Transizione ecologica: cos’è e a che punto stiamo?

Transizione ecologica: cos’è e a che punto stiamo?

Con l’espressione “Transizione ecologica” si intende il passaggio o la trasformazione da un sistema produttivo intensivo e non sostenibile dal punto di vista dell’impiego delle risorse, a un modello che invece ha nella sostenibilità, ambientale, sociale ed economica, il proprio punto di forza. Scopriamo meglio cos’è e a che punto si trova il nostro Paese.

L’applicazione della transizione ecologica può riguardare diversi settori, come ad esempio:

  • Trasporti
  • Edilizia
  • Approvvigionamento energetico
  • Agricoltura

I trasporti, di qualsiasi natura essi siano, sono una delle principali cause del cambiamento climatico. La stragrande maggioranza delle emissioni di gas serra e CO2 deriva dai trasporti; a tal ragione il processo di transizione ecologica prevede sostanziali cambiamenti per questo settore tanto essenziale quanto problematico dal punto di vista ambientale. Il principale investimento profilato è quello relativo alla mobilità elettrica regionale e nazionale, prevedendo cospicui fondi anche per la realizzazione di nuove piste ciclabili che possano favorire la diffusione dell’uso della bicicletta come in moltissimi paesi del nord Europa.

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Andamento annuale delle emissioni di gas serra. FONTE: Rapporto Transizione Ecologica Aperta, ISPRA 2021.

È importante, inoltre, attuare piani di investimento per la realizzazione di edifici smart ed autonomi da un punto di vista energetico. Questa tipologia di investimento, così come anche le altre, contribuirà non solo a realizzare nuovi posti di lavoro all’interno di mercati emergenti e all’avanguardia ma andrà incontro alle esigenze specifiche, e al passo coi tempi, della comunità che godrà dei nuovi beni realizzati.

È importante, soprattutto, diversificare anche le fonti di approvvigionamento energetico, andando a liberarci dalla dipendenza da fonti energetiche inquinanti e soprattutto importate da paesi esteri con i quali, da un momento all’altro, potrebbero insorgere delicati e problematici rapporti diplomatici. Energia eolica ed energia solare sono solo alcuni esempi di fonti inesauribili e rinnovabili che potrebbero essere maggiormente sfruttate per ridurre l’emissione di gas dannosi all’interno della nostra atmosfera.

Parlando di transizione ecologica non si può prescindere dalla transizione agricola. Il settore agroalimentare è di fondamentale importanza e rilevanza per l’economia globale, ma è anche uno degli attori principali che ha contribuito, e sta continuando, al deterioramento climatico che sta prendendo una piega sempre più grave ed irreversibile. Una riconversione agro-ecologica avrebbe effetti positivi su molti aspetti, come la salute e la biodiversità. Una riconversione di questo tipo implica rimodulare anche la concezione di alimentazione, fattore troppo spesso sottovalutato e che può avere grandi ripercussioni sulla salute. L’obiettivo da perseguire è quello di diffondere la concezione di un’alimentazione sana, etica e sostenibile dal punto di vista economico ed ecologico.

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Serie di anomalie di temperatura in Italia. FONTE: Rapporto Transizione Ecologica Aperta, ISPRA 2021.

Lavorare sulla sostenibilità alimentare significa andare a rivisitare l’intera filiera di approvvigionamento, andando a realizzare stabilimenti produttivi dall’impatto ambientale neutro o addirittura positivo, significa anche proteggere il suolo, l’acqua, l’aria e la salute di piante e di animali. Tale processo può davvero contribuire a ridurre di molto l’impatto dell’inquinamento derivante dal settore agroalimentare, garantendo un migliore stile di vita a milioni di vite umane e animali.

In Italia il piano di transizione ecologica si è ufficialmente concretizzato nel 2021 a seguito della fondazione di un dicastero dedicato, il Ministero della transizione ecologica (MiTE). Inoltre, è stato istituito anche un Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri o dal Ministro della Transizione ecologica.

Il piano di transizione ecologica è uno degli elementi cardine del piano nazionale di ripresa e resilienza italiano (PNRR). Questo piano si sviluppa intorno a tre tematiche strategiche individuate a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, inclusione sociale e transizione ecologica. Questo intervento punta a ridurre in modo sostanziale i divari territoriali, generazionali e di genere, agendo anche sui danni provocati dalla pandemia e dalla crisi economica. 

Negli ultimi mesi, grazie a interventi mirati e specifici si è registrata una forte crescita del PNRR, che ha contribuito a netti miglioramenti sul piano della transazione ambientale. Si è così giunti alla fase successiva, la cosiddetta Missione 2 del PNRR “Rivoluzione verde e sulla transizione ecologica”, in cui il Ministero della Transizione ecologica gioca un ruolo strategico. 

Questa seconda fase è articolata in 4 componenti diverse, ognuna con investimenti e riforme specifiche all’obiettivo auspicato:

  1. agricoltura sostenibile ed economia circolare: attraverso strategie e programmi nazionali, si desidera intervenire sulla gestione dei rifiuti e degli impianti esistenti, e su un approccio più consapevole alle tematiche e alle sfide ambientali.
  2. energia rinnovabile e mobilità sostenibile: mediante interventi volti a semplificare le procedure di autorizzazione per impianti fotovoltaici industriali, residenziali e per la produzione di energia rinnovabile in genere, così come quelle di proroga delle tempistiche, tutto per rimuovere quegli ostacoli normativi che frenano l’aumento delle installazioni e la promozione di approcci energetici sostenibili.
  3. efficienza energetica: insistendo sul rafforzamento dell’ecobonus, del teleriscaldamento efficiente e sulla creazione di un portale nazionale per l’efficienza energetica e riqualificazione degli edifici. 
  4. tutela del territorio e delle risorse idriche: si punta a intervenire contro il dissesto idrogeologico provocato da azioni di disboscamento incontrollato e a realizzare opere di bonifica, di investimenti fognari e di tutela dei parchi nazionali e degli spazi verdi urbani ed extraurbani.

Lo scopo ultimo della Missione 2 del PNRR è quello di raggiungere un nuovo equilibrio in termini di sostenibilità ambientale, alimentazione, biodiversità e risorse che rispondano correttamente agli obiettivi del Piano d’azione per l’economia circolare stipulato dall’Unione Europea.

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