Uomo e lavoro: quale futuro?

Uomo e lavoro: quale futuro?

Quando ho la necessità di immaginare l'evolversi di una determinata situazione seguo questo processo mentale; prima analizzo il presente, poi verifico quanto accaduto in passato ed infine elaboro lo scenario futuro.

Analizzando l'attuale mondo del lavoro possiamo evidenziare come questo sia fortemente influenzato dalla tecnologia e dalla sua costante e rapida evoluzione.

Oggi molte attività lavorative sono svolte da sistemi automatici ed informatici in grado, non solo di facilitare il lavoro all'uomo, ma di migliorarne la qualità. Questa situazione ha creato però una "perversa" competizione tra la "macchina" (nel senso più ampio ed immaginabile possibile) e l'uomo. Ovvero, all'aumentare dei progressi della tecnologia, si migliorano i processi produttivi e la qualità della vita, ma si riducono drasticamente i posti di lavoro a disposizione per gli esseri umani.

Se diamo uno sguardo al passato, uno dei primi esempi che mi viene in mente, è quello relativo all'introduzione di sistemi automatici nell'industria manifatturiera, che ha eroso inesorabilmente posti di lavoro, mano a mano che l'uomo migliorava l'efficienza di tali sistemi per renderli sempre più performanti. Pensiamo poi alla "rivoluzione informatica", ad esempio a tutti quei programmi di "office automation" che hanno dato la possibilità a ciascun lavoratore di poter scrivere documenti, impaginarli, preparare delle presentazioni o elaborare complessi fogli di calcolo, senza doversi avvalere dell'aiuto di un collaboratore preparato in materia o di un tecnico esterno; riducendo in entrambi i casi il numero dei lavoratori coinvolti.

Di esempi potrei riportarne veramente tanti, non ultimo l'impiego di macchinari nell'agricoltura e nell'allevamento. Le attività che prima venivano svolte da molti contadini e fattori, oggi possono essere gestite da un numero più contenuto di lavoratori.

Il senso è chiaro; il progresso tecnologico è sostanzialmente inarrestabile e molte attività lavorative nei vari settori, primario, secondario e terziario, non avranno più la necessità di essere svolte dall'uomo; con la conseguente perdita di posti di lavoro.

Cosa accadrà in futuro?

Credo sia evidente a tutti che questo trend non solo continuerà, ma accelererà.

Le fabbriche si svuoteranno, pochi lavoratori saranno in grado di supervisionare le produzioni. Sistemi informatici e automatici, droni, robot e automezzi in grado di guidarsi da soli, potranno svolgere altrettanti lavori, senza la necessità della presenza dell'uomo, se non come supervisore.

Immaginiamo macchine agricole che, utilizzando tecnologie di localizzazione satellitare e terrestre, insieme a sofisticati sistemi di guida automatica, possano operare sul terreno "pilotate" da programmi in grado di mappare il campo da arare e di conseguenza decidere dove farle andare.

Con buone probabilità non ci sarà più bisogno nemmeno di minatori, boscaioli, pescatori, le "macchine" svolgeranno molte attività "manuali", che prima erano in esclusiva dell'uomo.

Anche in ambito sanitario dottori, chirurghi e infermieri si ridurranno nel numero, la telemedicina e i robot da sala operatoria sono già oggi una realtà.

Piattaforme di commercio elettronico, diminuiranno sensibilmente il numero di negozi e supermercati.

La realtà virtuale ci consentirà di farci provare il piacere e le sensazioni di essere distesi a prendere il sole al mare, stando chiusi nelle nostre abitazioni.

Inizialmente il ruolo dell'uomo potrebbe essere quello di supervisore delle attività svolte dalle "macchine", fintanto che non avremo sviluppato un'intelligenza artificiale con livelli di affidabilità molto elevati;  poi anche l'attività di supervisione potrebbe essere assorbita dalla "macchina".

In questo scenario, per certi versi apocalittico, occorre fare alcune considerazioni.

Personalmente credo che pur quanto l'intelligenza artificiale possa sostituirsi a quella umana ci sono due cose che dovranno rimanere ad appannaggio dell'uomo: la creatività e la consapevolezza di se.

Entrambe sono elementi che permettono e permetteranno in futuro all'uomo di differenziarsi dalla macchina.

La creatività nelle sue molteplici espressioni ed ambiti, permetterà agli uomini di mantenere un significativo vantaggio nei confronti delle macchine. Ricordiamoci che spesso la creatività è frutto del caso e del susseguirsi di eventi difficilmente riconducibili alla logica e quindi non programmabili.

Per quanto concerne la consapevolezza di se, senza dover entrare troppo nel filosofico, lo posso semplificare con uno slogan :"Intelligenza artificiale si... coscienza artificiale no". Le "macchine" dovranno rimanere dei sofisticati sistemi di esecuzione di ordini dettati a monte dall'uomo.

Se le macchine prendessero coscienza di cosa sono e delle proprie potenzialità, potrebbero decidere di eliminare tutto ciò che non è performante come loro, e l'uomo potrebbe subirne delle gravi conseguenze.

Avendo saldi questi due punti, quali lavori potranno essere svolti in futuro dall'uomo?

In futuro avremo bisogno di esseri umani sempre più creativi e fantasiosi, dovremo passare dalla cultura del "fare" a quella del "creare".

Probabilmente il "muscolo" che dovremo utilizzare di più sarà il cervello.

Avremo più tempo o forse sarebbe meglio dire "dovremo" dedicare più tempo a pensare, meditare, riflettere, sognare, fantasticare, inventare, innovare e a tutte quelle attività intellettive che ci permetteranno di creare delle nuove opportunità che potranno trasformarsi in un lavoro.

Tale trasformazione in minima parte la stiamo già vivendo in questi anni, quanti lavoratori per uscire dalla crisi economica si sono "inventati" dei lavori. Questo è stato reso possibile proprio dal fatto che ci si è trovati "costretti a pensare" come reinventarsi un proprio ruolo nel mondo del lavoro.

Certo è che il lavoro non ci sarà per tutti e questo porterà ad un aumento del divario tra ricchi e poveri, con effetti potenzialmente devastanti sia dal punto di vista economico che da quello dell'ordine pubblico.

Una società come la nostra basata sul consumo, se vede diminuire la capacità di spesa della maggior parte dei suoi membri, perchè senza un reddito da lavoro, non può che innescare una situazione di implosione economica.

I pochi super-ricchi, per quanto lo saranno sempre più, non potranno mai consumare quanto la massa, con la conseguenza che l'aumento della produttività e dei guadagni delle aziende, frutto proprio del maggiore sviluppo tecnologico, sarà minato dal drastico calo dei consumi.

I problemi di ordine pubblico saranno all'ordine del giorno.

La storia insegna, e noi dovremmo imparare da essa, che quando la qualità della vita dell'uomo, scende al di sotto di determinate soglie, si innescano dei meccanismi di "sopravvivenza" che possono portare gli uomini a ribellarsi contro il sistema che genera tale malessere.

Pensiamo a quanto accaduto durante la rivoluzione francese o a tutte quelle volte che le masse si sono rivoltate al potere economico e politico. Pensiamo alle grandi migrazioni degli ultimi decenni, dove uomini e donne disperati, si spostano dai paesi sottosviluppati del terzo e quarto mondo, alla ricerca di una speranza di vita.

Ed è proprio in tal senso che gli stati nazionali dovranno necessariamente strutturare delle politiche di sostegno al reddito, in grado di permettere a chiunque non abbia un lavoro, di poter comunque vivere in modo dignitoso, avere la garanzia di una sana qualità della vita. Questo consentirà di creare e sostenere il volano nei consumi, necessario al sostegno del sistema economico globale, e nello stesso tempo, a  mantenere stabile l'ordine sociale.

Dove trovare le risorse economiche?

Occorrerà strutturare un adeguato sistema di tassazione per chiunque guadagni da una qualsiasi attività lavorativa, sia essa una persona fisica (il lavoratore) o giuridica (l'impresa); ovviamente tale sistema dovrà essere in funzione del livello di reddito generato.

L'umanità se vorrà continuare ad esistere dovrà necessariamente, da una parte porsi dei limiti oltre i quali non spingersi e dall'altra condividere le ricchezze attraverso un nuovo sistema economico solidale.

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