Un modellino elementare per illustrare le fasi e i ruoli dei diversi soggetti nei processi decisionali

Un modellino elementare per illustrare le fasi e i ruoli dei diversi soggetti nei processi decisionali

In questa delicata fase con pesanti risvolti di tipo economico e sociopolitico oltre che sanitario, o meglio epidemiologico fervono discussioni su quali siano le procedure da seguire per l'assunzione di decisioni vitali per il Paese in una corretta ripartizione di ruoli tra politici (a vario livello, sia di governo sia di opposizione), esperti (dai burocrati, agli scienziati delle varie aree disciplinari, ai professionisti agli uomini di cultura) e forze sociali (lavoratori autonomi e indipendenti, imprenditori) con un ruolo decisivo del sistema della informazione comunicazione nelle sue articolazioni.

Un quadro sintetico si può trovare qui

Un punto di partenza può essere lo studio di un semplice esempio, di valenza esclusivamente didascalica, relativo a decisioni in materia di investimento. Immaginiamo che il potere politico (nel nostro sistema il Governo che ha il diritto dovere di formulare la proposta al Parlamento dopo averla opportunamente istruita) debba decidere come destinare fondi cercando un punto di equilibrio tra tre elementi: disponibilità di risorse; sostegno immediato a situazioni di urgenza e sofferenza; investimenti per il rilancio.

La costruzione di un quadro previsivo sulla base delle informazioni disponibili

Prerequisito per una decisione razionale sarebbe poter disporre di informazioni sulle interdipendenza tra questi tre elementi. un modo per rappresentare questa indipendenza potrebbe essere far riferimento a una figura del genere come risultato di modelli econometrici ritenuti validi.

Al variare dell'ammontare degli investimenti cumulati necessari in un dato arco di tempo ciascuna curva indica i benefici conseguentemente attesi nello stesso arco di tempo più un ragionevole lasso di tempo durante il quale gli effetti si protraggono. La differenza tra le varie curve è legata al grado di priorità attribuito ai benefici a breve (sostegno immediato a situazioni di urgenza e sofferenza). Ammesso che sia fattibile una mappatura di questo tipo appare condivisibile che la definizione sia compito degli esperti e che esponenti della politica (tanto più se selezionati per la loro ... incompetenza) farebbero bene a non spacciarsi per tuttologi in grado di correggere gli esperti. Se poi gli esperti non sono all'altezza allora la colpa è di chi li ha scelti e non è questo un motivo per lasciare il campo ai politici di cui sopra né a presunti o sedicenti improvvisatori privi dei requisiti minimi per formulare indicazioni con un minimo di fondamento). Un suggerimento ovvio ma raramente seguito per corroborare questa fase di acquisizione di competenze è quello di esaminare gli sforzi conoscitivi analoghi condotti in altri paesi e costruire occasioni di collaborazione e confronto. Su risultati di queste ricognizione un sistema democratico adotta la massima trasparenza e la più ampia consultazione possibile di tutte le componenti socio economiche e culturali. Ma doverosamente va riconosciuto che gli intellettuali, con poche eccezioni, o tacciono o perseguono protagonismi individuali e conflittualità tra gruppi.

L'intreccio tra processo decisionale sistema dell'informazione è rappresentato in figura


Le scelte che competono al livello della politica.

Il livello di risorse totali mobilitabili (indicato sul grafico dal posizionamento della linea verticale di colore verde) è una scelta della politica che dovrà certo ascoltare gli esperti e consultare le parti sociali ma deve soprattutto assumersi esplicitamente la responsabilità di questa scelta altrimenti fallisce la propria missione primaria. Simmetricamente escono dal loro ruolo gli esperti che si arrogano il diritto di indicare questa decisione. Il loro ruolo è quello di stimare cosa accade se si prende una certa decisione non indicare qual è la soluzione "giusta". Tra le motivazioni per cui questa astensione è dovuta cito l'impatto sulle future generazioni dell'incremento di debito: non è solo un mero calcolo di sostenibilità sui mercati e l'impatto annuale sul bilancio dello Stato del rimborso e del rinnovo, è anche una scelta di equità intergenerazionale. Ancor più evidente il carattere politico della decisione per quanto riguarda - una volta definito l'ammontare totale delle risorse disponibili - quale quota riservare agli investimenti con ritorni elevati su occupazione e ricchezza generata e quale utilizzare immediatamente per risolvere urgenze e sofferenze già in atto. Ancora una volta gli esperti si limitino a dire che succede se si fa una certa scelta non si arroghino il diritto di quale scelta è "giusta". Con questi sconfinamenti si dà una spinta alla tendenza della politica a comportarsi come Ponzio Pilato, politica la cui imparzialità è già messa a dura prova dalla ricerca del consenso ad ogni costo che tende a penalizzare le scelte risolutive ma con risposta differita rispetto alle soluzioni insufficienti e precarie ma che danno a fini elettorali il cosiddetto "segnale che qualcosa si muove". Anche in questo caso informazione e consultazione sono essenziali ma lo scaricabarile è altra cosa. Considerazioni analoghe si possono formulare per il dialogo tra maggioranza e opposizione che potrebbero confrontarsi sulle scelte di priorità che competono al livello politico e non su scenari e previsioni peraltro nemmeno ben declinate. Dovrebbe essere superfluo ricordare che i criteri di scelta sono sostanzialmente tre: attrattività, fattibilità, sostenibilità (e che la sostenibilità deve essere simultaneamente economica ambientale sociale).

Tornando al grafico la linea orizzontale rossa rappresenta una scelta più sensibile alle esigenze immediate che vengono privilegiate rispetto quelle che danno massime aspettative di benefici a regime; i risultati attesi sono indicati dall'incrocio fra orizzontale rossa e verticale verde. La linea blu, a parità di risorse totali desinate, rappresenta l'orientamento contrario più attento ai ritorni differiti e più stabili; i risultati attesi sono indicati dall'incrocio fra orizzontale blu e verticale verde.

La politica deve uscire da quella che Aldo Schiavone nel suo recente libro "Progresso" chiama "anomia" ma anche gli intellettuali debbono fare la loro parte

Una possibile strada la tracciano Fabrizio Barca ed Enrico Giovannini nel libro "Quel mondo diverso".

Per stimolare la consapevolezza che occorre evitare prevalgano confusioni di ruoli e di obiettivi accompagnati da conflitti verbali e rimpallo di responsabilità un piccolo contributo possono darlo anche le poche considerazioni metodologiche fin qui riportate a livello elementare.

Davide D'Amico

Direttore generale per l’innovazione digitale la semplificazione e la statistica -Ministero dell’istruzione e del merito

4 anni

Sempre complimenti!

Silvia Camisasca

Fisica e Giornalista

4 anni

Interessante schema: quando si entra inun impasse ripartire da un approccio matematico chiarisce le idee

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