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Provincia di Benevento

Coordinate: 41°08′N 14°47′E
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Provincia di Benevento
provincia
Provincia di Benevento – Stemma
Provincia di Benevento – Bandiera
Provincia di Benevento – Veduta
Provincia di Benevento – Veduta
Rocca dei Rettori, sede della Provincia.
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Campania
Amministrazione
Capoluogo Benevento
PresidenteNino Lombardi dal 01-08-2022
Data di istituzione25 ottobre 1860
Territorio
Coordinate
del capoluogo
41°08′N 14°47′E
Superficie2 080,44 km²
Abitanti261 225[2] (31-10-2023)
Densità125,56 ab./km²
Comuni78 comuni
Province confinantiAvellino, Campobasso (Molise), Caserta, Foggia (Puglia), Napoli
Altre informazioni
Cod. postale82100 (Benevento); 82010; 82015; 82018; 82020; 82021; 82024; 82030; 82038.
Prefisso0823, 0824
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2IT-BN
Codice ISTAT062
TargaBN
PIL(nominale) 4 892,09 mln [1](2021)
PIL procapite(nominale) 18 456 [1](2021)
Cartografia
Provincia di Benevento – Localizzazione
Provincia di Benevento – Localizzazione
Provincia di Benevento – Mappa
Provincia di Benevento – Mappa
Posizione della provincia di Benevento all'interno della Campania.
Sito istituzionale

La provincia di Benevento è una provincia italiana della Campania, di 261 225 abitanti[2], istituita il 25 ottobre 1860.

Il Centro Servizi Amministrativi

Geografia fisica

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La provincia confina a nord con il Molise (provincia di Campobasso), a nord-est con la Puglia (provincia di Foggia), a sud-est e a sud con la provincia di Avellino (entro cui vi è l'exclave di Pannarano), a sud-ovest con la città metropolitana di Napoli, a ovest con la provincia di Caserta.

La sua massima dimensione latitudinale tra il colle Giglio, sul confine nord (41°29') e il monte Avella, sul confine sud (40°59') è di 30', pari a 55,59 km; mentre la massima ampiezza longitudinale, fra la frazione Biancano di Limatola (sul fiume Volturno) a ovest (14°23') e la masseria Tre Fontane (lungo il tratturello Camporeale-Foggia) sul confine orientale (15°11') è di 48', pari a 67 km circa.

Posta nell'Appennino meridionale, a cavallo tra il settore sannita e quello campano, la provincia ha la forma di una grande conca, compresa quasi tutta nel medio-basso bacino del Calore - Volturno, tranne l'estremo lembo proteso verso nord-est, il quale rientra nell'alto bacino del Fortore.

L'altitudine varia dai 44 metri della punta di Limatola ai 1822 metri del monte Mutria; la provincia è cinta dai contrafforti del Matese e del Sannio a nord; dai monti della Daunia a est; dai monti dell'Irpinia e del Partenio a sud; e dai monti Tifatini a ovest.

Il clima della provincia di Benevento presenta inverni freddi, con gelate e brinate che si presentano spesso al mattino dopo nottate con cielo sereno. Nelle conche appenniniche, dove peraltro si trova il capoluogo, si ha il fenomeno dell'inversione termica, che favorisce la marcata discesa di temperatura dopo il tramonto per irraggiamento notturno, per cui spesso la temperatura scende anche al di sotto degli 0 °C in mancanza di vento e di nubi. Le precipitazioni sono scarse, con accumuli annuali che mediamente non superano i 600–700 mm. Fa eccezione la zona pedemontana al confine col Molise, dove, grazie all'effetto Stau indotto dal Matese, le precipitazioni aumentano sensibilmente con accumuli annuali che arrivano sino a 2000 mm. D'inverno la neve cade in abbondanza sul massiccio del Matese e in generale sopra i 400–500 m; la neve si spinge a quote inferiori solo in occasione di poderose irruzioni di aria gelida dai Balcani. Un evento nevoso molto importante nella provincia di Benevento ci fu nel febbraio 2012, quando il beneventano, come praticamente tutta l'Italia, fu colpito da gelo e neve fino al piano, con accumuli nevosi fino a 35 cm nel capoluogo.

Nella conca di Benevento, il cui basamento geologico è costituito dall'unità di Ariano (formazione detritica di origine pliocenica)[3], confluiscono da opposte direzioni il Calore Irpino e i suoi maggiori tributari: il Tammaro da nord, il Miscano e l'Ufita da est e il Sabato da sud.

Nel settore sud-est vi sono le ultime diramazioni dei monti dell'Irpinia, che separano la valle del Sabato da quella del Calore, con le alture di San Giorgio del Sannio (380 m), quelle di Sant'Angelo a Cupolo, con il monte Pagliari (475 m), quelle di San Nazzaro e Calvi, con il monte San Marco (505 m) e le alture di Cucciano che separano il bacino del medio Calore dalla valle dell'Ufita, con il monte Calvano (554 m), Rocchetta (632 m) e Cucciano (700 m).

Nel settore nord-est vi è l'incurvatura della dorsale appenninica, dove i monti del Sannio (da non confondere con l'Appennino sannita) si congiungono con i monti della Daunia, formando la catena arcuata dei monti di Castelfranco, Montefalcone, Foiano di Val Fortore e Baselice nella quale sono le sorgenti del Fortore.

In questa catena emergono i monti: Taglianaso (908 m), Teglia (742 m), Tufara (913 m) e S. Angelo (641 m) al confine nord-est, sulla destra del Fortore; mentre sulla sinistra, costituenti lo spartiacque tra la valle del Fortore e quella del Tammaro si trovano i monti: Serravescigli (892 m), Calvello (946 m), Rovino (920 m), S. Onofrio (950 m), S. Luca (981 m) e S. Marco (1007 m).

Tra le diramazioni dei monti del Sannio si distinguono anche le montagne di Santa Croce del Sannio con il monte S. Martino (853 m), il Murgia Giuntatore (992 m), i monti di Colle Sannita (871 m) e di Castelvetere in Val Fortore (706 m), le alture di Castelfranco in Miscano con il monte S. Felice (851 m), di San Marco dei Cavoti con il monte Caffarello (687 m), e le alture di Foiano di Val Fortore con i monti Barbato (946 m) e Fontesanlorenzo (981 m), fino al colle di Paduli (380 m) e al monte Crapiano (371 m) che forma le appendici estreme dei monti del Sannio sulla destra del Calore.

Nel settore NW si elevano le propaggini del Matese, dove sono i monti più alti della provincia, che determinano lo spartiacque tra le valli del Tammaro, del Volturno e del basso Calore. Il crine di displuvio è costituito da una ramificazione che cominciando dal monte Acero (733 m), a sud-ovest, gira per i monti Monaco di Gioia (1331 m), Erbano (1390 m), Crosco (1300 m), Pescolombardo (1566 m), Monte Mutria (1822 m), Moschiaturo (1470 m), Pagliarella (1020 m) e termina all'altro gruppo dei Giallonardo (1030 m).

Vi si distinguono inoltre i monti Serra Macchia Strinata (1252 m), Morrone della Serra (1351 m), Colle Statera, (1252 m), Cima Selvozza (1194 m), Rotondo (926 m), Mangialardo (1030 m), Calvello (1018 m), Valluccio (1010 m), Coppo (1009 m) e giù sino ai monti di S. Vitale (250 m), Scopa (251 m) e S. Angelo (190 m), che forma le estreme appendici meridionali del Matese.

Nel settore SW, tra i torrenti Serretelle e Corvo ad est, la valle del basso Calore a nord, il bacino del Volturno ad ovest, e la valle dell'Isclero a sud, sorge il gran massiccio del Taburno, il quale a sud-est per mezzo di un ramo formato dal monte Mauro (671 m), dal valico di Sferracavallo (300 m), dal colle Tufara (500 m) e dal monte Cornice (907 m) si congiunge al monte Avella (1591 m), nella catena del Partenio separando la valle Caudina da quella di Benevento.

Talché il crine displuviato è formato da questo ramo e dai monti Taburno (1393 m), Tuoro Alto (1300 m), Rosa (1310), Camposauro (1394 m), Pizzo Cupone (1234 m) e Pentime (1170 m), nella direzione di sud-est a nord-ovest.

Il massiccio del Taburno è formato come da un grande acrocoro, che nella parte superiore comprende la valle Vitulanese lunga circa 15 km², da Montesarchio a Paupisi, cinge a guisa di una grande terrazza il fianco orientale del massiccio in tutta la sua lunghezza e altezza media di circa 500 m, che passa per Tocco Caudio, Campoli, Cautano, Foglianise, Vitulano, Torrecuso e Paupisi.

Il crinale del Taburno si sviluppa nella stessa direzione della valle Vitulanese da sud a nord ed è diviso trasversalmente in due sezioni per mezzo della piana di Prata (790 m) che apre un varco fra i due versanti orientale e occidentale, e mette in comunicazione la valle Vitulanese, con quella del Volturno. La sezione meridionale, oltre ai monti già menzionati, comprende: il Pizzo Cardito (1150 m), Cepponeto (1270 m), Colle dei Paperi (1331 m), Toppo Ortichelle (1260 m), Toppo Campiglia (1205 m), m. Coppola (1011 m) e la sezione settentrionale del m. Gaudello (1209 m), il Piano d'Andrea (1304 m), il Tesoro (1180 m) e altri.

A sud di Benevento si prolungano le appendici settentrionali del Partenio che segna lo spartiacque fra la valle del Corvo e quella del Sabato, con il m. Trascio (461 m) e le colline di San Leucio del Sannio (380 m), M. Calvo (347 m) e la Gran Potenza o Monte san Felice (200 m).

Le più notevoli pianure della provincia sono:

  • La piana di Telese, alla confluenza del Calore con il Volturno, all'altezza media di soli 40 m con una superficie di circa 36 km², e la pianura precedente, tra il ponte Maria Cristina e la stazione di Casalduni, quasi alla medesima altezza, con un'estensione di circa 8 km², entrambe attraversate dal basso Calore.
  • La piana di Benevento, all'altezza media di circa 80 m, con un'estensione di oltre 10 km² attraversata dal medio Calore.
  • Il piano di Apice, a 115 m d'altezza media, a NW del paese, sulla sinistra del Calore, di forma quasi triangolare, con una superficie di 225.000 m².
  • La piana di Calise, a SW di San Giorgio La Molara, all'altezza di circa 270 m, sulla sinistra del Tammaro, con una superficie di circa 625.000 m².
  • La piana di Decorata, tra Castelpagano e Castelvetere in Val Fortore all'altezza di 330 m circa.
  • La valle Caudina, che è la maggiore delle pianure beneventane, a un'altezza di circa 200 m e una superficie di oltre 60 km², di forma quasi circolare, chiusa dai monti Avella a sud, Taburno a nord, dal ramo che congiunge il Taburno al Partenio ad est, e dall'altro ramo (monti Tairano e Veccio) che congiunge i medesimi monti ad ovest. Vi si accede per mezzo del passo d'Arpaia e dalla gola di Moiano da ovest, e per mezzo del passo di Sferracavallo ad est, attraversata dall'antica via consolare Caserta - Arpaia - Benevento, e coronata dalle[senza fonte] terre di Montesarchio, Bonea, Bucciano, Luzzano, Moiano ed Airola alle falde del Taburno, ed Arpaia, Paolisi, Rotondi, Cervinara e San Martino Valle Caudina (queste ultime tre in provincia di Avellino) alle falde settentrionali del Partenio.

La maggior parte degli altopiani sono antiche pianure fluviali che hanno poi subìto un sollevamento tettonico, ma esistono anche altopiani d'erosione che corrispondono ad antica superficie d'erosione e altopiani strutturali formati da antiche superfici strutturali.

Nella provincia di Benevento abbiamo:

I fiumi principali sono: innanzitutto il Calore Irpino, che nasce in provincia di Avellino per riversarsi nel Volturno, il quale interessa parzialmente i confini occidentali; vi sono poi due affluenti del Calore provenienti dalla stessa provincia di Avellino: il Sabato, che confluisce nel Calore nei pressi di Benevento, e l'Ufita (il Miscano, nato in provincia di Foggia, si riversa a sua volta nell'Ufita); un altro affluente, il Tammaro, nasce in provincia di Campobasso e sfocia vicino al capoluogo.

Vi sono poi:

  • il Fortore, nato in provincia di Foggia, che attraversa la zona nordorientale, per poi riversarsi nell'invaso di Occhito;
  • l'Isclero, che nasce sul monte Mauro nel massiccio del Taburno, attraversa la Valle Caudina e si riversa nel Volturno;
  • il Titerno, che interessa il settore nordoccidentale e confluisce anch'esso nel Volturno.

I laghi sono pochi e di scarsa importanza:

  • Il lago principale è quello che si estende a nord dell'abitato di Campolattaro, di origine artificiale: si è sviluppato a seguito della costruzione della diga sul fiume Tammaro. La flora e la fauna sono protette grazie all'istituzione di una riserva gestita dal WWF.
  • il lago di Telese, che è il più frequentato e conosciuto;
  • il piccolo lago di Decorata, nel comune di Colle Sannita;
  • un laghetto artificiale sito nel comune di Foiano di Val Fortore, in contrada San Giovanni alla sorgente del vallone Mazzocca, che assegnò il nome alla famosa badia, con una capacità di 60.000 m3 e 1,2 litri al secondo. Fino all'inizio del XX secolo notevoli erano la purezza delle sue acque cristalline, e l'amenità del luogo;
  • il laghetto delle Mignatte, naturale, tra il territorio di Montefalcone di Val Fortore e San Giorgio La Molara, così detto perché vi si trovavano delle sanguisughe ("mignatte" in dialetto irpino), le quali furono poi eliminate per coltivarvi l'anguilla, oggi scomparsa. Ha un diametro non superiore a 20 metri, e una capacità di circa 4600 metri cubi d'acqua;
  • nel territorio di Morcone a sud di Montorfano, vi è un'estesa pianura concava, in cui d'inverno si raccoglievano le acque delle alture circostanti, formando il lago di Montorfano; sempre nello stesso comune vi è un altro lago in località San Benedetto destinato alla pesca sportiva;
  • il lago Spino sito a nord-est del monte Calvello, al confine tra Pontelandolfo e Morcone, raggiungibile tramite strada. La sua superficie è di circa 1 km², ed è asciutto durante il periodo estivo;
  • In località Mulino Vecchio, alla confluenza dei torrenti Alente e Alenticella sempre nel comune di Pontelandolfo, è stato realizzato dalla locale comunità montana un laghetto, per consentire gli spegnimenti degli incendi del bosco. Il luogo offre ampi spazi di parcheggio ed è privilegiato per la pesca alla trota;
  • nel comune di San Lupo vi è un laghetto sito alla contrada Lago in una piccola conca tettonica sul Monte Petroso;
  • nel comune di Sant'Agata de'Goti, nei pressi del monte Mellino, vi è un laghetto che defluisce, attraverso la vallata di Durazzano, nel fiume Isclero;
  • nel comune di Guardia Sanframondi, in località Pineta, si può ammirare un piccolo laghetto collinare;
  • infine in località Tora, nel comune di Montesarchio, si trova un laghetto collinare che occupa una superficie di circa 6000 m².
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Benevento.
Gonfalone provinciale

La provincia di Benevento fu costituita con decreto di Garibaldi del 25 ottobre 1860; costituita inizialmente dal solo territorio dell'ex delegazione apostolica di Benevento (le cui funzioni erano effettivamente cessate già dal 3 settembre), fin dal primo momento era destinata ad ingrandirsi a spese delle province circostanti per mezzo di successive determinazioni.

L'atteso decreto per la definitiva circoscrizione territoriale della provincia di Benevento a firma di Eugenio di Savoia-Carignano, luogotenente generale del re nelle provincie napoletane, fu emesso il 17 febbraio 1861. La neonata provincia di Benevento, costituita da un nucleo centrale (corrispondente all'ex delegazione apostolica) e da una numerosa serie di comuni appositamente distaccati da quattro province limitrofe (Principato Ultra, Terra di Lavoro, Molise e Capitanata), fu rioganizzata in 3 circondari:

La provincia si ampliò notevolmente nel 1927 integrando parte della soppressa provincia di Terra di Lavoro, sebbene al contempo dovette cedere alla provincia di Campobasso il comune di Cercemaggiore; tuttavia nel 1945, con la ricostituzione della provincia di Caserta, la provincia di Benevento dovette restituire tutti i comuni annessi nel 1927, senza però ottenere la restituzione di Cercemaggiore[4]. In compenso nel 1978 il comune di Sant'Arcangelo Trimonte (già Montemalo) fu distaccato dalla provincia di Avellino e aggregato alla provincia di Benevento, dalla quale era peraltro interamente circondato.

Una versione differente dello stemma utilizzato dalla Provincia fino al 2004

Il toro furioso, scelto come simbolo della provincia nel 1871, rappresenta l'animale che i Sanniti sacrificavano nelle corso della cerimonia religiosa della Primavera sacra prima di partire alla conquista di nuove terre e, per perpetuare la memoria dei loro padri, in tutte le insegne e le armi che usavano, portavano effigiata la testa del toro.[5]

Versione aulica dello stemma

In molti luoghi e città dell'antico Sannio come a Boiano ed Isernia, in marmi, con molto artificio e in diverse guise, si vede scolpito il toro.

Qualità della vita

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Secondo le statistiche de Il Sole 24 Ore e Italia Oggi, la provincia di Benevento nel 2008 aveva una qualità della vita in classifica all'81º posto, migliorando di ben 21 posizioni[6]. Per Il Sole 24 Ore, nel 2011, peggiora ulteriormente arrivando al 97º posto in classifica, ma migliora arrivando al 83º posto nel 2012. Nel 2013 il ritorno all'81º posto; nel 2014 scende all'84º posto, nel 2015 scende di molte posizioni, arrivando al 99º posto e nel 2016 risale all'86º posto, nel 2017, invece, scende di nove posizioni arrivando al 95º posto. Nel 2018 sale di 4 posizioni arrivando al 91º posto. Per Italia Oggi, invece, nel 2011 la provincia si classifica al 90º posto, scendendo nel 2012 al 94º posto. Nel 2013 risale all'86º posto, e nel 2014 sale di ben 20 posizioni, arrivando all'66º posto. Nel 2015 riscende al 73º posto, per poi risalire nel 2016 al 72º posto, nel 2017, invece, scende di tre posizioni arrivando al 75º posto. Nel 2018 scende di ben 16 posizioni arrivando al 91º posto.{| class="wikitable" !Anno !Qualità della Vita (Sole 24 Ore) !Qualità della Vita (Italia Oggi) |- |2011 |97º (- 3)[7] |90º (- 3)[8] |- |2012 |83º (+ 14) |94º (+ 3)[9] |- |2013 |81º (+ 2) |86º (+ 8) |- |2014 |84º (- 3) |66º (+ 20) |- |2015 |99º (- 15) |73º (- 7) |- |2016 |86º (+ 13) |72º (+ 1) |- |2017 |95º (- 9) |75º (- 3) |- |2018 |91º (+ 4) |91º (- 16) |- |2019 |76º (+ 15) |- |2022 |82º (- 6) |}In base alle statistiche del Sole 24 ORE, nello specifico, la provincia era nelle seguenti posizioni:

Anno Tenore di vita Servizi, ambiente, salute Affari e lavoro Ordine pubblico Popolazione Tempo libero Totale
2011 192 89 93 52 85 91 391 punti
2012 96 84 83 70 50 72 445 punti
2013 92 89 81 17 78 95 468 punti
2014 95 91 90 6 92 93 471 punti
2015 103 98 91 35 92 79 427 punti
2016 95 86 104 27 37 79 406 punti
2017 93 100 105 91 58 58 408 punti
2018 87 102 96 61 72 64 413 punti

Dati economici

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La Camera di Commercio

Di cui:

  • Agricoltura: 11,53%
  • Industria: 21,50%
  • Servizi: 66,97%

Infrastrutture e trasporti

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Mappa della Provincia di Benevento

Linee ferroviarie

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La provincia di Benevento è attraversata da diverse linee ferroviarie, sia di carattere nazionale che di carattere regionale. La principale è la linea Napoli - Foggia che permette il collegamento da Roma a Bari. È gestita da Rete Ferroviaria Italiana (RFI) che la classifica come linea principale[10].

La linea è stata soggetta negli ultimi anni ad alcuni lavori che hanno portato al raddoppio di binario tra Vitulano e Apice. È in fase di realizzazione il progetto di tramutarla in una linea con le caratteristiche di alta capacità, raddoppiando il resto del tracciato, rettificandolo in certi punti e costruendo una galleria di base che valicherà l'Appennino (all'altezza della sella di Ariano) a una quota più bassa dell'attuale.

La linea Benevento–Campobasso è una linea ferroviaria secondaria sia della Campania che del Molise e unisce Benevento con Campobasso, rappresentando un'alternativa alla ferrovia Napoli–Foggia per congiungere il Tirreno all'Adriatico.

Tra le linee di carattere regionale, sono da segnalare, la linea Benevento–Avellino che collega le due città della Campania proseguendo poi per Salerno; e la linea Benevento–Cancello detta anche Ferrovia della Valle Caudina, che collega Benevento a Napoli, oggi parte della società MetroCampania NordEst.

Linee stradali

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Lo stesso argomento in dettaglio: Strade provinciali della provincia di Benevento.

La provincia è servita da un raccordo:

Strade statali e provinciali

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Prima del 1860 vi erano due vie rotabili di grandi comunicazioni: la Sannitica, che da Napoli, attraverso Caserta, Solopaca, Guardia Sanframondi, San Lupo, Pontelandolfo e Morcone andava a Campobasso; e l'antica via Consolare che da Caserta, attraverso la valle Caudina e Benevento, andava a innestarsi alla via regia delle Puglie presso Calore (Venticano).

In tutto, una novantina di km di vie maestre. Delle due solo la via Consolare passava per Benevento; essa, essendo allora l'unica grande arteria del transito meridionale tra i versanti tirrenico ed adriatico, bastava a fare di Benevento un centro commerciale e strategico di primissimo ordine, e la città dovette a ciò la sua fortuna nell'antichità romana e nell'alto medioevo. Ma da quando Benevento, nell'XI secolo, cadde sotto il dominio del Papa, e nel Cinquecento re Filippo II d'Asburgo, per liberare la viabilità del Regno di Napoli, tracciò la nuova strada regia delle Puglie che da Napoli, per Monteforte, Avellino e Ariano andava in Puglia, la via Consolare divenne anemica, e il cuore di essa, Benevento, fu minacciata sempre da paralisi commerciale.

Bisogna tuttavia aggiungere una strada particolare, il Regio Tratturo: ampia via naturale, tracciata, sin ab antiquo, dal periodico passaggio delle greggi e degli armenti. Il regio tratturo entrava nella provincia per il passo di Serravessilli, attraversava la Murgia delle Fate a sud di San Giorgio La Molara, guadando i torrenti Drago e Tamaricchio alle loro confluenze con il Tammaro, passava sotto Reino e lasciando a destra Circello, a sinistra Santa Croce del Sannio a nord di Sassinoro entrava nel Molise. Centinaia di migliaia di capi d'armenti passavano e ripasavano annualmente per quella via recando il più valido contributo alla agricoltura.

Dal 1860 Benevento è tornata, un centro importante di viabilità nel mezzogiorno d'Italia. Sin dal 1871 il Prefetto della nuova provincia poté annunziare al Consiglio provinciale, che questa, "testé priva quasi affatto di strade, oramai se n'era tanto arricchita, che tra le province d'Italia non occupava più uno degli ultimi posti", e indicava come già compiute, o presto a compiersi, la provinciale di Val Fortore che arrivava fino a San Bartolomeo in Galdo, quella dei Ciardelli che andava direttamente ad Avellino, quella di Alvignanello che andava a Caserta, e le comunali che coprivano tutti i comuni della provincia. Le moderne vie di comunicazione consentono dunque di raggiungere e attraversare comodamente il territorio provinciale. Poiché la città si è estesa in modo considerevole sono state infine create agli inizi degli anni Settanta del XX secolo una moltitudine di strade, tra cui le due tangenziali che circondano ad anello il capoluogo.

Per ciò che riguarda i collegamenti con il resto della regione e del Paese invece si avverte ancora la mancanza di una via comoda e diretta per raggiungere il Napoletano: attualmente la via più diretta è la Strada statale 7 Via Appia, percorrendo la quale però è necessario uscire su strade secondarie nei pressi di Arienzo e immettersi poi nella rete viaria della città metropolitana di Napoli. Manca altresì un collegamento diretto e veloce con Avellino, dato che tale non può più definirsi né il percorso attraverso la declassata Strada statale 88 dei Due Principati né il percorso via A16. Di contro la SS 372 Telesina Benevento-Caianello, che attraversa tutti i comuni della valle Telesina e molti della provincia di Caserta, si innesta sulla A1 e permette così di arrivare a Roma in meno di tre ore. La strada statale 87 Sannitica raggiunge Campobasso, e Termoli, permettendo di proseguire verso i paesi abruzzesi, tra cui San Salvo, Vasto e Pescara luoghi di vacanza di molti beneventani. Un raccordo autostradale che passa per San Giorgio del Sannio collega la Tangenziale est di Benevento con l'autostrada A16 Napoli-Canosa. La strada statale 212 della Val Fortore taglia longitudinalmente il Sannio, prendendo il nome dalla valle formata dall'omonimo fiume. La strada statale 212 var Variante di Pietrelcina (SS 212 var) è una strada statale italiana di recente costruzione che prende il nome dal comune di cui evita l'attraversamento del centro urbano.

La strada fa oggi parte del primo tronco della Fortorina, arteria che collega Benevento con la valle del Fortore, in sostituzione degli obsoleti tracciati della strada statale 212 della Val Fortore e della strada statale 369 Appulo Fortorina. Concepita per arrivare fino a San Bartolomeo in Galdo, la Fortorina termina allo svincolo di San Marco dei Cavoti, per confluire proprio nella ex SS 369. Il primo tratto in funzione è stato inaugurato il 28 marzo 2012 da Benevento fino allo svincolo di Pesco Sannita, per una lunghezza di 4,200 km., mentre il restante è stato inaugurato a novembre 2014 per circa altri 15 km. comprendendo gli svincoli di Pesco Sannita (2), Fragneto Monforte e Fragneto l'Abate, Reino e San Marco dei Cavoti.

Nel territorio è situata l'Aeroporto di Benevento-Olivola che attualmente svolge il ruolo di aviosuperficie.

Amministrazione

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L'alto Tammaro è una zona olivicola, ove si produce l'olio "Sannio Beneventano",[senza fonte] mentre tipico della valle del Miscano è il caciocavallo di Castelfranco, un prodotto che si fregia del marchio PAT.

I vini D.O.C. prodotti sono l'Aglianico del Taburno, il Solopaca e il Sant'Agata dei Goti, famoso nella tipologia Falanghina.[senza fonte]

Geografia antropica

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Comunità montane

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Il territorio beneventano comprende tre comunità montane:

Lo stesso argomento in dettaglio: Armoriale dei comuni della provincia di Benevento.

Appartengono alla provincia di Benevento i seguenti 78 comuni:

Comuni più popolosi

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Nella tabella i comuni della provincia di Benevento con più di 4 000 abitanti:[11]

Pos. Stemma Comune Popolazione Superficie (km²) Densità (ab/km²) Altitudine (m s.l.m.) Mappa
Benevento 60.377 130,84 461,46 120
Montesarchio 13.651 26,51 514,94 300
Sant'Agata de' Goti 11.453 63,38 180,7 159
San Giorgio del Sannio 10.022 22,34 488 380
Airola 8.154 14,9 547,25 270
Telese Terme 7.333 10 733,3 55
Apice 6.245 49,04 127,35 220
Guardia Sanframondi 5.341 21,1 250,38 428
San Bartolomeo in Galdo 5.204 82,67 62,95 597
10° Morcone 5.188 101,33 50,82 600
11° Sant'Angelo a Cupolo 4.334 11,01 393,64 459
12° Cusano Mutri 4.132 58,86 70,20 475
13° Limatola 4.123 18,38 224,32 48
14° Moiano 4.118 20,02 205,69 271
15° Solopaca 4.050 31,13 130,10 180
16° Paduli 4.000 45,3 88,3 349
17° San Salvatore Telesino 4.000 18,31 218,46 95

Comuni meno popolosi

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Nella tabella i comuni della provincia di Benevento con meno di 1.000 abitanti:

Pos. Stemma Comune Popolazione Superficie (km²) Densità (ab/km²) Altitudine (m s.l.m.) Mappa
78° Ginestra degli Schiavoni 487 14,79 32,93 540
77° Pietraroja 554 35,81 15,47 818
76° Sant'Arcangelo Trimonte 609 9,8 62,14 363
75° Sassinoro 647 13,25 48,83 545
74° Arpaise 789 6,66 118,47 410
73° San Lupo 823 15,3 53,79 500
72° San Nazzaro 914 2,04 448,04 495
71° Castelfranco in Miscano 928 43,4 21,38 760

Comuni con il titolo di città

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Città Anno Atto
Airola 1754 Regio decreto Carlo di Borbone
Apice 1999 DPR 21 giugno 1999
Apollosa 2002 DPR 10 marzo 2002
Benevento 1861 antico diritto
Buonalbergo 2000 DPR 2 marzo 2000
Foglianise 2012 DPR 29 ottobre 2012
Moiano 2007 DPR 10 luglio 2007
Molinara 2006 DPR 1º gennaio 2006
Montesarchio 1978 DPR 31 luglio 1997
Pannarano 2005 DPR 28 giugno 2005
San Bartolomeo in Galdo 2016 DPR 1º gennaio 2016
Sant'Agata de' Goti 1990 DPR 5 aprile 2000
Telese Terme 1970 DPR 1º aprile 2000

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti

Etnie e minoranze straniere

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Al 2018 gli stranieri residenti in provincia sono 10.188 (il 3,6 % dei residenti)[12]. Le maggiori rappresentanze provengono da:

Il sistema circoscrizionale statistico nell'ambito della provincia di Benevento dell'Istituto Centrale di Statistica prevede questa suddivisione:

Numero Zona Zona Numero Comuni Comuni
1 Matese Sud Orientale 13 Amorosi, Castelpagano, Cerreto Sannita, Circello, Colle Sannita, Cusano Mutri, Faicchio, Morcone, Pietraroja, Puglianello, San Lorenzello, Santa Croce del Sannio, Sassinoro
2 Tammaro ed Alto Fortore 11 Baselice, Buonalbergo, Castelfranco in Miscano, Castelvetere in Val Fortore, Foiano di Val Fortore, Ginestra degli Schiavoni, Molinara, Montefalcone di Val Fortore, San Bartolomeo in Galdo, San Giorgio La Molara, San Marco dei Cavoti
3 Monti del Taburno 16 Airola, Apollosa, Arpaia, Arpaise, Bonea, Bucciano, Campoli del Monte Taburno, Castelpoto, Ceppaloni, Foglianise, Forchia, Moiano, Montesarchio, Pannarano, Paolisi, Tocco Caudio
4 Calore Irpino Inferiore 14 Campolattaro, Casalduni, Castelvenere, Fragneto l'Abate, Fragneto Monforte, Guardia Sanframondi, Pago Veiano, Pesco Sannita, Ponte, Pontelandolfo, Reino, San Lorenzo Maggiore, San Lupo, Torrecuso
5 Valle Telesina 12 Cautano, Dugenta, Durazzano, Frasso Telesino, Limatola, Melizzano, Paupisi, San Salvatore Telesino, Sant'Agata de' Goti, Solopaca, Telese Terme, Vitulano
6 Colli Sanniti 12 Apice, Benevento, Calvi, Paduli, Pietrelcina, San Giorgio del Sannio, San Leucio del Sannio, San Martino Sannita, San Nazzaro, San Nicola Manfredi, Sant'Angelo a Cupolo, Sant'Arcangelo Trimonte
  1. ^ a b Eurostat, Gross domestic product (GDP) at current market prices by NUTS 3 regions, su ec.europa.eu. URL consultato il 26 maggio 2024.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Fioravante Bosco, Studio geologico e geognostico (PDF), Comune di Benevento, pp. 16-22. URL consultato il 30 maggio 2023 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2023).
  4. ^ Decreto legislativo luogotenenziale 11 giugno 1945, n. 373, articolo 1, in materia di "Ricostruzione della provincia di Caserta."
  5. ^ Stemma dell'ente, su Provincia di Benevento.
  6. ^ Classifica de Il Sole 24 Ore sull qualità della vita, Benevento migliora (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2014).
  7. ^ Qualità della vita 2011, su ilsole24ore.com. URL consultato il 6 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2013).
  8. ^ Qualità della vita a Benevento: Italia Oggi ci colloca al 94º posto | NTR24, su ntr24.tv. URL consultato il 9 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2014).
  9. ^ ItaliaOggi: Benevento 94ª nella classifica sulla qualità della vita - ilQuaderno.it.
  10. ^ RFI - Rete in esercizio (PDF), su site.rfi.it. URL consultato l'8 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
  11. ^ ISTAT, Popolazione residente al 30 settembre 2014.
  12. ^ [1]
  • Antonio Mellusi, L'origine della Provincia di Benevento, II ed. 1975, stab. lito-tipografico Editoriale De Martini S.p.A
  • Antonio Iamalio, La Regina del Sannio, ed. P. Federico e G.Ardia, Napoli 1918
  • Giovanni Marinelli, Le prov. d'Italia; prov. di Benevento, Roma, Soc. Ed. D.A., 1900
  • Alfonso Meomartini, I Comuni della prov. di Benevento, ed. De Martino, 1907
  • Vincenzo Mazzacane, Memorie storiche di Cerreto Sannita, ed. Telesina, 1911

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN130172184 · ISNI (EN0000 0004 1768 9211 · GND (DE4505866-0 · BNF (FRcb11949670p (data) · J9U (ENHE987007561818605171
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