"Voglio tutto il cucuzzaro! E agli ospiti? Chissene..."

"Voglio tutto il cucuzzaro! E agli ospiti? Chissene..."

Non è che più si tagliano i costi e più si dimostra quanto si è bravi albergatori o ristoratori. Non è una gara dove vince il più taccagno!

Ogni volta che c'è da assumere del personale è una sfida con se stessi (e un rompicapo per il consulente del lavoro) per come si può ridurre (spesso scorrettamente) il costo del nuovo assunto e farlo rendere al massimo, facendolo lavorare molte più ore, con molte più mansioni del previsto. 

Reparto Acquisti: ecco, qui vorremmo sapere se a casa di albergatori o ristoratori si vive nella rinuncia più totale, facendo vita monastica o eremita. Perché in albergo (o ristorante) ogni acquisto è messo al bando o vissuto con angoscia. Alla reception si spera che quel toner non finisca mai, quella penna non vada perduta, quel post-it possa incollarsi da entrambi i lati e non da uno solo! 

Se poi si tratta di acquisti per il food & beverage, la parola "qualità" si suicida subito. Tanto saranno gli ospiti ad ingurgitarsi quella robaccia! A casa di albergatori e ristoratori è facilissimo che le stesse derrate alimentari non trovino spazio nemmeno nell'angolo del ripiano più in basso del frigorifero. 

Linea cortesia, biancheria, e tutte le amenities in camera d'albergo: questo è il reparto del riciclo "pesante". Che spesso, intendiamoci, come attività non è poi tutta sbagliata. Se valesse, come dovrebbe essere, il rapporto costo-beneficio, ed invece prevale spesso il rapporto taccagno accanito-risparmio totale e chissenefrega degli ospiti. Si riciclano pure le "comode pantofoline" in spugna (un bel giro di lavatrice, si conserva la busta e via!).

Naturalmente è importantissimo gestire un albergo o ristorante in modo oculato, monitorando costi e ricavi su base quotidiana, settimanale, mensile, annuale. Sì, ma chi lo fa? Questo è il punto. 

Credere che il business dell'ospitalità ruoti solo ed esclusivamente attorno ad una forsennata, cronica, maniacale riduzione dei costi, produce demotivazione diffusa (e rassegnazione) nella squadra di lavoro che abbiamo scelto, lascia una pessima impressione agli ospiti (che osservano, vedono e capiscono tutto, al limite stanno zitti e aspettano il check-out per non ritornare) e pesa come un macigno sulle spalle di alberghi e ristoranti che non riusciranno mai ad evolversi, svilupparsi, crescere, aggiornarsi, competere, vincere. 

Però, alla fine, che ci importa? 

In fondo, il toner, se lo scuoti, può durare ancora un altro mesetto: tanto mica i clienti il conto lo devono leggere tutto chiaramente, anzi, meglio il vedo-non vedo...

Esagerato? Paradossale? Sì, in alcuni casi sì (per fortuna, ci sono parecchi operatori consapevoli del proprio business).

Ma quanti, tra chi si impegna nell'ospitalità, ha percepito qualcosa di familiare...?

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