Tassazione degli utili societari di derivazione estera e impatto sulle scelte di pianificazione fiscale Italia - USA

Il nuovo "Tax Cuts and Jobs Act" approvato il 22 dicembre 2017 negli Stati Uniti ha introdotto una nuova categoria di utili societari, definita reddito immateriale di derivazione estera ("foreign derived intangibile income", in acronimo "FDII"), per i quali si applica un abbattimento fiscale del 37.5%, per i periodi d'imposta 2018-2025, e del 21.875%, per i periodi d'imposta a partire dal 2026.

Gli utili appartamenti alla categoria denominata FDII sono quelli derivanti (1) dalla cessione, locazione o concessione in uso di beni (materiali o immateriali) a soggetti non residenti per uso, consumo o disposizione al di fuori degli Stati Uniti, e (2) dalla prestazione di servizi a soggetti, o relativamente a beni, localizzati al di fuori degli Stati Uniti, per la parte eccedente un ammontare pari al 10% del valore fiscale dei beni materiali ammortizzabili della società.

Una volta applicati gli abbattimenti fiscali riportati sopra, l'aliquota d'imposta effettiva sugli utili societari di derivazione estera corrisponde, rispettivamente, al 13.125% e 16.406%.

L'ammontare dell'abbattimento fiscale per gli utili societari di derivazione estera, sommato all'abbattimento del 50% degli utili delle controllate estere tassati direttamente in capo alla controllante USA, non può superare l'ammontare totale degli utili imponibili della società.

L'obiettivo di politica fiscale portato a giustificazione degli sgravi fiscali e della conseguente applicazione delle aliquote effettive ridotte di tassazione degli utili societari di derivazione estera, consiste nell'incoraggiare le società americane a localizzare e far rientrare negli USA le attività di produzione di beni, prestazioni di servizi e gestione e licenza di proprietà intellettuale destinati a clienti localizzati in mercati esteri.

Gli abbattimenti fiscali e le aliquota d'imposta ridotte sugli utili societari di derivazione estera sono riconosciuti anche a società americane a partecipazione e controllo estero.

Appare evidente che, alla luce del nuovo regime fiscale di favore per gli utili societari di derivazione estera delle società americane a controllo estero, aziende italiane che operano sul mercato USA mediante società controllate di diritto americano hanno l'esigenza di rivedere le proprie strutture di pianificazione fiscale delle attività contorte tramite la controllata USA, e dei rapporti inter company tra controllata USA e capo gruppo italiana, considerato che, sulla base della nuova normativa, (1) il trasferimento e la concentrazione della proprietà intellettuale di gruppo in capo alla controllata americana, (2) l'erogazione di servizi inter company da parte della società americana, (3) la concentrazione di attiva di finanziamento e erogazione di servizi di finanziari e tesoreria intra gruppo tramite la controllata USA, e (4) la prestazione di servizi a clienti esteri su progetti e contratti internazionali del gruppo tramite la controllata americana, può dare luogo alla produzione di utili societari soggetti a tassazione ridotta negli Stati Uniti (13.125% rispetto a 27.9% applicabile in Italia).

Analogamente, gli utili derivanti dalla vendita e distribuzione di beni sui mercati internazionali, effettuata per il tramite della controllata americana, beneficiano dello stesso regime fiscale di favore, negli Stati Uniti.

Nel contesto di una possibile revisione della pianificazione fiscale di gruppo al fine di tenere conto della nuova normativa fiscale entrata in vigore negli USA, occorre porre attenzione al potenziale impatto di normative anti elusive applicabili sul fronte italiano, tra cui, in particolare:

  • la disciplina dei prezzi di trasferimento, applicabile a scambi di beni e servizi tra la controllata USA e la capo gruppo italiana,
  • l'applicazione dei principi italiani in materia di estero vestizione, diretti a considerare soggetta a d'imposta in Italia, sulla base del criterio della sede dell'amministrazione effettiva (place of effettive management), una società controllata americana che non disponga di un'attività di amministrazione effettiva sul suolo americano, ma sia gestita e amministrata direttamente dall'Italia,
  • la potenziale applicazione della normativa italiana sulle controlled foreign companies, alla luce del divario fiscale tra aliquota effettiva sugli utili americani, rispetto all'aliquota IRES applicabile in Italia.

La nuova normativa fiscale in vigore negli USA e' ancora soggetta a studio e approfondimenti, e ci si aspetta che l'amministrazione finanziaria americana promulghi a breve circolari e risoluzioni interpretative dirette a guidare interpreti e operatori ai fini dell'applicazione delle nuove norme fiscali. Non e' neppure escluso che eventuali futuri cambiamenti nel controllo del Congresso USA in esito alle elezioni di medio termine (che si terranno nel prossimo mese di novembre) possa portare a modifiche, se non altro sul piano regolamentare, se non a vere e proprie revisioni legislative dell'impianto della riforma adottato dal governo in carica.

In ogni caso, allo stato attuale e' già partito il processo di revisione delle scelte di pianificazione fiscale, da parte sia di aziende americane operanti sui mercati esteri, sia da parte di aziende estere operanti sul mercato USA e sui mercati internazionali tramite controllate americane, al fine di cogliere appieno le opportunità di risparmio fiscale offerte dalla legge di riforma fiscale entrata in vigore negli Stati Uniti.



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