Stato dell'arte della "web sentiment analysis"

Stato dell'arte della "web sentiment analysis"

L'analisi del "web sentiment" è una fotografia del pensiero dell'utente rispetto ad uno specifico argomento: persona, evento, prodotto, servizio, azienda o qualsiasi altra cosa menzionata sul web.

Viene misurato automaticamente grazie ad algoritmi di ricerca semantica utilizzati da software realizzati a tale scopo, che rastrellano i contenuti on-line in cui si menziona l'argomento ed esprimono il risultato sotto forma di percentuali di gradimento positivo, negativo e neutro.

Aldilà del funzionamento dei suddetti motori di ricerca, arrivati alla seconda generazione, quello di cui ci interessa parlare in questa occasione è quanto siano importanti ed attendibili, oggi ed in prospettiva, le analisi sul "web sentiment".

Quanto può essere importante per un'azienda sapere, in tempo reale, se i clienti parlano bene o male dei propri prodotti, dei propri manager o della propria pubblicità è lapalissiano, ovviamente: è sulla base di ciò che si alimenta la reputazione nel tempo e si prevengono le crisi aziendali derivanti dalla diffusione virale nei canali digitali.

L'attendibilità, invece, merita un approfondimento, dato che la precisione dei risultati ottenuti grazie all'intelligenza artificiale odierna oscilla intorno al 70%: ciò rende necessaria una costante supervisione umana. Solo con la correzione meccanica, infatti, l'attendibilità del "sentiment" automatico riesce a soddisfare le aspettative delle aziende, avvicinandosi al 100%.

Ma la tecnologia progredisce speditamente: la prossima generazione dei programmi informatici di "Natural Language Processing" (i software che elaborano il linguaggio naturale, scritto e parlato, per capirne il significato) alzerà la precisione dei risultati ad oltre il 95% e consentirà alle persone di parlare agli oggetti usando il linguaggio naturale, vocalmente o in forma scritta, rivoluzionando la "user experience" attuale. La grande novità tecnologica che avvicinerà la realtà alla fantascienza è ormai alle porte e si chiama "conversational computing": le macchine che comprendono il linguaggio umano ed interagiscono con l'uomo!




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