[Vivi per lavorare o Lavori per Vivere?]

[Vivi per lavorare o Lavori per Vivere?]

Dietro a questo semplice gioco di parole si nasconde molto di più.

Quando faccio questa domanda ad un potenziale collaboratore mentre scambiamo quattro chiacchiere, la risposta che ricevo mi fa spesso capire chi ho di fronte.

🔸 Chi lavora per vivere, non confessa neanche a sé stesso le sue paure. Gli alibi che si costruisce creano una cortina di fumo nella sua mente per nascondere la cruda verità: lavorare per bisogno.

Quindi se potessimo riassumere il suo atteggiamento in una frase, che sicuramente riecheggia spesso nella testa di questo genere di persone è “se potessi non lavorerei, ma visto che mi tocca farlo cerco di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo”.

Non voglio dire che siano persone disoneste, ma questo genere di collaboratori non fa i conti con la propria crescita personale, il miglioramento intellettuale, l’azzeramento dei propri alibi e non mantiene la promessa fatta il primo giorno del colloquio, in cui dà la parola di lavorare duramente per l’azienda, strappando il contratto e ottenere l'agognato posto di lavoro.

La loro intelligenza, nel migliore dei casi, ha bisogno di stimoli continui per attivarsi e non riescono a mantenere costante la voglia di considerare il lavoro come un’ esperienza di crescita personale e professionale.

In termini di produttività e di contributo alla crescita aziendale, questo genere di persone vede l’azienda come una mucca da mungere perché si comportano da esecutori, quindi lascio a te ogni conclusione del caso.

🔹 Chi, invece, mi risponde che vive per lavorare è una persona diversa perché non è spinta dal bisogno, nonostante ne abbia, ma cerca una realizzazione ai suoi desideri. Non sempre ci riesce, ma punta sempre a superare gli istinti egoistici per costruire un ambiente migliore e non solo per sé stesso.

Il motto di questa tipologia di persona si può racchiudere in: “Dai agli altri un po’ di più di quello che vorresti ricevere”.

Qui siamo di fronte a un’ intelligenza che cerca, attraverso l’esperienza, di crescere. Queste persone vogliono un lavoro anche gratis per imparare e crescere e considerano il lavoro come filosofia per la ricerca di sè stessi, per questo diviene necessario il confronto con il risultato.

In questa categoria ci sono sia i Leader che i gregari

La differenza?

La prima intelligenza è patrimonio delle persone che hanno il coraggio di assumersi la responsabilità delle proprie intuizioni, mentre i secondi hanno bisogno di conferme per credere ciò che pensano.

Di base il confronto con il risultato per queste persone è più che terapeutico perché si sentono totalmente responsabili di ciò che accade loro, quindi l’analisi delle cause è una fonte inesauribile di spunti di realizzazione, nel bene e nel male.

Potremo concludere dicendo che il vero leader crea una mentalità e una cultura per ridurre gli esecutori e sconfiggere gli alibi nella testa delle persone, per scoprire una missione personale da spendere nella visione aziendale.

E tu?

Vivi per lavorare o lavori per Vivere?

#VisionImpossible

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