Valeria ci parla di " L'ultima stanza"
L’ULTIMA STANZA: (Il mio sentire leggendo la storia)
Ho pianto leggendo questo libro…ne sono felice perché ho permesso alle emozioni che giacevano silenti nel mio profondo, spolverandole e risollevandole, di uscire.
Mi sono fermata in piu’ punti dove ho cercato spunti per riflessioni profonde.
Ho trovato questo libro adatto a tutti per la varietà degli argomenti trattati, situazioni reali della vita quotidiana, capaci di smuovere in noi un passato sepolto e quasi dimenticato da tempo.
In ogni storia dei personaggi ci si puo’ ritrovare per qualche analogia o semplicemente empatia.
Il dolore è visto come qualcosa da far riemergere, riaffiorare per poter iniziare quel processo di guarigione che ognuno di noi in modo piu’ o meno conscio cerca per se’.
Un percorso a volte faticoso e difficile da accettare dal nostro animo umano, cosi’ immenso ed a volte cosi’ povero e piccolo.
Tra i partecipanti del corso di scrittura vi è un filo comune che è quello del senso di colpa accompagnato dalla musica, a volte malinconica, dei Beatles.
In modo chiaro, semplice e preciso vengono trattati temi molto attuali riguardanti i problemi della nostra società ormai malata, ad esempio quello del Blue Whale, che solo a pensarci mi fa accapponare la pelle…quale disagio soffrono i giovani oggi per giungere a fare gesti cosi’ estremi?
I personaggi e gli ambienti sono descritti in modo semplice e minuzioso, ben definiti nel tempo e nello spazio, tanto che, durante la lettura, in certi momenti, mi sembrava di vederli muoversi davanti a me ed a volte addirittura di essere li’ con loro, nella stessa stanza ma di non poter interagire con nessuno, l’osservatore esterno…
Questo libro ha un’anima che va nel profondo dell’umano; insegna ed incoraggia a cambiare e migliorare sempre, anche se cio’ significa fare un tuffo dentro al dolore per comprenderlo ed in seguito trasformarlo in guarigione.
In alcuni momenti della storia ho rivisto qualcosa di me, qualcosa che mi apparteneva, di conosciuto perché provato nella vita, come la perdita della mamma anche se non in modo cosi’ tragico ma senza dubbio doloroso.
Ho capito che questo libro mi ha dato uno stimolo per ricercare chi era mia mamma, i nostri ricordi insieme, anche se oggi parlo con lei solo attraverso Dio e gli Angeli, sicura che tra di noi ci sia sempre una forte comunicazione.
Nella trama del libro ho notato che spesso ci si sofferma ad analizzare i sogni, questo mi ha colpito perché è una cosa che faccio anche io il mattino appena sveglia se ricordo un sogno, in particolare quando sogno uno dei miei cari che non è piu’ qui con me.
Dalla lettura ho appreso ed imparato cosa è un HPS (persona altamente sensibile) definizione in cui mi identifico molto, anche se, troppa sensibilità a volte destabilizza, almeno a me succede.
Ho appreso che è fondamentale aprire le finestre delle nostre stanze interiori per fare entrare luce, aria e far riossigenare la mente, i pensieri ed il cuore ed iniziare un nuovo cammino sulla via di una guarigione profonda.