SMART ROBOT & COBOT
IL MIO PROSSIMO COLLEGA POTREBBE ESSERE UN COBOT?
Questa è la domanda che mi è sorta spontanea partecipando al Seminario "Prospettive di collaborazione tra robot e persone: Smart Robot e Cobot" organizzato da Bergamo Sviluppo - Azienda Speciale della Camera di Commercio di Bergamo, per avvicinare gli imprenditori locali a questa tematica sempre più di attualità.
L'Ingegnere Claudio Asnaghi, esperto di Industry 4.0 consulente di FESTO consulting & Academy Italia, è stato l'abile relatore che ha accompagnato i partecipanti in questo mondo fatto di robot e persone.
COBOT è un termine usato per indicare un "collaborative robot" cioè un robot progettato per avere uno spazio condiviso di lavoro con delle persone, con le quali collabora. È questa peculiarità che li rende così interessanti. Sebbene i robot tradizionali siano più veloci, possano maneggiare carichi molto pesanti e operare all'interno di un raggio d'azione più ampio, quest'ultimi essendo inconsapevoli di ciò che li circonda necessitano di spazi esclusivi per il loro funzionamento. I cobot invece sono compatibili alla condivisione di spazi con le persone durante il processo produttivo, infatti sono dotati di diversi sensori che gli permettono di operare con un certo grado di sicurezza. Per esempio i cobot possono essere dotati di sensori per la "collision detection" i quali permettono al braccio meccanico di fermarsi non appena entrano in contatto con un corpo all'interno della loro area di lavoro, sensori per lo "space monitoring" e "velocity monitoring" che permettono al cobot di rallentare i propri movimenti fino all'arresto completo nel caso che un operatore entri nel l'area di collaborazione.
Ritornando alla domanda che mi ero posto all'inzio di questa mia piccola riflessione, l'Ingegner Asnaghi è sicuro che i cobot entreranno a far parte della "forza produttiva" delle imprese, ma non prenderanno il posto di nessun operaio. Il motivo è molto semplice i cobot sono stati progettati per aiutare gli operatori in attività ripetitive e dannose per la salute e possono funzionare al meglio solo se inseriti all'interno di un sistema produttivo efficiente. Inevitabilmente, con la loro adozione, i cobot porteranno delle modifiche nella vita lavorativa degli operatori, infatti il ruolo lavoratori dovrà necessariamente cambiare e, inoltre, per ottimizzare l'utilizzo dei cobot sarà richiesto agli operatori di acquisire specifiche competenze per saper gestire al meglio il "rapporto" di lavoro con il nuovo strumento. Si va delineando la necessità da parte dei lavoratori di una continua formazione per migliorare la propria professionalità e adeguarla alla comprensione e all'utilizzo delle tecnologie promosse dal piano "Impresa 4.0".
Concludendo possiamo dire che è ancora molto remota e futuristica la possibilità di avere un "robot-collega" e, per quelli che come me avevano avuto questa bizzarra idea, è ancora più remota la possibilità di avere un cobot con il quale uscire al bar per un aperitivo dopo il lavoro.
link:
Articoli:
- "Il robot? Non è nemico del lavoratore. Bergamo sarà laboratorio dell'alleanza" di Maurizio Ferrari su L'Eco di Bergamo del 31 ottobre 2018
- "Il lavoro che serve" di Annalisa Magone su Smartnews -il magazine di Intellimech- Anno II n.4 Ottobre 2018
Video: