Tu, chi sei?
#autismworldday

Tu, chi sei?

Sono passati ormai tanti anni, non ricordo neanche quanti anni avevo, ero abbastanza piccola, potrei azzardare, recuperando le informazioni dalla mia #memoria, non più di 9 anni, ma non ne sono certa.

Poco importa, non volevo parlare né delle mie capacità mnestiche, né della mia infanzia o dei tanti ricordi legati ad essa, ma solo di una episodio che ho ripescato oggi tra le mie memorie; una eco di un periodo lontano, ma che ricordandolo si riavvicina perché lo si rivive.

Era estate, faceva caldo, un caldo torrido. Nel palazzo di fronte viveva una famiglia con tre figli. Vi chiederete come mai io ricordi anche cose che forse non c’entrano con ciò che sto per raccontare. In realtà non avete torto: mi dilungo solo per far capire meglio le sensazioni provate da ambe le parti.

Tornando alla coppia con i figli, come dicevo ne avevano tre, uno di essi non scendeva mai a giocare con i bambini nel cortile del palazzo lo vedevamo sempre di sfuggita, quando usciva con i suoi e quando rientrava a casa, tutto qui. Come se fosse un fantasma.

I suoi fratelli, invece, giocavano con gli altri bambini, me compresa, e, fra le altre cose, non parlavano mai del fratello. Letteralmente mai.

Di questo bambino si diceva di tutto; che fosse #strano#difettoso, avesse problemi #mentali, fosse pazzo, chi più ne ha più ne metta, mentre dei genitori che lo tenevano nascosto si mormorava facessero in quel modo in quanto si vergognassero di lui.

La gente mostrava dispiacere riguardo a ciò che passavano i genitori, ma si disinteressava del bambino, siccome veniva visto come strano, insolito e quindi non veniva forse considerato più meritevole di attenzione. Purtroppo in Albania le persone con problemi o diversamente abili venivano tenute nascoste, viste con dispiacere, imbarazzo o con disprezzo.

Torniamo alla radice; solo anni dopo venni a scoprire che il bambino era autistico. Fu allora che iniziai ad informarmi riguardo a tale patologia e ad ogni aspetto legato ad essa.

Che cosa è l’autismo?

È un disturbo del neuro sviluppo che coinvolge la sfera emotivo-comportamentale, comportando deficit nelle aree della comunicazione, dell’interazione sociale. Si manifesta spesso già nei primi tre anni di vita.

Gli autistici ridono poco o nulla nei primi mesi dalla nascita, non ti guardano negli occhi come del resto non guardano nemmeno il #caregiver, cioè la madre o il padre. Spesso il loro #sguardo risulta perso, mostrando quello che conosciamo come mancanza di “contatto oculare”. Una delle caratteristiche più evidenti è quella dell’isolamento dal mondo attraverso assenza di risposta verbale e non verbale, ma anche atteggiamenti particolari come il dondolare o lo sfarfallare le dita davanti agli occhi. Amano guardare le #macchine in movimento, o la #lavatrice che gira. Quest'ultima per la verità piaceva anche a me quando ero piccola, potevo rimanere imbambolata a guardarla per ore, ma non c’entra.

Tornando seri, l’autismo, facendo un esempio forse semplicistico è come l'isolarsi dal mondo esterno cercando rifugio all'interno di un guscio che delimita un universo per così dire personale, un universo in cui poi, l’autistico, si auto-esilia completamente. Di solito il soggetto autistico sceglie un proprio interlocutore e attraverso di lui prova a comunicare con il modo esterno in quanto non sa rapportarsi con gli altri.

Le capacità linguistiche che l'autistico mette in gioco costituite da un linguaggio a blocchi, stereotipato, cioè fatto di frasi ricorrenti e ripetitive, cioè #ecolalico.

Mostrano spesso interesse e capacità per la #musica e la #matematica, ma anche nel #disegno in cui riescono spesso a riprodurre un determinato quadro in modo eccezionale. In poche parole sono bambini #apatici.

#Amano giocare con giocattoli meccanici come robot, #macchinine ecc, ma ad esempio non amano i #peluches.

Il livello di #autismo viene determinato dallo spettro autistico e a seconda del livello si determina la gravità di tale problematica. Alcuni studi hanno dimostrato come questo possa essere determinato da eventuali malformazioni cerebrali che impediscono un corretto funzionamento

di quelle aree del cervello preposte alla comprensione dei pensieri e delle emozioni altrui.

Potreste chiedervi perché mi sia dilungata su questi argomenti #accademici.

Il motivo è che oggi è la giornata della consapevolezza sull'#autismo. Associarla a un un ricordo mi faceva pensare quanto sia difficile non giudicare, talmente difficile che anche da adulti dobbiamo sempre pensarci per non cadere nel giudizio che se diventa automatico poi è ancora più difficile da eliminare. E poi siccome anni dopo queste cose le ho approfondite credo che anche se in modo divulgativo e forse superficiale dare anche poche (ma utili) #informazioni possa comunque renderci più consapevoli più preparati e quindi anche più pronti ad accogliere ciò che si discosta dalla norma, ciò che, non compreso, ci può fare paura.

#autismworldday

Alexandre MARTIN

Autodidacte & Polymathe ¬ Chargé d'intelligence économique ¬ AI hobbyist ethicist - ISO42001 ¬ Éditorialiste & Veille stratégique - Muse™ & Times of AI ¬ Techno humaniste & Techno optimiste ¬

1 anno

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