Una, qualcuna, centomila
Storie precedenti:
Quando nella vita ci è permesso di accedere a tutto ciò di cui abbiamo bisogno, quante occasioni riusciamo veramente a cogliere? Una, qualcuna, centomila?
Dobbiamo sperare che almeno in futuro la risposta a questa domanda dipenda solo da noi, dalle nostre capacità e predisposizioni a osare ma più di tutto dalle opportunità che ci vengono offerte.
Così, continuando a immaginare una possibile roadmap per il futuro, per me e il prossimo, ho realizzato che valorizzare l’elenco delle facilities è fondamentale, tanto quanto la definizione delle regole d’ingaggio e la numerosità del gruppo che può usufruirne.
Le risorse, le regole di ingaggio, le persone.
Arrivando in questo piccolo mondo smartizzato, virtualmente connesso in mezzo alle pendici delle Alpi Apuane, ci si trova di fatto in uno microcosmo, che mette a disposizione di tutti gli ospiti:
Risorse, che vedono all’esterno: silenzio, serenità, pergole, campi, orti, ruscelli, alberi, aree con buona e cattiva esposizione al sole, e appena fuori nel giro di qualche centinaio di metri fino a qualche chilometro: tracciati per boschi e cime delle montagne, possibilità di fare escursioni e sport, alloggiare nei resort e B&B dei dintorni, risorse sempre disponibili per chi voglia fare esperienze in questi contesti confrontandosi con le usanze e tradizioni del luogo.
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Un ambiente interno per fare brainstorming accessoriato di un grande display da 50 pollici collegabile via rete ai computer, laptop e smartphone degli utenti. Grandi tavoli per lavorare e partecipare a momenti conviviali in una cucina e annessi accogliente. Uno studio attrezzato per lavorare e riposarsi, con divani e mobili e librerie che ospitano guide e tutorial per qualsiasi livello di conoscenza pregressa, inclusa tutta la documentazione per vivere e agire seguendo le regole della casa al meglio. Una stazione meteo completa interconnessa a Internet con tanto di webcam. Una rete cablata e wireless ad alte prestazioni che copre ogni area interna ed esterna. Un laboratorio con stampanti 2D e 3D, stazioni di saldatura, board di sviluppo open-hardware, portatili, computer fissi e microcomputer, le attrezzature essenziali per una falegnameria e un’officina meccanica, una scorta di materiali vari in legno e metallo per ogni possibile lavorazione, e poi una larga varietà di componentistica elettronica, numerosi dispositivi e accessori di rete per chi vuole conoscere i segreti del networking.
Ma per rendere realmente accessibile questa struttura e i suoi servizi a chi ne voglia usufruire, l’unico modo è riuscire a costruire dei momenti formativi con un numero limitato di discenti in presenza, uno, al massimo due alla volta.
Le aspettative possono essere tante e i livelli di conoscenza di partenza i più vari.
Così se per lasciare spazio ai makers in erba serve tempo, il poterlo fare in modo proficuo richiede un rapporto docente-discente frontale e in numero limitato rendendo il modello di business perdente by-design.
Prospettive future
Un giorno una trasposizione di questo modello di microcosmo smartizzato realizzato pro-bono per offrire competenze e un punto di vista alternativo ai makers, agli artisti e tutti gli innovatori, potrebbe avvalersi di finanziamenti di qualche tipo per valorizzare il luogo, le comunità circostanti, l’ambiente, creando un flusso di artigiani smart indipendenti.
Un logo di riferimento per mettersi alla prova dando a tutti la possibilità di diventare survivalist tecnologici consapevoli.