Volete un consiglio? Andate inGalera!

Sabato sera ho cenato nel carcere di Bollate. No, non avevo fatto nulla di male! Al contrario, penso. Molti di voi lo avranno già letto sui giornali: grazie all’entusiasmo contagioso di Silvia Polleri (che ho avuto la fortuna di conoscere a fine cena; una donna che ha dedicato la propria vita agli altri) è stato realizzato un vero ristorante all’interno del carcere. Un ristorante dove - a parte lo chef - gli altri addetti sono dei detenuti. Si chiama InGalera www.InGalera.it    

L’iniziativa (a cui se ne affiancano altre) è stata realizzata per fornire una seconda chance a chi ha sbagliato; la possibilità di realizzarsi attraverso un vero lavoro, con delle vere mansioni, degli orari precisi e con anche (un assai basso, a dire il vero) stipendio. Per potere, ritornati in libertà, tentare una nuova vita. E non è un caso, ci dice il sito, che il tasso di recidiva a Bollate sia uno dei più bassi di Italia (il 20% contro più del 60% delle altre strutture!).  Per ciò si autoprocalma - con evidente gioco di parole - il ristorante del carcere più stellato di Italia.

Ma la vera idea “rivoluzionaria” è che il locale sia un vero ristorante, che deve essere giudicato per la qualità del cibo e dei suoi piatti; altrimenti, ci dice Silvia, avrebbero cercato pietismo e beneficienza. La gente deve voler tornare perchè qui si mangia bene; e io, vi dirò, ho mangiato bene.

Se, poi, mangiando bene uno contribuisce anche al progetto, non sarà un problema; o no? Io, lo confesso, ci sono andato con molto scettiscismo, temendo di fare qualcosa di un po’ “stonato”: ma Silvia, il personale e soprattutto i piatti di InGalera mi hanno convinto.

Andateci e fatemi sapere ….