dichiarato “A volte mi sento ancora una ragazzina perdente al liceo, allora devo solo rialzarmi e dirmi che sono una superstar ogni mattina in modo da poter superare questa giornata ed essere per i miei fan ciò di cui hanno bisogno per me ." e ancora l’attrice di fama internazionale Emma Watson ha ammesso “Quando ricevo un riconoscimento per la mia recitazione, mi sento incredibilmente a disagio. Tendo a ripiegarmi su me stessa. Mi sento un impostore".

Quello che mi viene spontaneo pensare è che se queste persone avessero dato ascolto a quella voce interiore che diceva loro di non essere abbastanza, il mondo avrebbe dovuto fare a meno degli incredibili talenti che sono.

E loro, umanamente parlando, non avrebbero mai scoperto le cose incredibili che sarebbero stati capaci di fare.


Cause

Non c’è una sola ragione per la quale un individuo inizia a sperimentare la sindrome dell’impostore.

Quelle più comuni si individuano nel processo di crescita, come ad esempio:

  • Genitori molto critici ed esigenti
  • Presenza di un membro della famiglia che ottiene molto successo
  • Famiglia che elogia esageratamente il bambino facendolo sentire un “piccolo genio”
  • Ambiente famigliare non sano in generale

 Le esperienze che viviamo in età infantile segnano la nostra personalità ma anche piccoli o grandi eventi traumatici in età adulta possono influenzare la nostra psiche, come ad esempio:

  • Ambienti lavorativi “tossici” per la salute mentale
  • Contesti sociali fortemente competitivi
  • Appartenenza ad una minoranza storicamente vittima di disuguaglianze sociali e stereotipi
  • Inizio di un nuovo percorso ( ad esempio un nuovo lavoro o università)

Inoltre, strumenti come i social media possono contribuire notevolmente alla sindrome dell’impostore.

Non sono qui per farvi una predica sui social - lavoro su internet e lo considero una meravigliosa fonte di conoscenza e ispirazione - ma l’essere costantemente spettatori di migliaia di persone che appaiono “migliori di noi” potrebbe non essere sempre un toccasana per la nostra autostima.


Rimedi

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Come ogni cosa che riguarda la nostra mente, il processo di guarigione non avviene dall’oggi al domani ma si tratta più che altro di un processo.

Non esiste una formula matematica per uscire da questo stato mentale: ogni individuo deve trovare la sua strategia in base a quella che è la sua personalità e il suo passato.

In ogni caso, voglio elencare in seguito alcuni consigli che potrebbero aiutarti:


  • Riconosci il percorso e non il risultato: sbagliare e fallire è normale e i nostri errori non ci definiscono. Analizza che cosa è andato storto e utilizza le informazioni per la sfida successiva.


  • Non idealizzare le persone intorno a te:  Ogni individuo è formato da una serie complessa di fattori e non è mai bianco o nero. Rendersi conto che tutti, anche quelli che consideriamo “ i migliori” vivono difficoltà, incertezze e fallimenti è utile per tornare alla realtà,


  • Impara il confronto costruttivo: l’invidia e il sentimento di inferiorità sono brutte gatte da pelare. Cerca di trasformarli in qualcosa di utile per il tuo processo di crescita personale e professionale. 


  • Parlane ad alta voce: Condividi le tue paure e i tuoi sentimenti con persone di fiducia. Ti renderai conto che parlare delle tue emozioni alleggerirà il tuo stato d’animo. Inoltre, ti renderai conto che tanti altri si sentono proprio come te e forse questo vi aiuterà a superare il problema!
  • Cerca di premiarti e di accettare i complimenti: rispondere “Grazie” ad un complimento invece che con frasi tipo “ Poteva farlo chiunque!”  aiuterà la tua autostima. Il modo in cui parliamo di noi stessi ci influenza più di quanto immaginiamo.


  • Riconosci i tuoi meriti: tieni a mente quello che hai realizzato fino ad ora. Potrebbe essere qualcosa legato alla tua carriera lavorativa ma anche alla tua vita personale. 


  • Elimina le persone “tossiche”: Un capo che non fa altro che insultarti, un partner che non crede in te, un amico che ti sminuisce continuamente. Hai davvero bisogno di persone del genere? Il nostro valore non è dettato dal giudizio degli altri, in ogni caso è meglio allontanarsi da tutti coloro che ci fanno sentire come se non fossimo abbastanza.


In conclusione, cerca di essere gentile con te stesso: dovrai viverci insieme per tutta la vita ;)








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