Un parere sulla fatturazione elettronica B2B e B2C
La fatturazione elettronica B2B e B2C potrebbe essere il futuro del rapporto fisco-contribuente
Ma le parti in gioco sono davvero pronte?
La digitalizzazione del sistema di fatturazione rappresenta sicuramente un passo in avanti nella gestione di una fiscalità spesso farraginosa e complicata com’è quella italiana.
I “soggetti trasmittenti”, come sono chiamati dalla nuova nomenclatura, quelli “riceventi”, i professionisti e gli esperti della contabilità coinvolti dall’entrata in vigore di questa innovazione sono in fermento ormai da mesi.
Dispacci quasi giornalieri dell’Agenzia delle Entrate aggiustano il tiro, propongono modifiche, rivedono, rettificano, correggono.
I commercialisti confermano che tutto sommato la compilazione della fattura elettronica, e i meccanismi che la sottendono, possono essere assolutamente gestibili, anche con i più spartani strumenti messi a disposizione dal sito dell’Agenzia delle Entrate.
Eppure, tra i liberi professionisti e le imprese (soprattutto di piccola dimensione) si è diffuso il panico.
L’obbligo di fatturazione elettronica, vera croce e delizia di un nuovo rapporto tra fisco e contribuente, entrerà in vigore il 1° gennaio del 2019.
I punti cruciali della fatturazione elettronica
Come ben sottolineato dall’Istituto Nazionale Tributaristi, non sono poche le problematiche sollevate da un cambiamento che si rivela così profondo da risultare quasi epocale.
In particolare l’INT evidenzia tre punti chiave della questione:
- La farraginosità di un sistema che richiede, ancora una volta, di affidarsi a intermediari (che non necessariamente saranno i commercialisti) per una gestione che altrimenti si potrà rivelare dispendiosa in termini di tempo;
- La scarsa informatizzazione delle imprese meno strutturate, assieme all’onere aggiuntivo che la fatturazione elettronica comporta;
- La carenza, in alcune aree del paese, di accesso veloce alla rete. Quando un sistema così complesso, che coinvolge la vita di imprese e lavoratori, dovrebbe invece essere libero da blocchi o carenze.
In più, le questioni relative alle date di emissione e ricezione della fattura elettronica sono ancora permeate da criticità non risolte.
La fattura elettronica è un’innovazione che, almeno potenzialmente, può piacere.
La fattura elettronica fa parte di una rivoluzione fiscale che rappresenta davvero il futuro, ma la cui introduzione dovrebbe passare necessariamente attraverso step graduali, congrui e omogenei.
Quello che invece sembra cogliersi, in questa fase preparatoria, è come questa veste della fatturazione elettronica sia stata pensata senza tenere in considerazione il Paese reale: quel tessuto cioè di lavoratori autonomi e piccole imprese che hanno minor capacità fiscale, e che avrebbero meritato tutele maggiori.
Anche dal punto di vista della semplicità e della linearità contributiva.
Qual è il pensiero di Matromauro Costruzioni riguardo la fatturazione elettronica?
Sicuramente il passaggio alla fatturazione elettronica B2B e B2C sarà difficile da attuare.
Siamo però convinti che con il numero sempre maggiore di operazioni che verranno effettuate nel 2019, e il conseguente aumento dell’esperienza di uffici amministrativi e contabili, incideranno positivamente sulla posizione delle aziende stesse: il “sassolino nella scarpa” iniziale sarà destinato a dare molte soddisfazioni a chi capirà lo strumento e ne approfondirà la conoscenza, cercando di trarne i benefici (che possono essere numerosi).
La “fase critica” dei primi 6 mesi è comunque inevitabile.
Siamo anche dell’idea che una rivoluzione in senso digitale sia necessaria al Paese, perché è oramai fondamentale dare un segnale forte alla popolazione sul ruolo che la tecnologia ha assunto nella nostra vita.
Dobbiamo accettarlo, imparando a convivere con essa in un rapporto di amore reciproco e scambio di valore – e non di odio e frustrazione.