#Storie di successo al femminile ... quando la passione fa la differenza ...

#Storie di successo al femminile ... quando la passione fa la differenza ...

E' la storia di Paola Casali, notaio. Oggi anche gli studi notarili sono coinvolti in un cambiamento epocale e le doti manageriali e imprenditoriali cominciano a fare la differenza, accanto alle qualità professionali. Ecco come la passione per il proprio lavoro può fare la differenza.

 Quanto entra in gioco la dedizione e la passione nel lavoro del notaio? 

«La dedizione nel seguire il cliente è fondamentale. Il lavoro del notaio si fonda sulla fiducia: chi sceglie il proprio professionista ricerca una figura competente e preparata, che sappia farsi carico dei propri problemi, preoccupazioni ed esigenze. Il cliente si rivolge al notaio per comprare un immobile, per gestire pratiche successorie, per definire l proprio testamento, per essere consigliato nel pianificare il proprio futuro patrimoniale e per pratiche societarie e commerciali. Il notaio diventa quindi l’interlocutore di riferimento per il proprio cliente nelle fasi significative, sotto il profilo patrimoniale e personale, della vita. Per me la passione è il mio motore propulsivo, che declino sotto tanti e variegati aspetti: nell'aggiornamento professionale indispensabile in un mondo in continuo movimento, nella cura del proprio studio e dei collaboratori, nella capacità di ascoltare, comprendere e relazionarsi con i clienti, nella sensibilità a cogliere particolari significativi e sfumature importanti, nel trovare soluzioni per i propri clienti in linea con le novità normative e la prassi in evoluzione. Ogni volta che ho la sensazione di svolgere un compito per dovere, mi fermo e cerco di mettere in primo piano l’aspetto positivo e piacevole di quel compito, magari inquadrandolo in un progetto più ampio e arioso. In questo modo, sciolgo le fatiche quotidiane, che non mancano mai. La soddisfazione più grande che raccolgo dal mio lavoro è alla fine il ringraziamento sincero del cliente alla chiusura di un atto, che sia piccolo o grande. Quel “grazie” alimenta la mia voglia di andare avanti ogni giorno e aiuta a dare un senso alla mia giornata, che così diventa più leggera, come un quadro di Chagall». 

Lei oggi ha una vision nel dirigere il suo studio e rende partecipe i suoi collaboratori dei progetti che desidera realizzare?

«Credo di sì. Il mio lavoro viene quotidianamente svolto con i miei collaboratori, che sono la mia famiglia lavorativa. Ci siamo scelti, cresciamo ogni giorno insieme, ci aiutiamo nei momenti di difficoltà e sappiamo gioire insieme del bello del nostro lavoro. Abbiamo capito che il lavoro di squadra ripaga sempre, sia all’interno dello studio sia verso il cliente. Con il passare degli anni, abbiamo accresciuto la nostra sintonia e in alcuni momenti ci capiamo al volo, talvolta basta uno sguardo o una parola. Con l’esperienza ho imparato che il parere dei miei collaboratori va sempre tenuto in grande considerazione per il bene dello studio, perché offre una visione più ampia che mi aiuta a prendere le decisioni migliori. Quando poi vi sono problemi interni, incomprensioni o cambiamenti che inevitabilmente capitano, cerco di capire cosa succede, cosa manca e cosa c’è da migliorare, in questo modo si dà sempre un aggiustamento di rotta ma si naviga uniti». 

Quando si parla di leadership al femminile (ma al maschile è la stessa cosa) non si parla di teorie astratte ma di fatti e questo è il risultato di chi ha saputo interpretare il proprio ruolo di leader, manager, imprenditrice senza snaturare le proprie caratteristiche di donna.

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