Tra fatto e opinione, vince la PERCEZIONE
Fatti e opinioni: distinti ma non distanti. È il titolo di un libro di Gianpiero Gamaleri sui modelli di scrittura giornalistica, titolo interessante da argomentare dopo i risultati del Rapporto Pisa 2018, l’indagine triennale dell’OCSE che valuta l’apprendimento di conoscenze e competenze di studenti 15-enni: in Italia solo 1 su 20 riesce a distinguere tra fatti e opinioni quando legge un testo non familiare.
In effetti, capita sempre più di sovente che si attribuisca certezza ad un’opinione o si metta in dubbio un fatto. Le fake news sono un utile esempio della mala usanza: mere opinioni, peraltro sbagliate, trattate come fatti. Le ragioni per le quali accade sono complesse. In sintesi, diciamo che succede spesso quando a vincere è la percezione - non consapevole e non verificata - di una relazione causa-effetto tra due eventi o l’equivalenza tra due cause o tra due effetti.
Eppure fatti e opinioni sono concetti distinti.
Un fatto è qualcosa che accade o è accaduto, è un evento. È concreto, verificato e verificabile; un’opinione è un’idea, un punto di vista soggettivo. È un pensiero astratto, una credenza, una convinzione non verificabile, una interpretazione soggettiva della realtà.
Fatti e opinioni sono quindi concetti distinti, ma quanto distanti?
Innanzitutto se la condivisione non assurge un'interpretazione sbagliata della realtà a fatto oggettivo, un fatto al contrario può essere declassato ad opinione se smentito. Inoltre, quand'anche un fatto non fosse un’opinione, la scelta del fatto su cui focalizzare l’attenzione è essa stessa un’interpretazione, frutto della competenza e dell’esperienza personale e soggettiva, nonché dell’obiettivo di comunicazione che abbiamo. Così la distanza tra fatti e opinioni si restringe ed emerge il concetto di percezione: l’esito di filtri interpretativi che descrivono la realtà che pensiamo di vedere e descriviamo con le parole.
Tutto ciò che sentiamo è un’opinione, non un fatto. Tutto ciò che vediamo è una prospettiva, non la realtà (Marco Aurelio)
Se tutto è percezione, dove si trova la realtà? Nella nostra mente, nella mente di ognuno di noi. Non è unica. È multipla, infinitamente varia e variegata. Questo è il senso della ricchezza della diversità.
Così, al contrario, la percezione che la nostra interpretazione della realtà sia l’unica possibile è quanto di più miope possa esistere. Eppure accade. Sorrido amaramente quando davanti a me ho chi crede di avere la verità assoluta, soprattutto quando l’interlocutore vanta o ha un valore tecnico-scientifico, intellettuale, culturale.
E allora a te che invece ancora credi nel beneficio nel dubbio, nonostante la profonda e approfondita esperienza e “sai di non sapere”, nonostante il tanto studio, lascio una tecnica utile per scovare le opinioni travestite da fatti.
Un insieme di domande da farsi o fare.
3 domande utili quando ricostruisci fatti:
a) Quale evento è accaduto? (cosa)
b) In quale contesto e quando è accaduto? (dove e quando)
c) In che modo è verificato? (come)
E 1 domanda per scoprire le opinioni:
e) Per chi o per quali ragioni si è verificato, qual è la causa? (perché)
Perché ricorda, la consapevolezza della vittoria della percezione sull'esistenza di una realtà oggettiva ci crea incertezza e disorientamento, però sarebbe peggio se vincesse l’assenza del dubbio. Ma questa è una mia opinione ;-)
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