A spasso con il mio "cervello"
Era notte. Sul viso iniziai a sentire una sensazione di umido e freddo, mi girai pensando stessi sognando; ma poi quella sensazione diventava sempre più forte e reale. Mi alzai all'improvviso e dinanzi a me,seduto ai piedi del letto, con le gambette penzoloni, mi apparve un buffo omino sorridente. Aveva il corpo simile ad una noce, le gambette sottili, grandi piedi e braccia lunghe. Gli occhi erano piccoli e vispi; per bocca aveva un piccolo buco che si allungava quando sorrideva. " Chi sei? " gli chiesi sbalordita; " Sono il tuo cervello " mi rispose l'omino continuando a sorridere. Mi strofinai gli occhi per liberarmi di quella buffa immagine e svegliarmi. Ma a nulla servirono i miei tentativi; l'omino si alzò, mi tirò le coperte e con fare divertito e giocoso mi disse: " Andiamo a fare una passeggiata "; mentre cercavo invano di riprendermi le coperte con tono severo gli risposi: " Tu non puoi essere il mio cervello....". Allora " cervello " cominciò a ridere rotolandosi sul letto " Uffa ero stanco di stare chiuso nella tua testa" ,disse, accarezzandomi dolcemente il viso, poi mi prese la mano e uscimmo.
Incominciavano ad accendersi le prime luci dell'alba e a sentirsi i primi rumori di una città che lentamente si sveglia. Indossavo solo un leggero pigiama eppure non provavo alcun freddo seguivo, emozionata e incredula, il mio piccolo amico. Arrivammo vicino al mare e finalmente esausti ci adagiammo su di una panchina. " Cervello " guardava il mare stupito e poi esclamò a gran voce: "Bellissimo ", io lo guardai risentita e aggiunsi: "non capisco tutto questo entusiasmo, migliaia di volte siamo stati a mare, abbiamo viaggiato, vissuto storie ecc..." mi guardò con sguardo tenero, e timidamente mi disse: " Ma io non ho visto niente di tutto quello"; io lo abbracciai forte forte sussurrandogli " Scusami ". Giunti a casa Cervello ed io ci infilammo stanchi nel letto e ci addormentammo rannicchiati, l'uno vicino all'altro, felici di esserci incontrati.