STORIE DI COACHING - I RACCONTO.
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Questo è il primo racconto di Storie di coaching, la nuova rubrica in cui condividerò alcuni dei percorsi più interessanti che i miei clienti hanno scelto di intraprendere insieme a me come Life Coach.
Il protagonista di questa prima storia è Luca, 32 anni. Luca lavorava per un’azienda medio-piccola, ove era nato e cresciuto professionalmente, tanto da essere molto legato al titolare, per il quale aveva sempre provato stima, ammirazione e gratitudine.
Nell’ultimo periodo prima di contattarmi, però, questa relazione si era andata logorando, causando a Luca uno stato di sofferenza. Ormai, non era più un ragazzino e in quell’azienda si sentiva soffocare. Lavorava tanto, fino a 15-16 ore al giorno.
Aveva grandi progetti per sé e per la sua vita, ma in quell’ultimo periodo si sentiva pesante, impantanato. Bloccato in una situazione senza via d’uscita. Frustrato da un rapporto con il titolare della sua azienda che ormai non aveva più niente da dire.
Quando mi contattò, mi disse una cosa sola: “Voglio cambiare vita”. Parole piene, che per lui, dopo tanti sacrifici fatti, significavano semplicemente godersi la vita con la sua famiglia. Realizzare il suo progetto di mettersi in proprio.
Ma quel senso di fatica lo opprimeva: il lavoro, il pochissimo tempo a disposizione, la paura di non farcela dal punto di vista economico.
Dopo aver esplorato a fondo la sua situazione, però, Luca acquisì subito piena consapevolezza del fatto che la realizzazione del suo progetto sarebbe stata l’unica soluzione per farlo finalmente stare bene. Gli avrebbe permesso di cambiare vita, fare una cosa sua e sentirsi veramente realizzato. Avrebbe avuto più tempo a disposizione per sé e la sua famiglia. In altre parole, percorrere questa soluzione lo avrebbe fatto “stare bene a prescindere”, utilizzando le sue parole.
E questo fu un primo passo fondamentale, perché lo portò a identificare la motivazione intrinseca su cui far leva per perseguire il suo cambiamento.
La visione con cui sintetizzò tutti questi ragionamenti, fu quella di lui con le braccia alzate. Era una visione potente, che gli infondeva forza e coraggio.
Il passo successivo fu quello di stendere un piano d’azione di medio periodo, impegnativo ma concreto, che fin da subito era desideroso di mettere in atto.
Fece un’analisi di come impiegava le sue energie e decise di ridistribuirle in modo più congeniale per quelli che erano i suoi piani. Identificò via via anche i diversi prosciugatori di energia presenti nella sua vita, dei quali progressivamente si liberò, anche se in alcuni casi non fu così semplice.
Ma la sua visione, quella di lui con le braccia alzate, era sempre lì e lo aiutava costantemente a ricordarsi che stava muovendosi in direzione della realizzazione del suo obiettivo. E questo era sufficiente per restituirgli il suo equilibrio, la sua centratura in ogni circostanza.
Nel frattempo il suo piano andava avanti, con qualche piccolo intoppo come è normale che sia, ma le cose procedevano bene. E questo contribuì a dargli sempre maggiore fiducia.
Iniziò così lavorare sui propri confini e Valori personali. In particolare, grazie ai Valori, comprese che spesso la confusione e l’ansia da cui si sentiva oppresso dipendevano proprio dal mancato rispetto di quei Valori fondamentali che costituivano il suo essere.
Arrivò a comprendere che ogni momento della vita va vissuto per quello che è, senza respingerlo, nella consapevolezza di ciò che si è e di ciò che si vuole fare.
E così, come spesso succede quando si lavora su di sé, arrivò anche a relazionarsi con il suo Gremlin, quel sabotatore interno che vive dentro ognuno di noi, riuscendo ad avere la meglio.
Ogni tanto aveva ancora dei momenti di confusione, ma puntualmente durante le sessioni riusciva a mettere ordine, riprendendo il controllo della situazione.
Concluso il lavoro sui Valori, osservando la sua lista un giorno mi disse: “Sento un forte senso di appagamento e consapevolezza, mi sento più alto.”
Supportato dalla forza dei suoi Valori, adesso la visione del suo futuro era chiara. La nebbia era sparita e senza neanche accorgersene si ritrovò ad un passo dal suo traguardo finale.
Oggi, Luca si è dimesso da quell’azienda per cui lavorava da quando era poco più che un ragazzino ed ha avviato la sua attività in proprio, che funziona bene. Anzi, meglio di quanto potesse aspettarsi.
La sua vita è in linea con ciò che voleva e questo lo rende felice. Si dedica alle sue passioni e ha molto più tempo per sé stesso e la sua famiglia.
Alla prossima storia,
ciao
G