Un ritratto
“Osserva quel punto in alto, vicino al soffitto, sopra l’armadio… ecco, così”
Cercavo quel particolare sguardo che mi aveva colpito, perché era come un rubinetto aperto per svuotare l’anima. Quando metti in posa una persona devi cogliere dei segnali, se hai la fortuna di averla conosciuta prima hai già delle memorie di cose che hai osservato.
E lei, seduta, guardando il punto nel vuoto, molto composta, senza un capello fuori posto, nascosta sotto un trucco preciso e accurato, con il volto ritagliato dal kimono vermiglio, cominciò ad attaccare, prima di cedere il campo alla mia invasione indiscreta, con un fuoco di copertura.
“Quali sono i tuoi designer preferiti? I tuoi pittori? Cosa ti piace? Cosa non ti piace? Viaggi? Cibo? Segno zodiacale? ....” Finché, sfinita, cominciò, come tutte le persone che posano, a raccontare se stessa. Era un racconto libero, perché non doveva guardarmi, e quindi, rilassandosi progressivamente, cominciò a mettere in campo le paure, i complessi, i desideri, le speranze, l’infanzia e gli amori. Il trucco si era un poco allentato al caldo del faro, i capelli progressivamente si erano ribellati alla geometria della pettinatura, le palpebre avevano acquistato spessore, con impercettibili occhiaie. Nel giro di tre ore avevo davanti la persona vera, quella che cercavo e che invariabilmente affiora nella posa, come l’acqua dalle crepe di un vaso prezioso.
Il ritratto, il bel volto intenso di una trentenne, era ben riuscito. Intensa e vera. Molto somigliante. Forse troppo.
E lei ne scappò un po’ imbarazzata, forse un po’ spaventata. E non la vidi nemmeno all’inaugurazione della mostra.
Owner presso Apulia Architecture & Design
7 anniLo dici tu...
Ecopreneur, green storyteller, marketing professor,, environmental activist, keynote speaker, mum
7 anniIsabella?