STORIA DI UNA CICCIONA CHE SOGNAVA DI ESSERE MAGRA

STORIA DI UNA CICCIONA CHE SOGNAVA DI ESSERE MAGRA

La prima volta che ingrassai avevo 15 anni.

La prima volta non ingrassai semplicemente, ma lievitai 30 kg in 4 mesi.

Il mio corpo stava sanguinando e io chiedevo a mia madre di comprarmi una crema che potesse farmi smettere di provare dolore perché le smagliature che si erano formate nel mio corpo erano come tagli e la pelle mi faceva tanto male.

Ero finita in una comunità, avevo perso i miei genitori, le mie amicizie, la scuola, avevo però trovato sfogo nel cibo, nel riempire la pancia fino a provare senso di nausea e vomito.

Questo mi dava sollievo per pochi minuti, dopo i sensi di colpa, la vergogna.

I vestiti carini che avevo non mi stavano più e tutti mi prendevano in giro perché avevo un sedere veramente grosso e le gambe che a detta loro sembravano 2 prosciutti.

Io stavo male perché avevo letteralmente perso la mia identità e il cibo sembrava essere l’unico amico che mi confortava coi suoi gusti e disgusti.

Fumavo e mangiavo, in più mi venivano somministrate tanti psicofarmaci: ricordo i mal di testa lancinanti e la bava sul cuscino quando facevano effetto…sembrava di ricevere tanti scossoni ma non riuscivo a muovermi e collassavo in un sonno artificiale.

Non capivo quasi niente, faticavo a parlare, a dire il vero penso di aver pronunciato frasi sconnesse più volte prima che mi venisse abbassato lievemente il dosaggio dei farmaci.

Io al contrario di quello che pensavano i medici e gli operatori della comunità non ho mai pensato per una volta al suicidio e non erano necessarie tutte quelle medicine!

Così mangiavo, dormivo e mangiavo, strisciavo le mie gambe stanche e faticavo a fare le scale della comunità.

D’estate quando noi ragazzi venivamo portati al mare mi veniva chiesto se mi vergognassi a mettermi il costume. Io col tempo iniziai a vergognarmi.

E’ molto curioso come le persone siano critiche e mal disposte verso i ciccioni.

Ero sempre io, ero sempre Ramona ma i kg che mi rivestivano erano il mio biglietto da visita.

Quanto dolore c’è dietro a quei kg, quanta frustrazione.

La cosa più brutta che potessi appurare è che più provavo ad oppormi a tutto ciò e più i kg resistevano e crescevano.

Solo più tardi quando iniziai a frequentare la scuola professionale di parrucchiera decisi di mettermi a dieta.

Una dieta fatta di rinunce, di privazioni, di spicchi di mela a cena e insalate scondite a pranzo. Una dieta che mi costringeva a sopportarne i morsi della fame a metà mattina sul banco di scuola e sentirmi svenire per strada mentre tornavo in comunità in bicicletta.

Quello che mi sentivo dire dalla gente era “brava Ramona, sei dimagrita, ma come hai fatto?”

L’urlo silenzioso non lo poteva udire nessuno però.

Per questo oggi aiuto le persone a riprendere in mano la propria vita dimagrendo in modo sano e senza inutili diete.

Ci sono passata più volte ed ho capito che solo un corretto stile di vita ci può far mantenere un’ottima salute.


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