Un governo tecnico già esiste?

Un governo tecnico già esiste?

Si sta aprendo una nuova fase politica in Italia, che deve essere affrontata con grande senso di responsabilità, perchè mentre la nave si avvicina agli scogli, a bordo si combatte per prendere il timone.

Per prima cosa, bisogna ringraziare i parlamentari della legislatura uscente che hanno pensato di approvare il Rosatellum, una legge elettorale che pur di non consegnare il Paese al Movimento 5 stelle rende di fatto il Paese politicamente tripolare, cioè ingovernabile. Durante la Seconda guerra mondiale c'erano tre schieramenti: nazi-fascismo, democrazie e comunisti. Come la storiella della capra, del lupo e dei cavoli, che non possono stare insieme se non sotto l'occhio vigile di qualcuno, vinta la guerra e sconfitto il nazifascismo, i Paesi comunisti e le democrazie si sono combattuti per decenni perché incompatibili.

Il Parlamento italiano ha una situazione in cui, oggi, nessuno dei tre schieramenti è disposto ad allearsi con gli altri o a trovare dei compromessi. Come da copione.

Il centro-destra ha avuto un cambio di vertice. La Lega ha succhiato voti a Forza Italia diventando il primo partito, con diritto alla premiership.

Il centro-sinistra ha perso e il segretario del PD si è dimesso (anzi, ha annunciato le dimissioni, tenendo in ostaggio il partito fino alla nomina del nuovo governo).

Il movimento 5 stelle è stato l'indubbio vincitore della competizione elettorale, ma si trova di fronte a dei dilemmi di non facile soluzione.

Nato come movimento trasversale di protesta al vecchio establishment equamente distribuito all'interno del Paese, adesso sta virando involontariamente in una fazione politica connotata territorialmente, poiché il Sud gli ha affidato le sue ansie di riscatto. Paradossalmente, rischia di diventare una Lega del Sud, laddove la Lega Nord ha voluto emanciparsi dall'identificazione del proprio progetto politico dalla fantomatica Padania.

Molto semplicisticamente, la proposta del reddito di cittadinanza proposto è stato visto come il principale faro per i disoccupati del Sud, rischiando di polarizzare ancora di più la differenza con la Lega di Salvini. Chi vota Lega è tentato di identificare M5S e assistenzialismo parassitario (come traspare dalle dichiarazioni dell'esponente della Lega Giorgetti a Porta a porta), aumentando ancora di più l'antagonismo e la possibilità di trovare accordi tra due schieramenti che hanno alcune parti di convergenza.

In realtà, il reddito di cittadinanza ha tutt'altra matrice rispetto all'assistenzialismo, come dimostrano quasi tutte le esperienze del Nord Europa. Il vero spirito della proposta è che in un momento di crisi come quello in cui ci troviamo, la stabilità politica si ottiene anche attraverso la decantazione dei conflitti sociali adottando politiche keynesiane.

Quali sono i possibili ostacoli che questo movimento si può trovare sul proprio percorso verso il governo e quindi verso la possibilità di cambiare il Paese?

Anzitutto, il vincolo di due mandati. Votando tra tre mesi, questa regola interna rischia di far perdere il suo capo e gran parte della compagine parlamentare che non risulterebbe più eleggibile per la terza volta. Così come è successo per Pizzarrotti a Parma e Fucci a Pomezia, due ottimi sindaci che alla fine hanno dovuto istituire delle liste civiche dopo le due esperienze amministrative, anche in Parlamento si presenterà lo stesso problema.

In secondo luogo, rischia di ripetere l'esperienza comunista degli anni Settanta, che Alberto Ronchey definiva il "Fattore K" (da Kommunism), troppo forte per stare all'opposizione e troppo debole per governare da solo. Rifiutando compromessi con gli altri partiti, deve puntare a governare da solo, sempre che la legge elettorale glielo consenta. Ma la domanda sorge spontanea: se i partiti tradizionali non hanno esitato a votare il Rosatellum, come si pensa che approvino una legge diversa che garantisca la governabilità, dato che è ormai acclarato che il M5S è il primo partito d'Italia?

Anche se è vero il detto di Lenin "Il capitalista ti vende la corda con la quale sarà impiccato", potranno i partiti spianare la strada al M5S verso il governo monocolore?

Pare molto improbabile, anche se forse la risposta è nella tattica adottata nelle elezioni comunali a Roma, dove la sindaca Raggi ha vinto a mani basse, ma è stata successivamente soggetta ad un evidente sabotaggio amministrativo (autobus che prendono fuoco, biglietterie ATAC manomesse, immondizia non raccolta dall'AMA, etc.) oltre che a un vero e proprio linciaggio mediatico da parte dei giornali di proprietà di personaggi contigui al potere politico precedente.

Quindi, l'unica tattica per arginare la marea montante del Movimento 5 stelle è quella di replicare l'esperienza di Roma: mandarli al governo poi dimostrare che non sono capaci. Non a caso, il Leit-motiv di questa tornata elettorale dei partiti tradizionali è stato "Non sono capaci, guarda cosa hanno combinato a Roma", pensando che l'opinione pubblica recepisse le posizioni espresse dai giornali e dalle TV.

Invece, dopo un periodo di rodaggio in cui inevitabilmente l'inesperienza ha giocato un ruolo, la Raggi ha gestito sostanzialmente bene, portando a casa alcuni risultati importanti (approvazione del bilancio, investimenti sulla mobilità, accordi per lo smaltimento rifiuti, etc.) e gli elettori le hanno riconosciuto questo impegno.

Governare a livello nazionale sarà molto più difficile per via di straordinari problemi che si sono accumulati dopo decenni di malgoverno: debito pubblico enorme, fragile posizionamento in Europa, sfida delle politiche migratorie, lotta alla criminalità (che in Italia ha assunto dimensioni da narco-Stato), disoccupazione record, burocrazia seicentesca, solo per elencare le criticità più evidenti.

La squadra di governo presentata anticipatamente da Di Maio è di notevole spessore, con persone di grande competenza e prestigio alle quali affidare settori nei quali hanno esperienza. La caratteristica di queste persone è che sono state reclutate anche all'esterno del movimento, indipendentemente dalle proprie fedeltà di partito.

Quindi, è un governo tecnico già pronto. Si potrebbe partire da questo dato.


Roberto Falorni

Managing Director

6 anni

Da dire però che il M5S vuole da sempre una legge elettorale proporzionale pura, che non avrebbe dato risultati sostanzialmente diversi da quelli del Rosatellum, avremmo avuto la stessa divisione in 3 blocchi politici con solo qualche eletto in più o in meno dei tre schieramenti principali. Io credo che adesso tutti i blocchi (ma in modo particolare il M5S che avrebbe vinto), pagano le modalità violente e settarie con cui è stata svolta la campagna elettorale, modalità che adesso rende sostanzialmente inaccettabile da parte degli elettori di un blocco l'accettare alleanze con gli altri, cosa che sarebbe necessaria per una Repubblica parlamentare come è l'Italia.

Giampy Marcoccia ocmsteelit

Esperto e venditore di semirimorchi / rimorchi ribassati per trasporto macchine operatrici e per soccorso stradale

6 anni

Cosa chi ha preso + vote dovrà governare no a scandali all' italiana

Gianfranco Galvagno

Organizzazione del Lavoro e Operations

6 anni

Antonio Chialastri, ho letto la sua analisi e la trovo molto di buon senso (che in questo periodo è molto carente). Aumenta la mia percezione che questo è stato un voto di pancia, destinato a non durare tanto; tranne che il M5s riesca a modificare un po' pelle con un po' di gavetta "costruttiva" e allora si potrebbe parlare di voto strutturale. La Lega non la vedo alla lunga, le promesse e i giuramenti sul vangelo hanno il sapore di un momentaneo acchiappavoti populisti. La squadra che il m5s ha presentato in anticipo (novità in assoluto e bene hanno fatto) non la conosciamo, ma conosciamo bene quelle degli altri che ci sono stati da 60anni a questa parte. A scanso di equivoci io non ho votato m5s ma non si può nascondere che siano la prima forza del paese. Certo anche loro hanno "promesso" prima delle elezioni cadendo nella solita schifezza italiana; il reddito di cittadinanza può essere un temporaneo palleativo (peraltro non tutti sanno come funzionerebbe, sentiti molti in tv commentare superficialmente) ma non è di questo che c'è bisogno. Sarei d'accordo "nel ripartire da qui" come ha scritto, gli darei fiducia, perchè no, ma fino a che si fanno le pulci al congiuntivo e ai bonifici e agli scontrini, la vedo dura.

Rui Paolo Arcaini Da Silva

luxury house and property manager

6 anni

Egregio Antonio Ho letto il suo articolo e mi inchino a questa dettagliata e precisa analisi che ha fatto della nostra disperata situazione politica. Non sarei riuscito lontanamente ad esprimermi meglio in proposito. Mi auguro che le cose cambino, ma resto della mia convinzione che il popolo Italiano stesso deve cambiare mentalità. A mio avviso dovremmo tutti avere più senso civico, rispetto verso il prossimo e non curarci solo del nostro orticello. Siamo troppo indisciplinato, irrispettosi e superbi, a mio avviso. Ho vissuto per molti anni all’estero ed ho sperimentato sulla mia pelle. Non voglio cadere nel solito discorso “L’erba del vicino è sempre più verde” e che tutto ciò che è Italiano lascia a desiderare, ma secondo me possiamo e dobbiamo fare meglio. La ringrazio nuovamente per le sue belle e precise parole. Saluti Rui

Stefano Marazzato

Sales Manager at APAMALL SRL

6 anni

Vorrei aggiungere una considerazione sul reddito di cittadinanza che mi sembra importante e poco ribadita, anche alla luce dell'esito elettorale; infatti il rdc al sud del Paese assume, a mio avviso, un altro importantissimo ruolo ovvero quello di togliere (o per lo meno contribuire a togliere) manovalanza alle mafie ed alla malavita in genere; questo inevitabilmente si trasformerebbe in benessere sociale e culturale, che "scienziati" come Sgarbi, ad esempio, irridono dimostrando la loro vera indole.

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