Venerdì dietro al banco: il bollo automobilistico
Finalmente è arrivata l’automobile che avevo ordinato a settembre; nell’attesa, quella vecchia mi ha dato un mucchio di problemi, compreso lasciarmi una sera improvvisamente senza fari e far partire il riscaldamento o l’aria condizionata del tutto a caso.
Al momento di pagare il bollo, sapendo di doverla sostituire nell’arco di poco tempo, ho provato a vedere se potevo pagarlo solo per sei mesi, ma non è stato possibile: o un anno o niente.
Pazienza, mi ha dato fastidio, ma ho pagato.
Mi consegnano la macchina nuova e inizia l’iter per la cessione di quella vecchia; all’agenzia automobilistica, fra un migliaio di firme e documenti che non si trovano (mi raccomando, se avete un’auto immatricolata prima del 2015 cercate subito il certificato di proprietà cartaceo!), mi informo per il nuovo bollo.
E qui comincia il cinema: l’ho sempre pagato su Infobollo, il portale regionale per le tasse automobilistiche, perché se ci si iscrive, allo scadere ti arriva una mail che ti ricorda di rinnovarlo e non è un vantaggio da poco.
Appena dico questo, l’impiegato dell’agenzia praticamente mi invita ad arrangiarmi da sola e a non fargli perdere altro tempo.
Ci provo, ma non ci riesco; il programma mi segnala una serie di errori e mi invita a parlare con un call center impossibile da contattare.
Inizio il tour delle tabaccherie e delle agenzie (in tutto cinque) ed ottengo cinque versioni diverse di quello che dovrei fare.
Riuscirei a pagarlo con l’homebanking, ma mi calcola una cifra strana e non mi dà la data di scadenza per cui non mi fido a seguire questa strada.
Giuro, non chiedo la luna, ma vorrei sapere solo poche cose essenziali:
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1) da che cosa dipende (cilindrata, classe energetica, etc…): in pratica, vorrei sapere “che cosa” sto pagando
2) quando scade
3) quanto dura
Possibilmente queste informazioni mi piacerebbe averle scritte, da una fonte ufficiale e in un linguaggio comprensibile: chiedo troppo?
Evidentemente sì e mi sto ancora chiedendo perché.
Conclusione: per motivi misteriosi questa volta non potevo farlo per dodici mesi, ma solo fino a dicembre; la cifra che ho pagato continua ad essere strana, ma mi auguro che sia giusta perché non ho avuto modo di saperlo con certezza; spero che alla scadenza mi arrivi ancora la mail di avviso perché non ho avuto nessuna conferma in proposito; sfido chiunque voi a trovare sul bollettino PagoPa la data di scadenza che, oltre a non essere minimamente evidenziata, è scritta all’americana a dati invertiti.
Morale: pagare le tasse non piace a nessuno, ma dover fare anche fatica a pagarle risulta assolutamente intollerabile.
Possibile che a nessuno sia mai venuto in mente che spiegare e semplificare vale fa ottenere molto di più che minacciare e punire?