Smart Working - Sogno o incubo?
In questo particolare periodo alcuni stanno tornando lentamente, con le dovute misure di sicurezza, alla vita d'ufficio, altri continuano a lavorare in modalità Smart Working.
Molte cose sono cambiate rispetto a qualche mese fa.
Abbiamo compreso:
- che si possono svolgere diverse attività lavorative anche da casa
- che talvolta è possibile evitare gli spostamenti per lavoro
- e quanto sia importante il contatto umano con gli altri
I pareri sul tema Smart Working sono diversi, talvolta opposti e questo è dovuto anche alla modalità di lavoro agile che è stata scelta dalla propria azienda.
Il mondo delle PMI ha investito molto nella digitalizzazione ma non tutti, ovviamente, nello stesso modo.
Per alcuni, il personale ha lavorato da casa con i propri pc, la propria rete e l'azienda ha investito solo sulla sicurezza informatica; in altre realtà hanno ricevuto nuovi device ed attrezzature tecnologiche complementari, linea internet aziendale etc.
A prescindere da tutto ciò che le imprese hanno fatto per rendere possibile ed agevole il lavoro dei loro dipendenti da casa, non tutti, a casa propria, hanno potuto ricreare un'ambiente lavorativo idoneo.
Non tutti hanno avuto uno spazio fisico che gli è stato possibile trasformare in ufficio, non tutti vivono in località con una buona connessione internet, molti hanno dovuto cercare di creare un equilibrio fra il proprio lavoro e la famiglia.
Non è stato facile, diciamocelo pure, poi per qualcuno, nonostante le difficoltà, è stato positivo per qualcun'altro assolutamente no.
C'è chi l'ha vissuto come un sogno che si è realizzato e fra questi molti pendolari e coloro che trascorrono solitamente diverse ore al giorno in viaggio per lavoro, ore che si sono dimostrate preziose, e tolte normalmente alla vita privata (tempo libero, tempo con i propri cari).
C'è chi invece l'ha vissuto come un incubo, nessuna possibilità di stacco dalla vita privata e all'opposto nessun contatto umano per chi vive solo, tantissimi o pochissimi contatti con clienti e fornitori, moltissime riunioni una dietro l'altra o nessun confronto con i colleghi, talvolta molte ore di lavoro in più del solito o calo vertiginoso del lavoro, chi si è dovuto destreggiate con i figli a casa da scuola, chi ha avuto difficoltà tecnologiche, etc.
Come si fa quindi a dire che lavorare in Smart Working sia bello o brutto? Non si può.
Ognuno ne ha fatto una propria esperienza in base alla propria situazione e in base al proprio essere, al proprio modo di vivere. C'è chi l'ha vissuto e lo vive bene e chi male.
Di positivo per tutti possiamo di certo dire che il #covid ha portato ad una veloce digitalizzazione e tanta innovazione.
Ha permesso un rapido cambiamento, un adeguamento fulmineo, tecnologico e non solo, che senza un'emergenza di questo tipo non si sarebbe mai realizzato.
Abbiamo inoltre sviluppato nuove abilità e/o competenze.
Abbiamo visto le cose, la vita, il lavoro con un'altra prospettiva e possiamo anche dire che il Corona virus ci ha unito e ci ha diviso nello stesso tempo. Tutti per uno e ognuno per sé.
Come ogni esperienza che porta evoluzione, ci ha lasciato degli insegnamenti.
Io, l'ho vissuta per lo più come un'esperienza positiva anche se all'inizio la vedevo grigia perché tutto pareva essersi bloccato.
Poi ... mi sono detta che dovevo fare e provare qualcosa di diverso ed ho scelto di erogare la mia formazione online.
E come tutte le cose se mai si inizia, mai si impara.
Del resto le coaching one-to-one o gli appuntamenti on-line facevano già parte delle mie abitudini ogni qualvolta che la lontananza non permetteva di incontrarsi.
Scegliere il tema da cui partire è stato facile, lavorando improvvisamente tutti online, lo sviluppo del Business e il Personal Branding su Linkedin, primo social professionale al mondo, è un tema più che mai sentito.
Linkedin offre l'opportunità di essere vicini anche online ai propri clienti e quella di connettersi a nuovi contatti per generare nuove opportunità di business.
Molte persone, +100 hanno partecipato ai corsi online proposti e ciò mi ha dato lo stimolo per continuare a sviluppare alcuni progetti.
Questo periodo di lavoro online mi ha fatto comprendere diverse cose.
- L’interazione fra le persone è possibile anche online. Ho compreso che l'aula virtuale ideale è, per me, quella costituita da gruppi di 8/15 persone.
- I tempi online cambiano. Non è tutto immediato come live. Serve ottimizzare, settare, organizzare, pianificare al meglio e frazionare le giornate formative.
- L'online unisce. Sono stata felice di aver poter potuto avere in aula partecipanti da diverse città di Italia e anche dall'estero.
- Non tutto è possibile online. La tecnologia non permette di replicare tutte le situazioni/ambienti che si possono creare dal vivo.
- Il contatto umano dal vivo non ha eguali. Ho avuto una grande nostalgia della pausa caffè insieme, del poter conoscere le persone vis a vis.
Ognuno di noi, ha tratto insegnamento da questo periodo. A te cosa ha lasciato? Cosa ha imparato? Che riflessioni ti ha portato a fare?
.
.
#smartworking #coronavirus #business #socialmedia #online #linkedin #personalbranding #lavoro #pmi #coaching #formazione #team #meeting #crescitapersonale #socialnetwork
Presidente e fondatore di Consorzio Gruppo Acquisti
4 anniSono Pro e la mia esperienza è stata positiva. i tempi improduttivi (spostamenti in auto e alla pausa pranzo) sono stati meglio investiti in maggiori appuntamenti tramite skype o zoom a cui è corrisposta una maggiore produttività e migliore qualità della giornata lavorativa e di vita.
Formatore - business Coach (EMCC-EIA Senior Practitioner) Consulente per le HR | Soft e Digital Skills | Linkedin ad hoc per il: Branding - Generazione clienti - Reclutamento
4 anniIl problema principale è che le aziende sono abituate a misurare il lavoro dei dipendenti in tempo e non il risultato. Ci sono inoltre, spesso, problemi di comunicazione interna e di responsabilizzazione dei ruoli. Vedere la persona alla scrivania da loro una finta sicurezza che stia lavorando. In molti hanno affermato di aver lavorato molto di più da casa e di aver avuto però l'amara sensazione che i loro superiori fossero convinti che loro non abbiano lavorato a sufficienza. Questo avviene quando non si ha l'idea di quanto tempo serva per ottenere un risultato e di che tipo di rendimento ha quel dipendente. Lo smart working applicato in modo corretto da alcune aziende monitora i risultati e non se il PC è collegato al server dalle 9.00 alle 18.00. Penso che questo periodo, nonostante anomalo, ha fornito tanti elementi su cui riflettere. Sono proprio le decisioni prese dalle #pmi in pochissimo tempo che hanno messo in evidenza, ancor di più, quale siano quelle meglio organizzate e quali necessitano di migliorare quei punti (che erano temi che trattavo in azienda anche prima del Covid) Su questo siete d'accordo con me? Luca Tenzi, Marianna Migliore, Mario Barbati, Stefano Maiano, Andrea Ciavotta
Laserdyne Europe Service Engineer presso Prima Power Laserdyne, LLC
4 anniDecisamente meglio lo smart working, ma le aziende italiane sono ancora abituate ad essere un poco maniache del controllo: mi pare che ancora non riescano molto a concettualizzare la possibilità di concedere autonomia in cambio di un piano orientato ai risultati.....
R&D Technical Senior Manager Convertitori di frequenza | Convertitori risonanti | Piani ad induzione | Elettronica di Potenza | Innovazione | Qualità
4 anniA mio avviso questo periodo non è molto significativo per valutare lo Smart working. I figli sono a casa data la chiusura delle scuole, e molti clienti/fornitori erano/sono chiusi o a bassa produttività. Di conseguenza una valutazione sulla produttività ed efficacia dello Smart working è falsata sia da condizioni lavorative eccezionali sia dal brevissimo tempo per organizzare le attività da remoto.
Sales Executive Centro e Sud Italia
4 anniNei mesi scorsi lo Smart working è stata sicuramente la modalità di lavoro che mi ha permesso di portare avanti, anche con ottimi risultati, la mia attività . Certo è che io amo il mio lavoro anche per la possibilità che mi da di avere rapporti diretti con clienti e potenziali. Il mio punto di vista di mamma con bimbe under 6 è che l’organizzazione è veramente un’ardua impresa.