Un infortunio puo' aprire gli occhi. Troppe barriere architettoniche: il nostro difficile percorso in citta'

Fonte: Il Resto del Carlino del 30 aprile.


FORLI'. Diverse volte in classe abbiamo parlato delle barriere architettoniche, stimolati dal fatto che l'anno scorso un nostro compagno ha avuto un infortunio ed era obbligato a girare in sedia a rotelle. Girando per la città, abbiamo riscontrato vari problemi nel trasportarlo in carrozzina. Se si cammina per le strade, normalmente nessuno di noi fa caso a scalini, porte strette, pendenze eccessive o spazi ridotti perché per chi non ha problemi motori questi elementi non rappresentano un grande ostacolo ma per chi è portatore di qualche disabilità, magari anche solo temporanea, diventa più visibile. Ci sono poi altre barriere meno evidenti come i parapetti costruiti in modo tale da impedire la visuale a chi è in carrozzina o i banconi alti nei bar che non consentono di consumare comodamente cibi e bevande poiché chi è seduto non può raggiungerli e deve essere aiutato dagli altri. Ciò significa che a queste persone è negato il diritto di spostarsi e fare le cose in autonomia. Nei parchi, le barriere più frequenti sono costituite dai vialetti troppo ghiaiati che rendono difficoltoso il movimento anche dei passeggini e delle carrozzelle per i neonati. Lo stesso problema si incontra nei marciapiedi sconnessi dove le radici affioranti degli alberi rendono difficile e pericoloso il cammino anche a chi veri problemi non ne ha. E' facile mettere un piede in una buca e prendere una brutta storta alla caviglia. Nella nostra città il vero ostacolo è però rappresentato dalle automobili parcheggiate sopra i marciapiedi. I semafori sono spesso privi di segnale acustico e questo ren de difficile l'attraversamento per i non vedenti. A Forlì questi semafori sono piuttosto rari anche se alla stazione abbiamo visto qualche pannello con informazioni in rilievo per chi non vede. Tutte queste barriere sono state affrontate con difficoltà pure da noi insieme al nostro compagno infortunato. Mentre lo spingevamo dovevamo stare attenti al marciapiede sconnesso ma era soprattutto la presenza di macchine parcheggiate sul marciapiede a costringerci a scendere e a continuare in strada, anche se era pericoloso. Sempre quel giorno, dovevamo partecipare ad un evento a teatro, quando siamo arrivati ci siamo accorti che c'erano tanti scalini e che mancava una rampa o un montascale quindi, a quel punto, i vigili del fuoco che erano presenti hanno sollevato di peso il nostro compagno e l'hanno fatto entrare, ma senza l'aiuto dei vigili non so come avremmo fatto. Forse saremmo dovuti tornare indietro e rinunciare e lui si sarebbe sentito molto in imbarazzo. Nel ritorno ci siamo fer mati a prendere la pizza, ma anche all'entrata del bar c'erano scalini alti e così il nostro compagno non potendo entrare non si è potuto scegliere quello che voleva. Questo infortunio poi, per fortuna, è passato, ma dovremmo pensare a chi tutti i giorni deve vivere con queste difficoltà e non può svolgere la vita normale che dovrebbe avere. Le leggi dello Stato stabiliscono che nei luoghi pubblici e nei condomini si montino montascale, rampe e ascensori ma non sempre però queste disposizioni vengono rispettate e ciò rende difficile, e in alcuni casi addirittura pericolosa, la vita delle persone diversamente abili. E' nostro dovere di cittadini non occupare con le auto marciapiedi e parcheggi a loro riservati; basterebbe soltanto un po' di senso civico e di educazione da parte di tutti per migliorare la situazione. La nostra scuola è dotata di una comoda rampa a disposizione di chi ne ha bisogno. Nell'edificio c'è anche un ascensore che permette di raggiungere la biblioteca e il laboratorio di arte così nessuno viene mai escluso dalle attività però se scattasse l'allarme di evacuazione non sapremmo come far scendere dalla scala antincendio un disabile che non può camminare visto che in caso di pericolo l'ascensore non si può usare. In generale nella nostra città molte cose sono state fatte ma la strada per abbattere del tutto le barriere architettoniche ci pare ancora piuttosto lunga.


di Giulia Lama e Valentina Lucente (3ªD)

Angela Concetta Braghieri

Operatore oss presso Tundo s.p.a.

5 anni

Stefano. Crediamoci e non perdiamo la speranza. Abbiamo imboccato la giusta strada e presto credo che grazie alla sensibilità alle coscienze animate di buona volontà sconfiggeremo tutte le barriere i pregiudizi e le burocrazie.

Stefano manzi

Dipendente INAIL in modalità ibrida, ed in parallelo protagonista di interazioni e collaborazioni stimolanti e vitali col mondo del sostegno scolastico e pedagogico.

5 anni

Condivido il post anche con: Rita Quinzio Irene urbini

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