Tassonomia, la Commissione europea dice sì a gas e nucleare: “Sono fonti utili alla transizione ecologica”

Tassonomia, la Commissione europea dice sì a gas e nucleare: “Sono fonti utili alla transizione ecologica”

Il provvedimento è stato varato, con modifiche marginali rispetto alla bozza del 31 dicembre scorso, e ora dovrà essere esaminato dal Consiglio e Parlamento, che con ogni probabilità manterranno l’assetto.

Inizierei con un aneddoto. La nostra attività di Consulenza ci porta spesso ad avere contatti a vari livelli istituzionali e politici. In tale ambito, ho incontrato una persona di assoluto livello, al quale ho raccontato il nostro lavoro, specificando che circa metà della nostra attività è concentrata in ambito Energia. ‘Ma più solare o più eolica?’ fu la risposta.

Potremmo parlarne a lungo. Certamente, la persona con cui stavo parlando non aveva ben presente quali fossero le fonti di energia che consentono al nostro mondo di funzionare nelle attuali modalità. Non sapeva che olio, gas e carbone rappresentano tuttora la fonte principale di produzione di energia, o che il nucleare in alcuni paesi rappresenta da solo quasi metà delle fonti. Non vi è alcun dubbio però che le rinnovabili debbano assolutamente essere sviluppate con la massima decisione rimuovendo gli ostacoli che oggi ne limitano la diffusione.

 In Sigma seguiamo Clienti in ambito solare, idroelettrico, e molti altri, contribuendo per quanto possibile al loro sviluppo. Tuttavia, la corrispondenza biunivoca tra transizione energetica / salvataggio del pianeta, da un lato, ed autosufficienza del binomio solare/eolico, dall’altro lato, è palesemente un falso tecnologico e sociale oltre che ideologico.

Analisi tecniche ed economiche hanno recentemente portato ad evidenza che, anche tra 30-40 anni, le necessità energetiche del nostro mondo (ancorché filtrate attraverso idonei programmi di energy efficiency) richiedono un ampio mix di fonti. Nello stile lessicale della U.E. una tassonomia, in altre parole, una classificazione delle fonti stesse.

L’inclusione del gas, ovviamente naturale, e del nucleare deriva da semplici e realistiche considerazioni sull’attuale parco installato nel mondo, sulle tecnologie disponibili, sui tempi di esecuzione delle nuove tecnologie, e quant’altro. Neppure ricoprendo gran parte del territorio in Europa di pannelli solari e di pale eoliche, potremmo raggiungere gli impegnativi obiettivi del 2050 solo con le rinnovabili!

Non ci soffermiamo qui sul gas: è noto che i giacimenti di gas nel mondo, inclusi quelli in fase di esplorazione, sono oggetto oggi di enormi investimenti (proiettati per i prossimi decenni) per l’estrazione, la eventuale liquefazione, ed il trasporto. È anche noto l’interesse enorme del Sistema Italia in tale ambito. Soffermiamoci invece sul nucleare. L’ U.E. ha semplicemente preso atto dell’odierno parco installato (circa 60 reattori nella sola Francia), e dei livelli di sicurezza in questo ambito che non sono neppure lontanamente paragonabili ai tempi di Chernobyl (1986).

La percentuale di tassonomia del 2050 ed anni successivi è dunque figlia di proiezioni industriali ed economiche, più che di scelte ideologiche, tecnologiche o geopolitiche. Piuttosto, il supporto alla tassonomia da parte del nucleare può e deve avere il supporto delle nuove tecnologie. Gli studi in tale ambito, in effetti, non si sono mai fermati, e le nuove centrali a fissione in progetto o attualmente in costruzione sono molto diverse da quelle degli anni 60. Le modifiche apportate da allora non solo al processo, ma anche ai circuiti primario e secondario, alle procedure, alla sicurezza, sono molto superiori alle modifiche apportate agli impianti di produzione di energia da altre fonti.

Inoltre, gli studi relativi ai piccoli reattori (SMR) aprono nuovi spazi di produzione, anche avvicinandola ai luoghi di consumo con minori investimenti nella c.d. smart grid. Tra i tanti, basti fare l’esempio dell’India, dove la rete di distribuzione elettrica difficilmente potrà reggere distribuzioni di carichi elevati a lunghe distanze, e pertanto dovrà avvicinare produzione e zone di consumo.

Per concludere, è il caso di rammentare gli enormi investimenti che il mondo, U.E. in primis, ha indirizzato verso la fusione nucleare, dove le prospettive – invero a medio/lungo termine – di produzione di energia sono immense. Unitamente all’idrogeno, dovremo costruire oggi il nostro futuro, sviluppando queste tecnologie e rendendole idonee alla produzione su grande scala.

Contributo di: Domenico Rubino

Claudio Gorreri

Area Development Manager presso SigmaExperience Srl

2 anni

Una fonte importante ed un’altervernativa valida per assicurare energia alternativa alle future generazioni…..ricordiamo l’impegno di Enrico Mattei negli anni ‘50 inteso a fornire energia a basso costo contro ingegneria di alto livello…..

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