5 funzioni del cibo dal punto di vista della psicologia
Vi siete mai chiesti quali sono le funzioni del cibo?
Sappiamo che abbiamo bisogno di mangiare per sopravvivere, per crescere. Il cibo ci dà struttura, è indispensabile per mantenere le nostre funzioni vitali e fornisce energia all’organismo per funzionare correttamente.
Ma le funzioni del cibo non finiscono qui. L’alimentazione ha un ruolo fondamentale nel determinare la nostra qualità di vita: ci aiuta a stare in salute, a prevenire alcune malattie e ci offre anche innumerevoli spunti di crescita personale, culturale e umana.
Negli ultimi venti anni molti studiosi si sono occupati dei legami tra cibo e psicologia e si è visto che mangiare ha assunto un significato diverso. Il cibo non rappresenta solo la nostra principale fonte di sostentamento, le scelte che facciamo in campo alimentare sono influenzate da tanti fattori come ad esempio quelli fisiologici, psicologici, psicosociali, e anche da credenze, abitudini e atteggiamenti.
A cosa serve il cibo allora? Ecco le 5 funzioni del cibo viste dalla psicologia
1. Cibo come espressione della propria identità
Tra le diverse funzioni del cibo questa è la più personale.
L'alimentazione infatti può fornire informazioni su alcuni aspetti dell’identità di una persona; ognuno di noi sceglie di che cibo alimentarsi secondo i propri gusti e in relazione alla percezione della nostra identità.
In questo modo comunichiamo agli altri e al mondo le nostre preferenze, raccontiamo qualcosa di noi stessi attraverso il cibo.
2. Cibo come condivisione
Il cibo ci immerge nella comunità, al punto che saper mangiare è anche “saper vivere”. Il pasto riunisce la famiglia, rinsalda i legami e il dialogo, i pranzi di festa delle ricorrenze e le colazioni di lavoro sono pretesti per favorire le comunicazioni sociali.
Condividere il piacere della tavola con le persone a cui vogliamo bene è fonte di benessere, sia per il nostro corpo che per le nostre relazioni sociali. Tra le funzioni del cibo questa si può definire come la funzione “social”. Il pasto diventa un’occasione d’incontro, di comunicazione, di scambio e di affetto.
3. Cibo come compensazione
Di sicuro sarà capitato ad ognuno di noi di mangiare seguendo le nostre emozioni e soprattutto cercando di gestirle, a volte per tentare di colmare sensazioni di vuoto o placare il proprio dolore, altre per noia o stress. Sappiamo bene come le sensazioni piacevoli derivanti dal cibo possano rassicurarci e confortarci. Il problema nasce nel momento in cui questa diventa una modalità che si ripete.
Il cibo che usiamo come conforto diventa fonte di senso di colpa, di inadeguatezza, si carica di quegli aspetti negativi che magari abbiamo tentato di allontanare o gestire proprio attraverso il cibo. Questo contribuisce a creare un circolo vizioso che ci imprigiona nei meccanismi di ricompensa- insoddisfazione- emozioni negative-ricerca di nuova ricompensa. Tra le funzioni del cibo questa è quella più vicina al mondo dei disordini alimentari, della fame emotiva e anche del fallimento di numerose diete.
4. Cibo come appartenenza
Mangiare è un’azione governata dalla cultura. L’adozione di un modello alimentare condiviso, al fine di definire e rafforzare il senso di identità e i processi di identificazione in un gruppo, soddisfa il bisogno di appartenenza dell'essere umano.
Pensiamo ad esempio a scelte alimentari ed etiche come l’essere vegetariani o vegani e ancora al cibo come strumento di appartenenza a una determinata cultura: i prodotti, le ricette di un determinato luogo, la ricetta “di famiglia”.
5. Cibo come espressione religiosa
In tutte le religioni il cibo non è solo un elemento naturale e materiale ma è considerato un dono di Dio o degli Dei. L’atto di alimentarsi si trasforma in un atto sacro e di ringraziamento all’Entità superiore che l’ha donato all’uomo per assicurarne la sopravvivenza.
Nella religione cattolica ad esempio troviamo diversi rimandi all’alimentazione. Nel Nuovo Testamento sono diversi i momenti in cui l’insegnamento di Gesù si collega al cibo: le nozze di Cana, in occasione del primo miracolo, la trasformazione dell’acqua in vino; la moltiplicazione dei pani e dei pesci; l’ultima cena e il pasto serale di Emmaus.
Alimentarsi ed alimentare quindi non è un semplice comportamento di consumo, ma rientra in una sfera più ampia. Le funzioni del cibo nascondono fattori biologici, storico-culturali, socio-psicologici e nutrizionali.
Le abitudini alimentari trasmettono informazioni sulla nostra identità individuale e sono anche un veicolo di comunicazione all’interno del gruppo (familiare, sociale, etc.) e rispecchiano atteggiamenti e abitudini che i genitori, in particolare la madre, trasmette ai figli.
Nessuno di noi, infatti, “mangia” solo sostanze, ma anche simboli, tradizioni, abitudini associate agli alimenti e fortemente radicate nelle nostre relazioni affettive, sociali e collettive.