"Una nuova funzionalità di Google: Fact Checking" e altre notizie della settima
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Nicola ci fa sapere che le autorità per la privacy hanno deciso che Meta non può più raccogliere dati sul comportamento degli utenti per mostrare annunci.
La decisione, che si stima riguardi circa 250 milioni di persone, comporta che Meta non possa mostrare annunci pubblicitari in base alle azioni che gli utenti compiono online e che comportano la raccolta di molti dati sulle loro attività.
Se vuoi saperne di più leggi qui
Doris ci parla del rischio di trovare il web invaso di contenuti formalmente corretti ma che non forniscono punti di vista originali né dicono alcunché di davvero interessante o nuovo.
Serve dunque combinare competenza ed esperienza con l'intelligenza artificiale generativa: in questo modo possono venire fuori soluzioni rapide senza essere banali.
Leggi qui l’articolo
Ugo ci segnala una nuova funzionalità di Google che offre alle persone un modo semplice per verificare la credibilità e il contesto delle immagini che vedono online.
Con questo strumento si potrà sapere quanto è stata pubblicata, quali siti la usano e se è generata con l’AI.
Per avere maggiori dettagli guarda qui
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Andrea ci comunica che il LLM è sostenuto da uno sviluppo scientifico noto come modello del trasformatore, realizzato dai ricercatori di Google nel 2017.
La tecnologia si sta rapidamente intrecciando nelle nostre vite: capire come gli LLM generano testo significa capire perché questi modelli sono motori cognitivi così versatili e cos’altro possono aiutare a creare.
Se vuoi approfondire leggi qui
Paolo ci svela come funziona la piattaforma di condivisione di foto e video più popolare al mondo.
Sulla base delle informazioni generali rese note da Meta, l’algoritmo di Instagram valuta le azioni di ogni utente, la localizzazione di ogni profilo, gli hashtag che si utilizzano, le interazioni e soprattutto la qualità dei contenuti pubblicati. Si stanno inoltre testando delle modifiche che vorrebbero copiare TikTok.
Se sei curioso guarda qui
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