SOGNARE GRANDI TRAGUARDI

SOGNARE GRANDI TRAGUARDI

Tutti voi avrete sicuramente sentito parlare della grande favola calcistica del Leicester. Ne hanno parlato tutti i network sportivi d’Europa perché nel 2016 è riuscito a vincere la Premier League, da molti ritenuto il campionato di calcio più difficile del mondo.

Una squadra fino a quel momento assolutamente sconosciuta al di fuori del tifo locale della piccola cittadina britannica, che aveva come prospettiva la lotta per non retrocedere.

In Italia se ne è parlato più che in altri paesi europei perché alla guida come allenatore c’era un italiano, Claudio Ranieri. Un grande professionista, definito da molti come l’eterno secondo, che non aveva vinto nella sua carriera alcun trofeo importante e per questo a volte oggetto delle ironie di alcuni colleghi ben più titolati. Ovviamente prima di questa esperienza straordinaria.

Una favola degna di uno dei migliori racconti di Walt Disney, che ha trasformato una città di poco meno di 300.000 abitanti al centro dell’Inghilterra in un punto di riferimento ed esempio su come sia possibile realizzare un grande sogno.

Ciò che ci si può chiedere è come sia stato possibile che una società con una squadra “operaia”, composta da giocatori validi ma nella media, lontanissima dalle faraoniche squadre riempite di campioni, abbia potuto vincere una corsa così lunga e difficile, ponendosi nella posizione di diventare un esempio nella gloriosa storia del calcio inglese.

Spesso in questi ultimi anni in Europa e soprattutto nel campionato inglese, sono approdati campioni tanto blasonati e considerati dei talenti assoluti, quanto a volte sopravvalutati e fortunatamente questa esperienza riporta alla luce il fondamentale contributo della volontà umana per raggiungere grandi risultati.

Credo inoltre che i fattori da prendere in considerazione per spiegare questo straordinario risultato possono essere brevemente riassunti in una componente collettiva ed in una componente individuale.

Tutto ruota intorno alla ferma volontà del singolo fortemente determinato a raggiungere un obiettivo che a tutti appare impossibile. Ad ogni passo senza cadere si acquisisce fiducia e le inevitabili sconfitte vengono vissute per quello che sono, senza intaccare quanto di buono è stato fatto. Sognare e mantenere sempre quel forte senso di realizzazione e tensione verso l’obiettivo, aiuta a raggiungere prestazioni superiori alla media contribuendo a dare il massimo in qualsiasi situazione.

Mai e sottolineo mai rinunciare alla possibilità che ci è data di sognare ed immaginare di realizzare uno straordinario risultato, qualsiasi esso sia. Avere la forza di non cedere allo sconforto che deriva da una battuta di arresto, rialzarsi sempre e proseguire traendo da qualsiasi esperienza un insegnamento per poter dare ancora di più.

Un altro elemento di questa storia è lo spirito di gruppo e la forza che ne hanno tratto i giocatori che si sono immedesimati con il team, sentendosi parte di qualcosa di più grande della loro individualità, spinti a dare sempre il massimo ed a sacrificarsi, se necessario, nella consapevolezza che solo tutti insieme sarebbero riusciti in una grande impresa. Un team granitico e convinto delle proprie possibilità, consapevole che le competenze ed il talento di ciascuno unito insieme avrebbe superato di gran lunga il talento, seppur eccezionale, dei singoli.

Da ultimo sicuramente vi è stata la capacità di un leader di supportare questo gruppo, dimostrando di essere uno di loro, pari a loro e non solo il coach. Una persona capace di far esprimere ai propri giocatori il meglio che ciascuno era in grado di dare, prediligendo il concetto di gruppo e parlando poco dei singoli. Un leader che non si è elevato a condottiero e guida verso l’inevitabile successo, ma un professionista pacato, riflessivo e non protagonista che ha saputo anteporre il lavoro in team, bravo a valorizzare, far emergere e soprattutto mettere a fattor comune l’energia positiva dei singoli giocatori, guidati da una forte motivazione.

La straordinarietà di questa esperienza risiede paradossalmente nel fatto che l’anno successivo la squadra non è andata bene con quasi gli stessi giocatori e lo stesso allenatore, che peraltro è stato poi esonerato.

Un successo che sicuramente si può prendere ad esempio su come stile di leadership, forza del team, motivazione e sogno siano alla base del successo. Sia nel calcio, nella vita e anche nel lavoro.

Roberto Turchetti

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altre pagine consultate