Venezia, nove cose memorabili

Venezia, nove cose memorabili


Venezia è una città rilassata.

Hai come l’impressione che la vita la si prenda su comoda; scialla, direbbero i ragazzi. Sarà il clima, saranno le attese ai vaporetti. Io un’idea me la sono fatta: tutti vanno tranquilli perché non ci sono le macchine (che ci rendono più aggressivi).

Animals.

Ce ne sono tanti. Nell’ordine: cani, tantissimi; gatti, tanti ma più discreti; piccioni ovunque, a fare da spazzini quando gli spazzini ancora non sono arrivati; gabbiani, belli, lucenti, si guardano in giro con fare gnorri per poi bucare sacchetti dell’immondizia.

Ciò.

Pensavo fosse una barzelletta, invece questo intercalare lo senti dappertutto.

Venezia non è cara.

Meglio: non è tutta cara. È cara per chi ha tanto da spendere, ma chi ha meno può cavarsela lo stesso. Insomma, una città per tutte le tasche.

Fenice.

Si respira una leggerezza suadente, merita una visita.

Sotoportego del Bancogiro.

La grandezza di Venezia fu sicuramente di natura politica, militare e culturale. Ciò in virtù della sua forza economica. La quale si poggiava su un fantastico sistema del credito, di cui il banco del giro, dove pagavi senza pagare moneta perché il Banco ti faceva credito. Questo presuppone fiducia etc etc però ci dice una cosa: che la ricchezza nasce col credito, e se le banche fanno bene il loro mestiere, cioè prestano soldi, tutti ne guadagnano. L’ho capito al Sotoportego.

Gondolieri.

Remano, certo, ma sono un po’ delle guide di vita. Dispensano consigli, dissimulano, attenuano, insolentiscono. Ti guardano e capiscono tutto di te prima che tu apra bocca. Meglio di uno psicoanalista.

Ristoranti più interessanti.

Mangiare bene è possibile, ed è possibile farlo fuori dai circuiti turistici. I ristoranti più interessanti stanno nei sestieri più interessanti, Cannaregio e Castello. Osteria Anice Stellato è un gioiellino, ad esempio.

Fie a manetta

L’emancipazione femminile, a Venezia, è anche guidare una barca a motore e non sentirsi in difetto rispetto al maschio che sgasa guardandoti con sufficienza. Così un gruppo di ragazze si son messe a insegnare ad altre ragazze che il motore è mio e lo gestisco io. Si son date un nome bellissimo, Fie a Manetta: Associazione Sportiva Dilettantistica, e lungo i canali e in laguna aperta vanno di gas che è una meraviglia.

Leonardo Dri

Consulente Inutile • Negoziazione • Leadership • Self Management in Organizzazioni Complesse

3 anni

Sono Veneziano per nascita, e credo che la cosa che le persone che vengono da fuori isola abbiano più difficoltà a digerire sia il concetto di "tempo". Per un veneziano, è normale metterci dai 30 ai 60 minuti per spostarsi da un posto all'altro. Spesso diventano di più, se trova qualcuno con cui fare due ciàcole per strada. Nonostante questo, arriva raramente in ritardo agli appuntamenti. Lo spostarsi necessariamente a piedi porta con sé una socialità che molti non comprendono, abituati come siamo all'individualismo sfrenato dell'automobile. Venezia è una città da "slow living", e in tutta sincerità mi manca, mi manca da impazzire. Così come il fatto di essere costantemente immersi nell'arte, sono cose che ti si attaccano addosso. Anche la puzza ti si attacca addosso. Dopo un po' smetti di sentirla.

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