Startup: tra progressi italiani e primato irlandese.

Startup: tra progressi italiani e primato irlandese.

In Italia, con la legge n. 221/2012 di conversione del Dl 179/2012, nasce il “Decreto Crescita 2.0”. Il Governo Italiano ha adottato la suddetta normativa per lo sviluppo e la crescita del paese, in particolare, la Sezione IX è dedicata ad una nuova tipologia di imprese, le Startup Innovative. Queste sono società di capitali, anche in forma cooperativa, in territorio Italiano o Europeo, con sede produttiva o filiale in Italia, che rispondono a determinati requisiti e hanno come oggetto sociale prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.

Le Startup Innovative hanno innumerevoli vantaggi e agevolazioni fiscali che le rendono un’ottima scelta nel panorama imprenditoriale. Tra questi abbiamo: detrazione Irpef del 19% sulle spese per un investimento massimo detraibile di 500mila euro per periodo d’imposta da mantenere per almeno 2 anni; esenzione da imposta di bollo e diritto di segreteria per l’iscrizione nel registro delle imprese; credito d’imposta del 35%; contratti di lavoro rinnovabili; crowdfunding; incentivi fiscali per investimenti da parte di privati o società nelle Startup.

Negli ultimi anni, l’Italia ha posto le basi per un'importante rete di imprese innovative giovani ma allo stesso tempo solide. Nel 2018 il numero di Startup è cresciuto da 7.866 a 9.647 unità, un aumento esponenziale che ha generato un incremento considerevole di posti di lavoro. I dati dei bilanci sottolineano un’impennata del fatturato complessivo che ha superato il miliardo di euro. Attualmente il 3% di tutte le società di capitali italiane sono rappresentate da Startup, con meno di 5 anni e in stato attivo. Dal punto di vista geografico, un terzo delle Startup attive si trova in Lombardia (2368 unità), seguono Lazio (1027) ed Emilia Romagna (919).

Questi dati confermano che l’Italia crede fortemente nell’innovazione, attribuendo alle Startup una valida soluzione per superare il periodo di crisi economica in cui si trova. A prova di ciò, è nato quest’anno, su iniziativa del Ministro Di Maio, il Fondo Nazionale Innovazione (FNI), di circa un miliardo di euro, che ha l’obiettivo di riunire e moltiplicare risorse pubbliche e private dedicate al tema strategico dell’innovazione.

Nonostante i vantaggi nell’iniziare una startup in territorio italiano, la penisola a forma di scarpa non è nemmeno tra i primi dieci paesi in Europa dove maggiormente conviene avviare attività di impresa innovativa. Al primo posto troviamo l’Irlanda, che negli ultimi anni ha deciso di puntare fortemente sull’innovazione: oltre ad un sistema di tassazione di impresa tra i più bassi in Europa, il primato continua a consolidarsi grazie ad un ambiente giovane (età media 25 anni) e affitti molto competivi. 

Il territorio irlandese è la maggiore attrazione per i venture capital americani che, dal 2016, hanno investito più di 320 milioni di euro e hanno reso l’EIRE quarto paese al mondo per volume di investimenti. Ma qual è il motivo principale di questa spinta imprenditoriale verso l’Irlanda? Il punto di forza è sicuramente un forte sistema fiscale. L’imposta sui profitti societari prevede un’aliquota del 12,5% su tutti i profitti delle società e il credito d’imposta, fino al 30%, per attività di ricerca e sviluppo svolte in Irlanda. Inoltre, chi utilizza o cede in uso brevetti, gode di deduzioni fiscali dei costi sostenuti per l’acquisto o la licenza d’uso di diritti di proprietà intellettuale. 

Per questi motivi l’Irlanda è considerato l’ambiente ideale dove fare business, e ciò non vale solo solo per le startup: con una Single Member Company è possibile dare vita ad una società SRL con capitale minimo di 1€ e numero 2 minimo di soci e, in caso di fallimento, la responsabilità è limitata esclusivamente all’ammontare del capitale sociale versato senza che vi sia il coinvolgimento del patrimonio personale dei soci che hanno dato vita all’impresa.

Quanto detto in campo di imprese innovative sui progressi italiani e sui primati irlandesi, ci permette di desumere con facilità che chiunque preferirebbe l’isola di smeraldo per dare inizio ad una Startup. Ma sarebbe giusto lasciare il proprio paese in un periodo di forte crisi economica come quello attuale? Perché sviluppare un progetto innovativo altrove, lasciando che l’Italia continui ad essere uno stato per vecchi e senza speranze di risalita economica? L’Italia sta seminando per dare inizio ad una svolta, tocca a noi raccogliere i primi frutti e dimostrare quanto ancora crediamo nella nostra patria. Certo, sarebbe difficile raggiungere in pochi anni i progressi irlandesi, ma innovare valorizzando il territorio sarebbe il primo passo di una lenta risalita.

Scritto da Gaetano Bastone e Emilio Arvonio.

Luigi Barretta

Project Manager & Brand Ambassador | In permanent beta: learning, improving, evolving...

4 anni

Articolo molto interessante, grazie mille Gaetano Bastone Emilio Arvonio Lavorare sull'isola di smeraldo è sempre stato un forte desiderio per me e che spero di portare avanti.

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