SINTESI Luglio 2019 #ParlaComeMangi! #FinanzaForDummies
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SINTESI Luglio 2019 #ParlaComeMangi! #FinanzaForDummies

Sintesi riferita a Luglio 2019. Scelta soggettiva degli argomenti, solo opinioni e rielaborazioni personali di dati pubblici e materiale vario, nessun sollecito e/o consiglio di alcun tipo.


Contesto

Il newsflow di luglio ha raggiunto l’apice proprio nell’ultimo giorno del mese, con l’atteso taglio del tasso di interesse di 25 bps da parte della FED. Per competenza periodale, la reazione dei mercati verrà approfondita nel prossimo report mensile, quando si delineerà meglio la strategia del governatore Powell: si tratta realmente di un ‘primo taglio’ o di un’operazione spot? Il sentiero di riduzione dei tassi è già delineato o, come lasciato intendere, si baserà sui dati economici via via rilasciati nel corso dei prossimi mesi? Le certezze, ad oggi, sono solo l’impennata negli acquisti dei c.d. beni rifugio, in primis l’oro (salito oltre la soglia di 1.375 dollari per oncia, inviolata da sette anni) e la conferma di segnali di rallentamento anche nell'economia USA in accompagnamento ad una sensibile contrazione della manifattura globale, già messa nero su bianco dalle previsioni dell’OCSE e della Banca Mondiale.

Il 2019 si candida ad essere considerato un periodo ricco di contrasti: a fronte di economie in frenata, inflazione non pervenuta e forti incertezze politiche a livello globale, il primo semestre dell’anno ha visto le Borse segnare record assoluti...

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...ed anche il debito obbligazionario (corporate e sovrano) prosegue nel suo trend di compressione dei rendimenti e della percezione del rischio, in ragione del sostegno promesso (ed in parte già concretizzatosi) dalle politiche economiche di tutte le principali Banche Centrali.


Nel mese non si registrano temi particolarmente “nuovi” nelle discussioni tra operatori finanziari, solo evoluzioni (per lo più in negativo) di tutti i fronti caldi, spesso animati dal presidente Trump con tweet pari a benzina sul fuoco: ad esempio, nonostante le parvenze di accordo al G-20 di Osaka, l’ormai nota “guerra commerciale” USA-Cina è lontanissima da una soluzione ed anzi sconfinerà certamente in risposte di tipo valutario, arma di cui la Cina dispone molto più liberamente degli USA e dell’Europa. Europa che, dal canto suo, vede crescere di giorno in giorno i timori dei mercati riguardo ad una Brexit senza accordo e le prospettive (queste più che gradite dagli operatori finanziari) di continuità nelle future azioni di Christine Lagarde rispetto a Mario Draghi, scontando la riattivazione del QE entro la fine del 2019. Dopo la conferenza stampa della BCE del 25 luglio, il mercato si attende -con probabilità dell’80%- una riduzione di 10 bps del tasso sui depositi a settembre (che raggiungerebbe -0,50%) e altri 10 punti entro la prima parte del 2020...

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...a sette anni dal famoso “whatever it takes” di Draghi, la normalizzazione dei tassi e delle politiche economiche è tutt'altro che dietro l’angolo… oppure siamo all'inizio di un “new normal” a cui conviene abituarsi in fretta?


Italia: archiviata (almeno per un po’) la questione relativa all'eventuale procedura d’infrazione per debito eccessivo, resta vivo il dibattito tutto nostrano...

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...sulle vicende del Governo, sempre più litigioso su tutti i principali temi, inclusi quelli che potrebbero avere effetti diretti anche sui rapporti con l’Europa (nodo TAV e riforma fiscale in primis).

Secondo i dati Istat il PIL italiano risulterebbe invariato anche nel secondo trimestre, rafforzando la convinzione che si stia attraversando una fase di sostanziale stagnazione (quinto trimestre consecutivo in cui la variazione congiunturale si attesta intorno allo zero); anche la rilevazione dei prezzi al consumo ha registrato risultati deludenti, visto che a luglio la variazione annuale dell'indice si è fermata a 0,5% dallo 0,7% di giugno, il terzo calo consecutivo e un nuovo minimo da 15 mesi. Per contraltare, va evidenziato il buon andamento (inatteso) dei dati anticipatori: il PMI manifatturiero ha battuto le attese attestandosi a 48,5 punti (vs 48,4 precedente e 48 atteso) e l’indice di fiducia dei servizi ha raggiunto il livello di 51,7 (vs 50,5 precedente e 50,6 atteso). Sul fronte occupazionale, l’aumento del tasso di occupazione (fattore positivo stando ai meri numeri) parrebbe invece più correttamente riconducibile alla diminuzione della popolazione in età da lavoro (conseguenza dell’invecchiamento della popolazione) che ad una reale creazione di posti di lavoro, peraltro spesso non particolarmente qualificati.

 

Tassi: in coerenza con il trend evidenziato nel trimestre e soprattutto in reazione alle parole di Draghi, l’IRS a dieci anni nell’area euro (0,009% al 31/7 da 0,18% di fine Giugno) è stabilmente al di sotto dei minimi di settembre 2016 (0,24%) ed estremamente vicino allo zero, in aree inesplorate sin dall’introduzione dell’euro; il corrispondente indice americano ha invece evidenziato un minimo restringimento nello stesso periodo (1,94% al 27/6 da 1,96% di fine Giugno): pur restando in trend discendente, la distanza dai minimi è ancora ampia (1,24% a 7/2016).

 

Azionario: a Luglio i mercati azionari delle principali economie mondiali hanno registrato variazioni contenute ed in parte contrastanti: +1,31% lo S&P500, -0,20% l’EuroStoxx50, -2,68% l’Hang Seng e +1,15% il Nikkei; guardando i grafici è facile notare che l’area asiatica ed in misura minore l’Europa hanno ancora un discreto margine prima di rivedere i massimi, a differenza degli indici statunitensi.

 

Valute: viceversa, sui mercati valutari l’Euro ha perso forza relativa verso il Dollaro e lo Yen, chiudendo il 31/7 a 1,1076 (da 1,1373) e 120,47 (da 122,55). Posizionamento pressoché stabile rispetto al Franco Svizzero (1,10 da 1,11) mentre la Sterlina s’indebolisce progressivamente a 0,911 (da 0,895).

 

Debito sovrano: sul versante obbligazionario al 31/7 si riscontra un generale restringimento dei principali rendimenti a 10 anni a partire da quello Italiano, arrivato in area 1,54% (-56 bps da 2,10%): Bund Tedesco negativo a -0,44% (-11 bps da -0,33%), Treasury Americano invariato a 2,01%, Bonos Spagnolo a 0,28% (-12 bps da 0,40%) e Gilt UK a 0,61% (-22 bps da 0,83%). Come di consueto negli ultimi anni, l’effetto delle parole di Draghi (e relative aspettative indotte) è particolarmente evidente sui paesi periferici; il dato americano letto fuori contesto potrebbe invece risultare fuorviante: il mese è stato caratterizzato da una certa volatilità del sottostante americano, con gli operatori in attesa dell’ormai scontato taglio dei tassi FED concretizzatosi l’ultimo giorno del periodo, a partire dal quale il rendimento è crollato di diversi bps al giorno.

Riguardo l’Italia, il restringimento del rischio di credito registrato su tutta la curva risulta tuttora difficilmente correlabile all'attuale situazione politica...

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...ed infatti è certamente riconducibile più al rinnovato sostegno ai mercati garantito dall’ECB, come evidenziato anche dai grafici in ‘caduta libera’ (rispetto al recente passato) proprio a partire dalla data dell’ultimo discorso di Draghi.

Il BTP a 2 anni ha concluso il 31/7 a -0,03% (-25 bps dallo 0,22% di fine Giugno) ed il 5 anni a 0,82% (-54 bps da 1,36%); tutte le aste di titoli governativi domestici degli ultimi giorni hanno registrato compressione nei rendimenti e buona partecipazione.


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