You Are Fired! #disoccupato

In due mesi da #disoccupato (causa calo di fatturato, riorganizzazione, taglio dei costi e soppressione del ruolo: “così cita la lettera che mi son inaspettatamente trovato a firmare al rientro dalle festività Natalizie”) fra le diverse, tre domande che mi vengono poste mi colpiscono. Tre domande diverse fra loro ma collegate da un filo conduttore.

1) Cosa hai combinato?

2) Ma possono?

3) Ma non ti preoccupi di dichiarare pubblicamente che sei disoccupato e cerchi una nuova occupazione?

Delle prime due, mi ha colpito che mediamente nella cultura italiana, vi sia ancora la convinzione del #postofisso. Come se una volta conquistato non si potesse mai perdere questa #garanzia. Chissà perché ogni volta che mi si pongono domande simili, sorrido e penso al Film di Checco Zalone. Probabilmente molti non sanno che se non si hanno diversi anni di anzianità alle spalle, come previsto dal CCNL Dirigenti Industria, bastino solo una motivazione generica di #soppressionedelruolo e sei mesi di mancato preavviso per ritrovarsi immediatamente con la scatola in mano e uscire definitivamente dall’azienda. Evidentemente si pensa che questo fenomeno sia tutto solo americano. Anche qui, l’immaginario si rifà a classiche scene da Film. Certo in USA ci sono i licenziamenti di massa di migliaia di persone che fanno notizia. Come gli attuali licenziamenti delle Big Tech. Sicuramente in Italia, non assistiamo a questi licenziamenti “spettacolari”, ci si limita a poche unità che non fanno notizia, (salvo essere un allenatore di calcio!)

Della terza invece, mi ha sorpreso che si pensi che chi venga licenziato, sia “marchiato con un timbro indelebile” che condizionerà tutta la propria #carriera. Situazione assolutamente da “nascondere” magari omettendo info sul proprio Cv. La prima volta che questa domanda mi ha stata fatta, ricordo il mio assoluto stupore. Sapete il motivo del mio stupore ? Non ci avevo minimamente mai pensato. Evidentemente uno dei mie “pilastri” motivazionali che hanno scolpito: “meglio una brutta verità che una bella bugia”, mi hanno schermato da questi pensieri. Forse perché nel mio profondo non ritengo di aver compiuto qualche azione per la quale "vergognarmi". Chiaramente si prova sempre a migliorarsi e quindi è giusto ripensare al proprio percorso e capire se fosse stato possibile fare “qualche cosa di meglio”. Ma bisogna anche pensare che in un rapporto professionale, non tutto è in mano nostra. Ci possono essere condizioni esterne al di fuori dal ns controllo che possono ostacolare la ns carriera senza che questo possa intaccare il ns valore di manager.

Quindi si, non mi vergogno di dichiarare che son stato licenziato e che mi sia trovato improvvisamente disoccupato. Perché scrivere questo post? Perché in questi mesi, ho conosciuto molti altri manager che hanno vissuto un’esperienza simile e che in “privato” si sono mostrati e con me si sono aperti alla condivisione di quanto successo.

Quindi ci tenevo a condividere con chi del mio network sta vivendo lo stato di #disoccupato, di fargli sapere che non è solo e non #valiamomeno, perché alla ricerca di un nuovo lavoro. In molti son caduti, hanno ripreso un po' di fiato e son ripartiti!

Voi cosa ne pensate? C’è qualcun altro che se la sente di fare #outing e condividere magari la propria esperienza, magari del passato, e far sapere che nonostante l’esser disoccupato si possa ripartire?

Concludo con questa osservazione che sto vivendo: l’esser disoccupato ci rende particolarmente interessanti per gli #headhunter, perché siamo subito disponibili per far colloqui e valutare nuove opportunità, abbiamo dalla ns una "motivazione fortissima”, non rischiano di trovarsi un candidato che fa una selezione solo per il gioco del #rilancio con la propria azienda. Quindi si, per me vale la pena esser sinceri e non vergognarsi di essere alla #ricercadinuovaoccupazione.