Un buco formativo

Un buco formativo

Quella del venditore è una “non professione”.

Se ci riflettiamo un attimo, non esiste in Italia, nessun percorso formativo che formi alla vendita.

In realtà il problema è ancora più a monte. E’ culturale.

La professione del venditore non è nemmeno annoverata tra le opzioni di carriere proposte ad un qualsiasi giovane in cerca di orientamento al proprio futuro lavorativo.

Si diventa commerciali per esclusione. Quando tutte le chance sono state provate e non hanno dato luogo a nulla di stabile e soddisfacente.

Avviene dunque che spesso non sia una scelta di vita. A risentirne sono sicuramente le performance.

A questo punto si innesca un vero e proprio circolo vizioso per cui la carriere che non ho scelto non porta risultati e la mancanza di soddisfazioni conduce a demotivazione che a sua volta influisce sulle vendite, Un disastro.

Si rinforza l’idea che la vendita non sia un lavoro parimenti dignitosi a qualsiasi altro mestiere.

Eppure, la vendita è il motore propulsore dell’economia e nella storia è stato il motivo che ha spinto l’uomo a viaggiare, ad aprire relazioni ad inventare e così via.

Come sappiamo la maggior parte delle imprese italiane ha dimensioni piccole e medie, quindi, spesso lo stesso imprenditore era ed è il commerciale della azienda.

Chi meglio di lui conosce il prodotto e le dinamiche produttive?

Lui il centro relazionale. Il brand della azienda è aderente alla reputazione dell’imprenditore.

Questo schema aggrava la classica situazione a “collo di bottiglia”. L’imprenditore sovraintende a tutte le funzioni aziendali.

Le situazioni di stress organizzativo si moltiplicano.

Affidare la vendita a qualcuno, delegare completamente le strategie commerciali è un salto complesso. In genere si guarda a risorse interne confidando che conoscenza del prodotto e della azienda siano una garanzia.

La formazione alla vendita e alla costruzione di relazioni commerciali durature è affidata alla esperienza all’auto apprendimento.

Quando si decide di affidarsi ad una risorsa esterna, la diffidenza la fa da padrone. Si propongono condizioni economiche ed inquadramenti da “mercenario”, un breve periodo formativo sulla produzione ed una augurio di buona fortuna. Poi stranamente i budget non vengono raggiunti.

Le aziende prendono sempre più coscienza della centralità della funzione commerciale e della necessaria attenzione che essa esige, selezione di figure ad alto potenziale, formazione continua tecnica e motivazionale alla vendita.

Negli ultimi anni si sono sensibilizzati anche i liberi professionisti. Avvocati, commercialisti, architetti, ingegneri.

Infatti, in un mercato sempre più affollato ed indifferenziato ed in un regime di contrazione di spesa per l’ingaggio di professionisti è necessario padroneggiare le logiche del marketing ed essere capaci di essere commerciali per non rimanere tagliati fuori dalla competizione.

Non è più possibile considerare il vendere un mestiere da improvvisare.

Esiste una amplissima offerta formativa. La questione è: saper scegliere.

Il mio suggerimento:

1.   Dotarsi di un piano strategico commerciale

2.   Selezionare figure interne o esterne all’azienda cui affidare l’attuazione del piano ad alto potenziale

3.   Predisporre un piano formativo per sviluppare competenze in vendita, negoziazione e fidelizzazione.

4.   Pianificare un aggiornamento costante sia tecnico che motivazionale


il processo di vendita è una sequenza di due momenti. Primo, devi educare te stesso. Poi, devi educare il cliente
Tom Hopkins



Delia Papiro

Assistente amministrativo

7 anni

“ il processo di vendita è una sequenza di due momenti. Primo, devi educare te stesso. Poi, devi educare il cliente” Tom Hopkins mi piace!

Bellissimo articolo Luigi, argomento molto HOT! In fin dei conti siamo tutti "venditori" nella vita, passiamo il tempo a negoziare le nostre posizioni con famiglia, amici, colleghi... nelle aziende anche il "portinaio" è venditore, anche il tecnico più "nerd" che vive in uno stanzino di soli acqua e cracker (unico cibo che passa sotto la porta) è venditore; pertanto riguardo la "voragine" culturale e formativa, posso solo che condividere et piangere.. in tutto questo un lato positivo c'è... visto il panorama medio di chi si propone come venditore (non per scelta), un professionista, motivato ispirato da qualcuno e che "studia", doppia gli avversari sul circuito.

Zeno Carnimeo

Libero pensatore. Mentor.

7 anni

Caro Luigi proponi una riflessione interessante e degna di commento. Il venditore figura amata, odiata, vituperata, ostacolata e purtroppo solo in Italia nn glorificata! Si parla spesso di aziende eccezionali, prodotti eccezionali ma mai di venditori eccezionali e questo perché culturalmente consideriamo la vendita non come professione ma come arte di arrangiarsi, come furbizia fraudolenta. Tipica cultura levantina mediorientale. I venditori divenuti tali per fatalità sono di gran lunga più numerosi dei venditori divenuti tali per SCELTA è che avendo scelto si sono preparati e continuano a prepararsi a questa difficile professione. La VENDITA! Per pochi nn per tutti!

Gian Carlo Mocci

Customer Experience // Keynote Speaker // Advisor // CRM & Marketing Automation @Italo-NTV

7 anni

Quando le aziende agiscono in modo da "farsi comprare" la "vendita" è molto più gratificante per tutti, clienti inclusi. Naturalmente servono prodotti e servizi validi, politiche commerciali adeguate, rispetto per clienti e dipendenti, ... Un interessante indicatore è costituito dal rapporto tra gli investimenti fatti per generare nuovi clienti e quelli fatti per fidelizzare e valorizzare i clienti attuali, quasi sempre molto maggiore di 1. Un non senso logico, strategico e matematico visto che, a parità di beneficio per l'azienda, acquisire un nuovo cliente costa molto di più che tenerne uno già acquisito. (In contesti di startup è ovviamente diverso). Si è un problema formativo, non solo dei "venditori" ma anche del Management. Quindi ci sono grandi spazi per fare meglio. Perdonate se sono andato lungo. Grazie del post Luigi de Seneen - www.moccix.com -

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altre pagine consultate